dagostinoIn un intervista al Giornale del Friuli, parla Gaetano D’Agostino, il regista dell’ Udinese oggetto delle attenzioni bianconere in estate, che sta ritrovando la migliore condizione. In verità alcune dichiarazioni lasciano un po’ perplessi, ma concediamo al buon Gaetano – protagonista di un avvio di stagione nettamente al di sotto delle aspettative – almeno il beneficio del dubbio.\r\nIl pezzo è di Massimo Meroi.\r\n\r\nVado o resto? Resto o vado? Gaetano D’Agostino ha sfogliato per un’estate intera la margherita. Alla fine è rimasto. Quarta stagione a Udine, con qualche rimpianto, ma anche con la consapevolezza di avere un ambiente che lo avrebbe “riaccolto” a braccia aperte. «Oddio, mi aspettavo qualche fischio alla presentazione in piazza, e invece solo applausi. Sarei ipocrita se dicessi che speravo di andare alla Juve, ma non è un dramma essere rimasto. Avevo detto che avrei lasciato l’Udinese solo per una grande squadra. Avevo ricevuto offerte anche da Napoli, Genoa e Atletico Madrid, avrei guadagnato di più ma per il bene della mia carriera ho preferito restare».\r\n\r\nD’Agostino, quali aggettivi userebbe per raccontare la sua estate?\r\n«Agitata, emozionante, imprevedibile».\r\n\r\nProva a raccontarcela?\r\n«A giugno arrivo in sede con la bomboniera del battesimo di mio figlio Giuseppe per la famiglia Pozzo e il patron mi dice: “Il prossimo anno giocherai in una grande squadre”. Questo per precisare che non sono stato io a bussare per andare via».\r\n\r\nQuella squadra era la Juve. Poi c’è stato anche il Real Madrid.\r\n«Non è stata una situazione facile da gestire. Ogni giorno ero sul giornale, mi chiamavano tutti. A un certo punto ho deciso di cucirmi la bocca anche perchè le mie parole non sempre venivano riportare correttamente».\r\n\r\nColpa dei soliti giornalisti. Troppo facile, non le pare?\r\n«Se io dico che lascerei l’Udinese solo per una grande e che da bambino tifavo per la Juve non si deve riportare solo la seconda frase ma tutte e due. Io credo di avere la coscienza a posto».\r\n\r\nAlla fine è rimasto. Come mai?\r\n«Se avessi voluto andarmene a tutti i costi l’avrei fatto, bastava andare a battere i pugni in sede, ma non sarebbe stato giusto. Ho ricevuto offerte importanti da Napoli, Genoa e Atletico Madrid, avrei guadagnato molto di più. Per la prima volta nella mia carriera non ho guardato all’aspetto economico ma alla mia carriera e alla mia famiglia».\r\n\r\nQual è ora il rapporto con i Pozzo?\r\n«Buono, perchè? Non hanno mica delle responsabilità in quello che è successo (Gaetà, ma che stai dicendo???? ndr Enrico)».\r\n\r\nAllora si è sentito tradito dalla Juve che non ha creduto in lei?\r\n«Mi hanno cercato, vuol dire che mi hanno seguito, poi hanno puntato su un altro giocatore».\r\n\r\nCon caratteristiche completamente diverse dalle sue. Forse a Torino non avevano le idee chiare?\r\n«O forse non c’era un’alternativa con le mie caratteristiche» (o forse Pozzo aveva la bocca troppo larga? ndr Enrico)\r\n\r\nPrima di andare in ritiro a Montepulciano lei dichiarò: «Non vorrei andarci». Perchè?\r\n«Voleva essere una forma di rispetto nei confronti del tecnico e dei miei compagni. Non sono un ragazzino della Primavera, per stare lì dovevo avere la testa sul pezzo».\r\n\r\nE invece non era così, vero?\r\n«Ero scarico. In quei giorni si parlava del Real Madrid. Ricevevo tante telefonate: “Vai al Real. No, resti. Forse la trattativa si riapre. Sbagliato, è saltato tutto”. Stressante».\r\n\r\nCosa pensava in quei giorni?\r\n«A come riallacciare i rapporti con Marino, i compagni, i tifosi. Il giorno della presentazione in piazza Duomo mi aspettavo fischi e mi sono emozionato quando ho sentito incitamenti e applausi».\r\n\r\nQuando ha capito che sarebbe rimasto?\r\n«Appena tornati a Udine dopo il ritiro sono stato io ad andare in sede dalla proprietà a dire: stop, fermiamoci qui e ripartiamo, altrimenti non se ne esce più».\r\n\r\nChi l’ha aiutata a superare la delusione?\r\n«La mia famiglia. Le vacanze le ho fatte tutte a Lignano, anche i miei vicini di ombrellone sono stati molto carini».\r\n\r\nIl suo stentato avvio di stagione si deve a questo?\r\n«Sì, mentalmente le prime due settimane di preparazione io non le ho fatte. Nelle prime gare di campionato avevo voglia di spaccare il mondo poi in campo non mi riusciva niente. Ero disorientato».\r\n\r\nMercoledì con il Milan, finalmente la sua prima partita all’altezza…\r\n«Abbiamo vinto e ho goduto come un matto».\r\n\r\nFracassi Enrico per Juvemania.it