A qualcuno, forse, fa piacere che la Juve si trovi in questa condizione. Probabilmente ritiene, seguendo ragionamenti pseudo giustizialisti, che sia normale non avere fretta nel rivedere una Juve vincente. E’ inevitabile, per costoro (una sorta di partito trasversale), seguire i bianconeri dibattersi in posizioni di classifica meno elevate ancora per qualche anno e poi, magari, riapplaudirne ipocritamente il ritorno al vertice. Perchè loro, i bianconeri, devono continuare a espiare chissà quali colpe. Siamo all’arbitrio e alla pura arroganza anti-Juve che noi combattiamo. Risulta altresì curioso notare chi, adesso, mostrando un coraggio fuori dal comune, rivaluta il lavoro di Ranieri dopo averne condiviso, a denti stretti, l’esonero. Perché fu opportuno quell’esonero.\r\nRicordiamo, a quanti hanno la memoria corta, il cammino dei bianconeri al termine dello scorso campionato: il 21 marzo 2009 la Juve batte i giallorossi a Roma 4-1. E’ l’ultimo successo. Da allora due mesi di nulla: ben sei pareggi e due sconfitte. Ecco il dettaglio: Juve-Chievo 3-3, Genoa-Juve 3-2, Juve-Inter 1-1, Juve-Lazio 1-2 (coppa Italia), Reggina-Juve 2-2, Juve-Lecce 2-2, Milan-Juve 1-1, Juve- Atalanta 2-2. Alla trentaseiesima giornata (a due dal termine) la Juve si trova al terzo posto in classifica a 13 punti dall’Inter capolista, a 3 dal Milan e con un solo punto di vantaggio sulla Fiorentina quarta. Ranieri viene esonerato il 18 maggio, subentra Ferrara che con due vittorie conquista il secondo posto ed evita lo spauracchio dei preliminari (in caso di quarto posto). Oggi Ranieri guida con successo la Roma, coadiuvato da Giampaolo Montali che ha saputo affiancarlo nel lavoro e soprattutto in quel particolare ambiente che è lo spogliatoio di una grande squadra. E dire che anche Montali proviene dalla Juve.\r\nLa storia è questa. Ora, difficile prevedere che si potesse arrivare a questo punto soprattutto dopo aver giustamente voltato pagina, impostato una importante campagna acquisti e pianificato il possibile salto di qualità verso il primo successo post calciopoli. Ma passare dal progetto faraonico ai rimpianti ne corre. Anzi, sarebbe assurdo pensarlo. Ameno che non si voglia far passare l’idea di una Juve che si debba accontentare. Noi respingiamo con vigore questa scuola di pensiero e riteniamo che si possano rimettere insieme i cocci, ma su basi ambiziose e non mortificanti. Siamo sicuri che questa squadra giochi al cinquanta per cento delle sue potenzialità. Siamo convinti che vi siano al suo interno giocatori in grado di fare la differenza. Gli errori della società sono evidenti come quelli dell’allenatore. Si può ancora rimediare, ma con decisioni rapide e coraggiose. Bettega cominci dal tecnico. Auguri.\r\n(Di Paolo De Paola – Leggi il blog del direttore di Tuttosport)