De Rossi incerto sul proprio futuro. La Juve può sognare?

derossiDe Rossi e la Roma. Un rapporto di amore senza limiti che però mostra le prime crepe in una stagione affatto semplice per la squadra giallorossa. Si naviga a vista, settimana dopo settimana, e il futuro non è dei più rosei. A meno di una svolta durante questa stagione. A preoccupare molto il centrocampista giallorosso, presente stamane in un Adidas Store per la presentazione di un nuovo modello di scarpini, è soprattutto la protesta dei tifosi che non sembra avere fine. «Non è facile il rapporto con i nostri tifosi ma si riallaccerà. Non è la prima volta che ci allontaniamo un pochino dai loro. Spesso la protesta è legata al risultato. Fare risultati importanti potrebbe riportare entusiasmo in tutta la città, che vive di calcio e di Roma. Senza risultati nessuno pretende incitamento dai tifosi, nè coreografie. Ci sono anche problemi che vanno oltre la sfera tecnica. La contestazione c’è da inizio anno e non c’entrano i risultati. Questo potrebbe diventare pericoloso, potrebbe crearci degli alibi in cui non dobbiamo cadere», ha detto De Rossi.\r\nIl centrocampista della Nazionale ha parlato anche della possibilità di vedere Spalletti come successore di Lippi sulla panchina azzurra: «Penso che sia pronto. Ci sono vari bravi allenatori, ma lui unisce l’età alle capacità sul campo. Sarebbe un allenatore valido anche in Nazionale».\r\nIl discorso però poi torna subito sulla Roma e su un gioco che non ricorda neanche lontanamente quello di due stagioni fa: «Siamo bruttini come l’anno delle undici vittorie consecutive. Facemmo tre mesi indecenti, contestati e chiusi a Trigoria. Cercare differenza tra gli allenatori non mi piace. Spalletti è un pezzo di storia della Roma, non solo per i risultati ma per la qualità del gioco. Non si possono fare paragoni. Miglioreremo insieme a Ranieri. Bisogna stare attenti a valutare la situazione: non è rosea certo, ma nemmeno un tracollo». Il problema, forse, potrebbe essere la rosa non all’altezza: «La rosa è la stessa dell’anno scorso. Sono rientrati dei giovani, ma ci sono poche differenza. Anche il tecnico era lo stesso a inizio anno. La rosa è sicuramente all’altezza. Dobbiamo fare un buon campionato per arrivare quarti, l’ho sempre detto. E’ importante per noi e per le casse del club».\r\nIl rapporto con la presidenza è sereno: «Non c’è alcun disagio. I Sensi mi hanno preso a 12 anni e mi hanno fatto diventare un calciatore ricco. Hanno fatto grandi cose per me e per la Roma. E’ un momento difficile per loro, non lo ha mai negato nessuno. Però noi dobbiamo andare avanti, non dobbiamo crearci degli alibi. Se arriverà un benefattore che ci comprerà Messi e Ibrahimovic saremo tutti contenti. I campioni li vorrebbero tutti. Intanto però ricominciamo a pedalare. Nessuno ci chiede di vincere come il Barcellona».\r\nNo comment sulla vicenda Cassano-Garrone: «Non conosco la brutta storia che dice il presidente. Ora ce la spiegheranno. Forse è stato male interpretato e la cosa è stata ingrandita. Magari Garrone vorrebbe Cassano in azzurro perché è un suo giocatore. Motivo non tecnico? Non lo so, chidetelo a lui. Tanto si arrabbia e non vi risponde… Io sono un giocatore e meno male convoca me e altri calciatori che magari non avranno il talento di Antonio ma sono bravi lo stesso».\r\nDe Rossi si sente importante per la Roma e per lo schema di Ranieri: «Vivo un momento simile alla squadra. Non faccio la differenza ma non sono la zavorra di questa Roma. Ranieri mi vuole proteggere dalle critiche, ma io ho sempre giocato così. E’ solo un momento poco brillante. Non sono mai stato il fenomeno che fa vincere le partite alla Roma e alla Nazionale».\r\nLa Nazionale è pronta ad accogliere Totti? «Sì, ci è stato 10 anni. Ci sono amicizie che si creano, emozioni che si condividono. Poi è un ragazzo eccezionale che tutti stimano e apprezzano. I problemi di Francesco erano verso gli avversari e verso qualcuno di dei vostri colleghi. Lui è stato sempre ben voluto».\r\nChiusura con il botto. Si parla di un eventuale futuro di Daniele lontano da Roma e dalla Roma: «Non ho mai detto che il mio sacrificio potrebbe salvare la Roma. Non c’è nessuno da salvare. Poi magari vendono due giocatori invece che me. L’ho sempre detto: non mi lego alla Roma in base a chi si compra, è un discorso che nasce con me. Io qui sto bene, poi non posso prevedere il futuro…».\r\n(Credits: Tuttosport.com)