Crocifiggere Marotta? No, grazie, io non mi unisco al coro

Forse qualcuno ha dimenticato come siamo arrivati all’ennesima stagione di una via crucis che si ripete ormai dal secondo anno di Ranieri sulla panchina bianconera.

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Avevamo un projettò: giovani campioni da affiancare ai vecchi leoni che hanno riportato la Juve in A.

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Questi campioni rispondevano ai nomi altisonanti di Tiago, Almiron, Poulsen, Amauri, Diego e altri arrivati a suon di milioni e pagati talmente tanto che per rivenderli abbiamo dovuto continuare a pagargli noi lo stipendio.

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Forse qualcuno dimentica che dietro quel projettò, oltre al suo artefice francese, buono a farsi grande coi meriti altrui, c’era anche una proprietà incapace di difendere la propria società nei momenti più bui e incapace anche di programmare il futuro.

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Gente capace solo di scucire un po’ di milioni per accontentare la piazza e dar l’impressione di amare i nostri colori almeno quanto i suoi illustri avi.

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Quella proprietà è ancora lì e ha chiamato in soccorso un dirigente scafato, navigato, invocato dalla piazza, capace di portare Cassano e Pazzini alla Sampdoria, mettendogli vicino un presidente amato dalla piazza.

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Risultato: una girandola di nomi che ha portato oltre 11 (undici!) giocatori nuovi a Torino, molti dei quali in prestito con diritto di riscatto.

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Ora, se è innegabile che Traoré e Rinaudo sono acquisti che sembrano privi di senso, se è altrettanto vero che Motta e Martinez sono da bocciare – tra l’altro, quest’ultimo pagato fior di milioni – e se alcuni giocatori come Aquilani e Pepe destano qualche perplessità, c’è da dire che altri acquisti sembrano azzeccati: Matri e Quagliarella si sono rivelati ottimi colpi, Krasic è da rivedere ma la prima parte della sua stagione è stata strepitosa, Toni a parametro zero, pur acciaccato, è senza dubbio meglio degli evanescenti Iaquinta e Amauri, Bonucci e Sorensen si sono un po’ persi assieme al resto della difesa ma non sono certo quelli che hanno demeritato di più, Storari ha dato una buona affidabilità finché è stato chiamato in causa.

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Resta il rammarico di un Buffon e di un Chiellini che sembrano essersi fatti risucchiare nel vortice di mediocrità e di un allenatore che non è riuscito a dare alcun gioco, alcuna impronta alla sua squadra.

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Da qui bisogna a mio avviso ripartire: salutiamo senza rammarico Del Neri, guascone a parole, quando dice che la squadra è in crescita e ha fatto un’ottima partita dopo l’ennesima delusione, ma chiediamoci se davvero il DG sia il responsabile di quest’ennesima debacle.

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Vinovo sembra diventata la brutta copia dell’Appiano Gentile di qualche anno fa.

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E se l’ambiente è marcio è da lì che bisogna riorganizzare, a partire da una proprietà che non sembra affatto amare la Juve.

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Il ridimensionamento non parte da Marotta, che pure può aver commesso degli errori.

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Vedremo cosa riuscirà a fare quest’estate, ammesso che abbia i soldi per programmare un mercato di livello.

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Ma il problema è proprio lì: i soldi sono stati dati a un incompetente e adesso non se ne scuciono più.

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Adesso che servirebbero e probabilmente c’è qualcuno capace di farli fruttare, si stringono i cordoni della borsa, adesso c’è la sensazione che la Juve verrà definitivamente abbandonata al suo destino.

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Ma se Marotta è un ministro senza portafogli, qual è davvero la sua colpa?

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Di Luca Falvo per Juvemania.it