Nel meraviglioso mondo di Diego. Fatto di passione e di pallone, di famiglia e di scorribande. Nel meraviglioso mondo di Diego, già idolo degli juventini accostato ai grandi del passato: Maradona, Platini, Zico, Zidane, Baggio. C’è di che perdere la testa, ma per fortuna ce l’ha sulle spalle, il nostro eroe. E’ bravo sul campo e fuori, abile nel dribbling e nell’esternazione, superbo nell’uno contro uno, come dimostrato a Roma nella serata della doppietta eccitante ed esaltante, e nelle affermazioni. Sono tutti amici, sono tutti grandi campioni. E Diego l’affabulatore è in vetta al gradimento.\r\n\r\nBABY – Diego nasce alle 8,45 del 28 febbraio 1985 all’ospedale di Ribeirão Preto, all’interno dello stato di San Paolo. In poco tempo diventa un giocoliere, palla al piede. Che sia un bambino precoce lo si capisce subito. A 6 anni papà Djair lo porta al Comercial FC di Ribeirão Preto. Il primo tecnico si chiama Pedro Cardelli detto Pedrao. «Lì ho appreso i fondamentali». A 9 è convocato nella Paulistinha di San Carlos: con la rappresentativa partecipa alle prime trasferte in Argentina e Cile. A 11 il grande salto nelle giovanili del Santos. «L’inizio è stato difficile, soprattutto quando tornavo a casa. Ma con l’aiuto del tecnico Eduardo Jenner sono riuscito a stabilizzarmi». Diventando un giocatore professionista. A 16 anni è promosso con i grandi, a 17 vince il Brasileirao in coppia con il gemello Robinho, oggi al Manchester City (i due hanno la dedica gigante sui campi di allenamento). Maggiorenne, si compra la prima auto, senza perdere tempo: una bella Audi e l’anno dopo alza la prima Coppa America. Poi l’escalation si completa tra Porto, Werder Brema e Juventus.\r\n\r\nHOBBY E MOTORI – A Diego piace giocare con la PlayStation. «Scelgo il Brasile e mi schiero titolare, ovvio». E’ un fan dell’Harley Davidson: brum brum e le sue accelerate – sul campo, non su strada – diventano micidiali. In realtà, in Germania l’hanno pizzicato oltre i limiti. A Vinovo arriva con la sua Aston Martin scura, la stessa auto che ha guidato fino a Chiusa Pesio, nel Cuneese, dove ha ricevuto il primo premio da juventino. A tavola pizza e spaghetti sono tra i piatti favoriti, ma non disdegna un Big Mac e patatine fritte. Ama vestire casual, non è insolito beccarlo in canotta, pinocchietti e infradito. Finché il tempo regge… Poi, la moda tricolore avrà il sopravvento.\r\n\r\nFAMIGLIA – Papà Djair è la persona più influente, nel senso che ha disegnato la sua carriera passo dopo passo, con l’Italia sin da subito in cima ai pensieri. E’ il signor Djair, infatti, che lo segnala a Viareggio, dove per altro il figlio non c’è. E gli permette di prendere la cittadinanza italiana, portandolo a Sant’Angelo Lodigiano nel 2004. Djair Silverio da Cunha scopre radici familiari nel Ferrarese e in Campania. Diego è uno di noi. Le sorelle sono come Diego sotto il segno della… D: Daiane e Djenane. Anche qui, papà Djair ci ha messo lo zampino. E mamma Cecilia ha acconsentito.\r\n\r\nAMORE – Da adolescente, Diego è legato a Bruna Leticia Araujo. Le divagazioni sul tema, comunque, non sfuggono alla regola. Con la dolce metà è stato paparazzato a Capri e in Sardegna. Hanno preso casa sulla collina di Moncalieri: da lì raggiungere il centro sportivo di Vinovo è un gioco da ragazzi. E anche farsi beccare nel negozio Decathlon come un cliente qualsiasi. Tra le qualità del ventiquattrenne, infatti, c’è la massima disponibilità verso i tifosi e la volontà di non perdere contatto con la realtà. E in questo il soggiorno in Germania l’ha aiutato.\r\n\r\nDIALOGO – Www, parlate con Diego Ribas da Cunha. Difficile? Macché, basta un clic e sei collegato con il campione, lo juventino più acclamato. Un amore a prima vista, quello tra il brasiliano e la Vecchia Signora. Un amore strisciante, quello tra le fan internaute. Che di calcio ne capiscono, eccome. Da diego10.com.br, ecco Tamara: «Come mai Dunga non ti ha convocato? Eppure attraversi un ottimo periodo con la Vecchia Signora. Spero avrai la possibilità di brillare nella Seleçao… ». Amanda Rosa: «Ammiro la tua forza di volontà. Sarai sempre eternamente il 10». Patricia Ferreira: «Ti ho ammirato dai tempi del Porto. Sono felice, sei alla Juve, ma lo sarei ancora di più se andassi nel-l’Inter di Mourinho… ».\r\n\r\nVINCENTE – Finora, squadra che lo schiera vince. E’ successo al Santos (Brasileirao), al Porto (Intercontinentale, campionato e Supercoppa), al Werder Brema (coppa di Germania e coppa di Lega), con il Brasile (Coppa America). Insomma, con lui si va sul sicuro. E le prime due partite in serie A l’hanno dimostrato: assist a Iaquinta contro il Chievo, due gol alla Roma nell’Olimpico “nemico” che lo applaude. E vai, subito sotto la curva. E’ già uno di loro. D’altronde, nel meraviglioso mondo di Diego c’è posto per tutti.\r\n(Tuttosport.com)