Sai la gente è strana, prima si odia e poi si ama. Cambia idea improvvisamente…. quando la moda cambia, lei pure cambia… senza serietà come fosse niente…. Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell’universo, un punto sei, che non ruota mai intorno a me,  un sole che splende per me soltanto, come un diamante in mezzo al cuore. Tu… (Mia Martini).\r\n(Di Alessandro Magno) Tutto deve passare cosi è la vita. A volte in certi passaggi si può fare di meglio, io penso di sì. Non ce l’ho con il Presidente anche se una deroga a Del Piero io l’avrei concessa. Non è colpa di Andrea Agnelli se altri prima di lui per assenza di un carisma che gli consentisse di tenere insieme il popolo juventino nel momento peggiore della loro storia, hanno scelto di delegare ad Alex questo compito nobile, arduo e ingrato allo stesso tempo. La famosa frase pubblicata su tutti i giornali: ”Un cavaliere non lascia mai la sua signora”, non fu idea di Alex ma di quella dirigenza ricordata non proprio per avere grandi capacità. Dicevo, non ce l’ho con il Presidente che probabilmente anche giustamente ha deciso di riportare le cose nel giusto ruolo, perché un giocatore non può sostituirsi ad una squadra. Questo lo capisco. Capire però dovrebbero quelli che in questi giorni hanno criticato Del Piero dicendo che fosse lui ad aver voluto tutto questo. Sbagliato. Alex si è prestato. Certo a chi non farebbe tanto piacere avere tanto onore? Ma altri si sono rifiutati e loro si hanno fatto bene i loro comodi. Per il nostro bene Alex ci ha tenuti uniti quando altri non avevano le palle per farlo. E’ stato il Generale che mentre noi eravamo lontani da Roma e la stessa bruciava, ci ha tenuto insieme nelle battaglie. Mentre a Roma facevano la politica noi facevamo la guerra, uniti come fratelli. Come Ezio contro Attila. Non abbiamo tradito Roma e non la tradiremo mai, ma Roma che prima ci ha utilizzato ora ci ha guardato con non poca diffidenza. Questa è stata una brutta cosa. Pazienza, nella nostra lealtà totale non abbiamo marciato contro. E’ bene aggiungere che all’analisi finale quasi tutti gli Juventini non hanno tradito il loro Generale. Ero in piazza Castello a Torino fra i 400 mila a festeggiare e ho visto il tributo ai giocatori e al Capitano. Ho visto, sentito e cantato il nome del Capitano. Ero con gente che veniva dallo stadio e aveva assistito ad un tripudio di cuori e di lacrime. Al più caloroso addio a una squadra che io ricordi, finanche perché non preparato. Al giro di campo durante una partita più clamoroso che io abbia mai visto in vita mia. Diciamolo: in quel momento non fregava a nessuno della partita. In quel momento c’era solo da omaggiare il nostro Generale che era sceso per l’ultima volta nella sua (nostra) Arena. Non ce l’ho con il Presidente ripeto, forse è giusta la sua scelta. Ce l’ho con quella parte del tifo che a mio parere ha voltato pagina troppo presto. Ce l’ho con chi solo un anno fa gridava il nome di Del Piero e ora gli ha voltato le spalle. Ce l’ho con chi solo per un attimo ha pensato di fischiarlo allo stadio. Questi ultimi poi sono 4 gatti sfigati, glielo dico e non mi frega nulla se si offendono. Vi dovete solo vergognare per aver pensato anche per un solo momento uno squallore simile. Lo stadio ha emesso la sua sentenza ieri: siete un esigua minoranza.\r\n\r\nLa Curva Nord, secondo anello, ha scritto: ”Del Piero non è importante è l’unica cosa che conta”. La Curva Sud dove c’e’ ‘chi comanda’ ha omaggiato con 20 minuti di applausi scroscianti. Amen. Zitti. Fatevene una ragione. La Curva ama la Juve ed ama il suo Capitano. Roma e il suo Generale. Le due cose sono insicindibili, non sono contrapposte, fanno parte della stessa storia, della stessa famiglia. Agnelli non vi ha chiesto di odiare Del Piero, neppure una volta. Ha preso la sua decisione come è nelle sue mansioni e nelle sue responsabilità, ma voi vi siete subito ugualmente schierati dalla parte forte. Certo molto facile questo. Molto comodo ancorché poco coraggioso. Molto più difficile mettersi dalla parte di un figlio di un elettricista rispetto che al figlio di uno che possiede magari delle centrali nucleari. Lo capisco ma non lo apprezzo. Sarà perché pure io son figlio di un maestro di scuola, sarà perché anche io come Del Piero sono cresciuto in mezzo alla strada, in mezzo alla gente normale. Alex deve andare… E va bene mi piange il cuore, ma lo capisco. Alex come Garibaldi a Teano risponde ”Obbedisco” ma come Garibaldi non è contento, perché come Garibaldi sa che si poteva fare di meglio. Mi auguro solo che il suo esercito non venga mandato al forte di Fenestrelle come è successo ai Garibaldini. Grazie a Dio Andrea Angelli non è Vittorio Emanuele. Sono sicuro che il Presidente farà una grande Juve, lo sta già facendo, perché è un ragazzo in gamba e ha carisma. In soli due anni ci ha già riportato a vincere lo scudetto. Una gran cosa. Lo ammiro, anche se non sono disposto ad ammainare i miei sentimenti in forza di uno scudetto seppure bellissimo. Come molti di voi sono un po’ triste e un po’ felice. Chiedo solo umilmente al Presidente, che possa fare rientrare nei ranghi il nostro Generale quando smetterà. A Del Piero ho due sole cose da dire, la prima è la più importante: “Io non ti ho tradito”. La seconda vorrei che tu la prendessi come la mia carezza sul tuo viso. Spesso inizio i miei articoli con una canzone, per te Alex chiudo anche con una canzone, non l’ho mai fatto. Si tratta di Hey Jude la canzone che Paul Mc Cartney scrisse per la pena che provava a vedere il piccolo Julian Lennon, abbandonato da suo padre John. Questa canzone fa:\r\n\r\nHey Jude don’t make it bad, take a sad song and make it better. Remeber, to let her into your heart, then you can start to make it better…… And anytime you feel the pain hey Jude refrain, don’t carry the world upon your shoulders for well you know that it’s a fool.\r\n\r\nHey Jude non essere triste, prendi una canzone triste e rendila migliore. Ricorda di lasciarla entrare nel tuo cuore, così potrai iniziare a renderla migliore…. E ogni volta che senti dolore hey Jude, trattieniti. Non portare il peso del mondo sulle tue spalle, perché lo sai bene che questo è folle. (The Beatels).