Delle due l’una, o Del Piero è in condizioni fisiche così precarie da non meritare neppure un minuto di gioco contro il Parma, nel ruolo preferito, seconda punta, oppure il giocattolo si è rotto, niente feeling con l’allenatore, con Ciro Ferrara. Domenica sera contro il Milan la risposta. Contro i rossoneri, da metà campo in su, sarà la stessa Juve di Parma, 4-4-2 con Amauri al posto di Trezeguet, infortunato. Il dubbio è lo stesso della vigilia della Befana e legato alla seconda punta: Diego o Del Piero? Ale è in forma, scalpita e vorrebbe lasciare il segno contro i rossoneri come accaduto all’Olimpico contro l’Inter. Ma non sarà lui a forzare la mano, non lo ha mai fatto per il bene della squadra, per rispetto dei compagni: non è nel suo stile.\r\nMai gli era accaduto in 17 stagioni di andare in bianco dopo 18 giornate, zero gol e 5 presenze (7 contando anche la Champions), neppure nell’anno del debutto (4 presenze e un gol nel ’93-’94). Mai una gara giocata per intero, 165′ in campionato,meno di due partite. Contro il Milan Ale sogna un giorno alla Del Piero, in campo e in gol, una volta tanto per se stesso. Se giocherà. In caso contrario Pinturicchio aspetterà tempi migliori, si siederà lungo il fiume (secondo un proverbio cinese) in attesa che Diego «l’intoccabile» finisca in panchina. Passa dall’Olimpico l’ultimo treno per Ferrara, per evitare che l’ennesima esclusione del capitano, da un mese in salute, diventi un caso. Perché non sarà la gara di Coppa Italia con il Napoli ad evitare lo strappo.\r\nSolo un paio di mesi fa i vertici del club sognavano di scaldarsi le mani per le prodezze della nuova coppia Diego-\r\nDel Piero. «Non vedo l’ora di vederlo con Diego», «chissà cosa combinerà a fianco di Del Piero» le dichiarazioni d’autunno di John Elkann e del presidente, Jean Claude Blanc. La presenza in campo del capitano, a guarigione avvenuta, sembrava scontata, come gli schemi, il rombo o il ritorno all’antico, al 4-4-2, amisura di Del Piero. Per tre mesi il problema per Ciro Ferrara non si è posto. L’infortunio di metà agosto a Villar Perosa, e la ricaduta il primo di ottobre, hanno tenuto Pinturicchio ai margini della Juve. Quando Ale è tornato a disposizione, ha scoperto a proprie spese che anche il posto in attacco era occupato da Diego, spostato sulla scacchiera bianconera da Ferrara in ogni zona del campo pur di accendere la miccia al brasiliano, brutta copia del campione del Werder Brema. L’unica partita «vera» di Del Piero nel girone di andata contro l’Inter, con l’assist vincente per Marchisio. La gara più mortificante contro il Bayern, sostituito al termine del primo tempo per far spazio a Poulsen e puntellare una barca che stava facendo acqua da tutte le parti. Da allora Ale si è chiuso a riccio. Muto il sito internet, l’ultima intervista, da regolamento Uefa, da capitano alla vigilia di Juventus-Bayern. Sorrisi forzati allo Juvecenter, lavoro maniacale anche a Natale in attesa di un filotto di partite utili per trovare continuità. In caso contrario sarà il caso di pianificare il finale di carriera altrove, negli States magari.\r\n\r\n(Credits: Gazzetta dello Sport)