Da idolo assoluto a mal sopportato: Merih Demiral è finito nel mirino di buona parte dei tifosi della Juventus per i suo recenti comportamenti. Il centrale difensivo, impegnato n questi giorni con la nazionale della Turchia, continua ad appoggiare pubblicamente l’offensiva di Erdogan nel nord est della Siria, con tutto ciò che ne sta conseguendo. Si parla di quasi 200.000 sfollati curdi e il rischio di una vera e propria pulizia etnica. Demiral non se ne cura e con gesti inequivocabili durante le partite e sui social network, continua sostenere il regime.
“Felice è colui che si chiama turco”, l’ultima frase pubblicata su Twitter, chiaro riferimento al primo presidente della Turchia repubblicana, Mustafa Kemal Ataturk. A molti tifosi della Juventus questo atteggiamento non piace per nulla e l’hashtag #DemiralOut è diventato in poche ore trend topic. In tanti chiedono addirittura la cessione del calciatore, dopo averlo osannato in estate quale grande acquisto per la sua grinta in “stile Montero”. Altri, invece, si limitano a richiamare il codice etico del club bianconero: al suo interno, infatti, si legge che “Juventus è contraria ad ogni forma di discriminazione sociale, di razzismo, xenofobia, intolleranza e violenza”, inoltre “Juventus si impegna ad evitare ogni discriminazione dalle proprie condotte…”.
Qualunque tesserato del club bianconero è dunque chiamato al rispetto delle diversità di genere, orientamento e identità sessuale, etnia, religione, lingua, politica, stato di salute o abilità. Sulla base di questo regolamento, dunque, Demiral dovrebbe subire una sanzione da parte del club, altrimenti il rischio è quello di diventare poco credibili.