Dalla sconfitta con l’Atalanta alla Superlega

Tra la sconfitta con l’Atalanta e la Superlega sono state 24 ore molto importanti per la Juventus e il suo presidente Andrea Agnelli

Partiamo da principio. Domenica c’è stata la partita contro l’Atalanta. Non è stata in tutto e per tutto una cattiva partita. L’Atalanta è un ottima squadra. Credo che in questo momento sia più forte della Juve come collettivo. Senza Ronaldo purtroppo la Juve di quest’anno è molto spuntata non avendo tante frecce li davanti. Dybala non è ancora al meglio e Morata è preso dai suoi alti e bassi. Nonostante questo, la Juventus ha imbrigliato bene la squadra di Gasperini ed è venuta fuori una partita da pareggio. Il gol nel finale è stata una beffa, ma se andiamo a vedere bene ha comportato la perdita di un punto e più che altro il fastidio di essere scavalcati dall’Atalanta in terza posizione. Posto che, ahimè, al momento merita più di noi. Non ne farei un dramma perchè ripeto la Juventus è stata abbastanza quadrata e coesa. Magari si fosse sempre giocato con questa attenzione. Magari non si sarebbero persi i punti stupidi che si sono persi con Benevento, Crotone, Torino, Fiorentina eccetera

Juve: quarto posto alla portata

Ora con il Parma dovrebbero rientrare Bonucci e Ronaldo e secondo me sono rientri importantissimi. Da qui alla fine è probabile che CR7 segnerà ancora i suoi 4/5 gol (dovesse mantenere l’attuale media) e sono gol che dovrebbero portare punti in classifica, idem Bonucci potrà tornare a darci quel qualcosa in più nella costruzione del gioco che senza di lui manca terribilmente. Non posso dirmi proprio ciecamente fiducioso del quarto posto, sarà sicuramente una lotta serrata, tuttavia non mi darei per spacciato.

Superlega: perché è un grosso sì

Capitolo Superlega. Sono più che favorevole. Già nel 2014 promuovemmo una petizione affinché la Juve andasse a giocare in un altro campionato. Quindi che la Juventus sia impegnata più all’estero che in Italia mi fa solo piacere. In verità, la Superlega non cancella i campionati ma cancella la Champions League, perchè la sostituisce. Tuttavia è iniziato un braccio di ferro con Fifa e Uefa che attualmente vede le parti al muro contro muro con gli organi europei e mondiali che minacciano sanzioni ed esclusioni. La mia sensazione è che il dado è tratto e si dovrà arrivare ad un accordo. Ho visto già queste cose fatte in passato ad esempio in F1 quando FIA e FOCA si sono sfidate e poi alla fine appunto si sono accordate.

La Uefa sbaglia. Senza le grandi d’Europa non va da nessuna parte. La Champions ma anche l’Europa League andavano riformate già da tempo. La gestione anche delle entrate va ottimizzata. E’ normale che Real-Barca faccia 3 miliardi di spettatori mentre Osasuna-Getafe ne fa 100mila se va bene. E’ normale che chi genera entrate non può avere la stessa fetta di torta di chi non ne genera o ne genera poche. E’ spietato ma non si è una ”fate bene fratelli”. Le squadre piccole vanno assistite ed è giusto, ma ognuno va premiato per quanto dà al movimento, non a prescindere. Anche per stimolare le piccole a crescere e a investire e non a campare di rendita con i soldi delle grandi. Questa questione era stata già affrontata diversi anni fa quando i diritti tv diventarono collettivi e poi sempre, così gestiti male, da avere anno dopo anno sempre una vendita a ribasso. E’ chiaro che una società come la Juventus che fa investimenti importanti non può proprio stare ad elemosinare i soldi alla propria lega. Una squadra che decide di acquistare Ronaldo e portarlo in Italia dandogli uno stipendio di 30 milioni l’anno – e così facendo fa del bene a tutto il calcio italiano – non può sedersi al tavolo e avere la stessa fetta del Benevento o del Crotone. Altrimenti chiedete a questi di partecipare allo stipendio dei nostri campioni o di comprarne loro se ne hanno la forza. Può essere spietato ma è solo la vita.