Del Piero, solo lui può
Ma che, stiamo scherzando? Su questa perplessità ci torniamo dopo, con calma. Ora non c’e tempo e non è il momento, c’è altro da dire. Che Del Piero ha firmato. Eh sì. Qualcosa la dobbiamo pur scrivere, no? Osama, William e Kate. Berlusconi sia in campo (quello della politica) che fuori (quello del calcio), Mourinho, il Barca. Tutti temi di tutto rispetto, trattabili, ci mancherebbe, ma si scrive troppo e si pensa troppo poco alle parole da buttare sul foglio. Spesso ci si trova costretti a parlare di temi che ci vengono ossessivamente proposti senza criterio, a ruota libera, in ogni modo, in ogni luogo, in ogni tipo di salsa.
E invece io vi metto di fronte ad una bella storia d’amore, leale e duratura, che ha bisogno di essere monitorata ogni tot. di anni per andare avanti anche se i coniugi salterebbero volentieri questo passaggio noioso e asettico. Il bello è che siete liberi di leggermi, non vi costringe nessuno perché tanto il loro matrimonio va avanti anche senza le luci e gli occhi dei riflettori. Cominciamo dalla fine, col dire che ha messo la firma per compiere la maggiore età con la Juve, pianeta d’appartenenza, come se fosse una seconda vita parallela perchè la prima la sta vivendo qui con noi e come noi, sul pianeta Terra. Una storia, quella con la Juve, ancora tutta da vivere se si pensa che gli anni compiuti sono appena appena diciotto, omettendo che, eppure, la vita del calciatore è relativamente breve e la maggiore età, con una stessa casacca, non la raggiunge quasi nessuno. Alex è già il top. Molti preferiscono cambiare aria e mondo, stupidi che hanno bisogno di girovagare per trovare stimoli e ne approfittano perché hanno la possibilità di farlo, come se la fortuna di giocare per un grande club non sia già un grande stimolo da mantenere sempre vivo come l’impegno costante nei confronti di quei tifosi che, ogni anno e in ogni partita e in ogni occasione, sono sempre lì ad incitare la squadra e il beniamino che, in qualche modo, rispecchia se stessi e a fare in modo che, almeno la loro componente, faccia bene il proprio dovere. Perché quello del tifoso, poi, diventa uno ‘spensierato’ dovere.
Chissà cosa passa per la testa di quel marziano di Del Piero che decide di legarsi alla Juve dagli albori di una carriera fatta di record, fame e soddisfazioni, sino all’epilogo della stessa, più bello del principio. Una noia mortale, una monotonia da manicomio: ogni giorno, sempre la solita solfa. Eppure è proprio la monotonia che ha migliorato Del Piero come uomo e lo ha fatto apprezzare a noi come bandiera: il fatto di essersi legato alla Juve con un legame inscindibile, fatto di alti e bassi, di periodi bui e di altri felici, di problemi, vicissitudini, gioie, dolori, soddisfazioni tutte da vivere con i ‘soliti’ 14 milioni di tifosi e più o meno le stesse facce che si sono alternate in 18 anni di storia juventina, in squadra e in dirigenza. Ne ha vissute tante, Del Piero, ha fatto con noi anche la serie B, anno nel quale avrebbe potuto benissimo pensare di andare altrove non per mancanza di stimoli ma per necessità di VINCERE. E invece, la sua vittoria è stata continuare a rendere felici i suoi tifosi, alimentando dentro di sé un altro stimolo che solo 4 suoi compagni di squadra che lo hanno seguito hanno compreso: tornare a vincere con la maglia che lo ha portato sul tetto del mondo, ripartendo dal Purgatorio della Serie B anche se si può parlare d’Inferno visti i punti di penalizzazione e la cessione dei pezzi pregiati della squadra.
Soltanto chi non ha paura di cadere nella banalità e nell’indifferenza della monotonia, nell’apatia o nella stanchezza della routine e sa andare avanti giocando sempre per la stessa maglia può dirsi un uomo completo, un atleta costante, un campione apprezzato.
Il rinnovo di Del Piero alla fine è una cosa normale, tanto scontata quanto necessaria. Ogni anno si parla troppo di questa faccenda che non ha nè capo nè coda, a dirla tutta; anche chi si è sempre mostrato ostile nei confronti del rinnovo di Del Piero oggi direbbe che è stata la scelta giusta non perchè la Juve ha bisogno ancora di Del Piero in campo (questi sono pareri, relativi, sui quali si può discutere per ore) ma perchè vedere la Juve senza Del Piero non è la stessa cosa. Ormai è abitudine vedere Pinturicchio nella Juve e nessuno immaginerebbe il nuovo stadio senza almeno un gol di Alex . La verità è che nessuno ha mai pensato veramente ad una Juve senza Alex e ad un suo addio imminente. Quindi di cosa stiamo parlando? Ma che, stiamo scherzando? I numeri, ovvero 674 presenze e 283 reti senza mai stancarsi, parlano da soli.
In questa vicenda, l’altro coniuge si chiama Andrea Agnelli perché i matrimoni si fanno in due. Stefano Del Piero al massimo ha fatto da maggiordomo. Non sapremo mai se Andrea Agnelli si sia realmente alterato alla notizia che Del Piero, qualche mese fa, aveva dichiarato di esser disposto a firmare anche in bianco, azione colta dai più maliziosi come una mossa strategica da parte del Capitano che ha esposto il presidente a serie figure barbine in caso di non rinnovo e costringendolo, in un certo senso, a firmare l’ultimo contratto mantenendo termini economici comunque decenti. E invece il misero milione e mezzo (dipende dai punti di vista, ma se lo paragonassimo con i campioni o le bandiere di suo pari livello, invece che con giocatori di serie C…) che Alex percepirà da qui sino alla fine del prossimo anno dimostra il contrario: dimostra che la volontà di fare un altro anno c’era, da ambo le parti; dimostra che il sacrifico del capitano è un vantaggio per la Juve che potrà approfittare (sì, approfittare!) ancora del suo contributo in campo, dimostra che le TV hanno parlato, ancora una volta, tanto…
Il senso d’appartenenza, forse, è ancora di casa. Appartiene ad entrambi ma ad Alex appartiene di diritto. È il migliore. ANCORA LUI. Questione di routine e d’abitudine.
Di eldavidinho94 de “ilblogdialessandromagno”