Dopo otto giornate l’Inter si conferma la squadra più forte. A Genova si è vista forse la prima vera architettura di Mourinho, non soluzioni normali di gioco, ma l’invenzione di un modo di essere. Il Genoa aveva molti più assenti, ha preso subito un autogol e ha definitivamente perso la partita su un colpo di biliardo, ma l’Inter ha sempre avuto più qualità. Mourinho ha 2 punti più dello scorso anno e un gioco più vario. Se il dubbio era la sua capacità di costruire squadre, adesso si è molto ristretto. L’Inter non ha avversari, ma tiene in scia progetti importanti di squadre. Il migliore è quello della Fiorentina. Prandelli ha cambiato la squadra. Da una buona selezione di alunni disciplinati, ne ha fatto un collettivo ambizioso che cerca il difficile e spesso lo trova. La Fiorentina ha più qualità e meno forza dell’Inter. Per essere competitiva davvero le mancano i gol facili, quelli che toccano a Gilardino, spettacoloso assente di stagione (meno della metà dei gol dell’anno scorso, 3 contro 7), cioè la freddezza di chiudere partite che merita di vincere.\r\nL’altro progetto è quello della Samp, meno vivace, più solido, più introverso, ugualmente efficace. La Samp è stata molto danneggiata dagli arbitri. Nelle ultime due partite (Parma e Lazio) ha subìto errori importanti, tre rigori netti, che significano punti. Sono senz’altro in buona fede, ma sono errori importanti. Ieri all’Olimpico il portiere è uscito spaccando letteralmente la faccia a Pazzini senza che sia stato fischiato un fallo. Non può essere. L’Inter di Genova ruba gli occhi, ma la Samp aveva il diritto di esserle accanto.\r\nL’altro progetto di grande squadra riguarda la Juve, ma si è fermato. La sensazione è che Ferrara non abbia ancora la forza di fare scelte definitive. La squadra è sbagliata, ma correggerla significa aprire fronti interni, forse nella stessa società. L’errore più evidente è la distanza fra i reparti. Amauri e Iaquinta restano a 30 metri da Diego e i tre mediani. Da centrocampista puro Diego è banalizzato. E i tre mediani da soli non danno qualità al resto del gioco. Fin qui Ferrara aveva sempre aggiunto a Diego un uomo di qualità in mezzo al campo (Thiago o Camoranesi). Stavolta ha avuto paura e ha spezzato la squadra. C’è però un’altra ragione per questa scelta, molto più strutturale. Amauri e Iaquinta non corrono, restano fissi in area, non accorciano verso Diego. Fanno forse reparto, ma non fanno squadra. La Juve dei mediani ha poco gioco, o tiene di prepotenza il pallone o lo subisce. È fondamentale trovare Diego, magari accanto a Iaquinta (Amauri è un fantasma in questo momento) con dietro un centrocampo con Camoranesi. Ma non è chiaro se Ferrara abbia la forza di prendere decisioni così forti.\r\nIl Milan elimina la Roma dalla rincorsa. È una partita bella e imperfetta, ognuno può trarne le consolazioni che cerca. In realtà è stata la fotografia buona e fedele di due declini evidenti.\r\n(Mario Sconcerti per il Corriere della Sera)