Deserto il gran galà di Lega organizzato da Preziosi, c’è poco da festeggiare

C’è poco da festeggiare in Lega. Il giorno scelto un mese fa dalla serie A per festeggiare la fine (prossima) dell’anno, infatti, coincide tristemente con lo scoppio del secondo filone del calcioscommesse, che associato agli strascichi di Calciopoli, rende il pomeriggio di Desenzano ancora più triste. Eppure il presidente del Genoa Preziosi aveva organizzato tutto per bene, rimettendo a nuovo per l’occasione il Teatro Alberti: è proprio il patron genoano (quello delle due radiazioni di cui poco o nulla si sa oggi) che ha messo su il programma che prevedeva assemblea, premiazione, cena e danze con il gruppo del chitarrista Massimo Cellino. Dei partecipanti al fallimentare tavolo della pace a Desenzano c’era il solo amministratore delegato del Milan Galliani che ritira la coppa dello scudetto e quella della Supercoppa. Abete, il numero uno della Figc, arriva in ritardo, ma giusto in tempo per avvisare la Juventus che la federazione “contrasterà con grande serenità ogni proposito di ricorso”. Mancano Moratti, Agnelli, Della Valle e De Laurentiis, nonché il presidente del Coni Petrucci. Un flop totale che fa capire quale crisi (non solo economica), ma di uomini, di valori e di contenuti stia attraversando il calcio italiano. E dire che con Calciopoli ci avevano raccontata la barzelletta che si sarebbe voltato pagina: il marcio non c’è più, stagioni memorabili si prospettano per il calcio italiano, ripetevano i tromboni nel 2006. La realtà è parecchio diversa.