Il fascino di Milano nel periodo natalizio non ha eguali. La città si scopre magica e quel senso di stress quotidiano passa con una visita al Castello Sforzesco illuminato, uno sguardo ai negozi di Via Montenapoleone pronti con il cartello “sold out” e l’albero di Natale che dall’alto saluta piazza Duomo. Il week end perfetto per i milanesi è rinviato, per i milanisti invece è appena passato. Lo spettacolo di San Siro pari a quello della fiera degli obej obej in Piazza Castello. Passeggi tra le gente come i rossoneri passeggiano sulla Sampdoria, 24 minuti ti bastano per portare a casa tutto quello che propone la giornata. E se non sei sazio, ci sono i cugini che soccombono a Torino ed eccoti che il campionato è riaperto. Grazie al Milan che diverte e ci diverte, grazie a Leonardo al quale dobbiamo delle scuse ma con il quale non ci siamo mai accaniti anche quando avevamo dei dubbi sulle sue competenze, non calcistiche, bensì da allenatore alle prime armi. Il quadrato magico illumina più delle luci di San Siro. Riscoprire Ronaldinho in versione assistman è un successo di Leo, far capire a Pato che può segnare anche se parte da più lontano è una vittoria tattica e rigenerare Borriello è la dimostrazione di come riesce a tenere in pugno lo spogliatoio un allenatore emergente che si può permettere il lusso di dire a Gattuso e Inzaghi di rispettare la fila. E’ stato un piacere vedere Silvio Berlusconi in tribuna, adesso Galliani si inventi qualcosa sul mercato di gennaio. Se a Natale il Milan arriva ad una distanza così ridotta dall’Inter, Leonardo merita un regalo sotto l’albero. In difesa qualcosa va rivisto ed un esterno di fascia sarebbe l’ideale per completare un reparto monco. Chi lo avrebbe mai detto che a fine 2009 sarebbe stato Kakà a rimpiangere il Milan e non il Milan a rimpiangere Kakà? Un altro merito di Leonardo: aver saputo adattare Abate terzino destro e non aver buttato al vento Antonini che a fine settembre pensava già a fare le valigie e a prendere il primo volo per Capodichino. Il doppio fattore A (Abate + Antonini) è una vittoria del vivaio rossonero. Al contrario del settore giovanile dell’Inter che tanto si vanta dell’organizzazione ma poi impiega cinque anni per sfornare due talenti (Santon e Balotelli) e cinque minuti per bruciarli. Milan maestro di comunicazione, ufficio stampa e marketing tra i migliori in Europa, Inter da dilettanti allo sbaraglio. Lo specchio dei due Presidenti. Chi ha vinto anche senza spendere e chi ha speso anche senza vincere. Prendete l’Inter e mettetela a confronto con la Juventus. Bisogna impegnarsi per perdere oggi con la squadra di Ferrara. Sul gol di Eto’o si è vista la mano, non un solo dito, del tecnico napoletano. Neanche un uomo sull’avversario che sta per battere la punizione, nessuno che va a pressare su Stankovic e il camerunese solo come Giovanni Soldini in mezzo al mare. Sabato sera ha vinto la squadra più cattiva e affamata. Lo avevamo detto lunedì scorso: attenzione a questa Juve ferita, nel confronto diretto può far male. Detto-fatto! La differenza tra Juve e Inter sta proprio qui. Nella gara singola i campioni bianconeri vengono fuori da soli, nell’arco dell’intero campionato perdono punti con le piccole perchè privi di una guida tecnica, delle motivazioni giuste e di un gioco corale. Mourinho è sulla stessa lunghezza d’onda di Ferrara, anche se il portoghese è un bravo teorico ma in difficoltà quando deve applicare la pratica. L’Inter di Torino e l’Inter di Barcellona devono far riflettere Moratti. \r\nUno sguardo anche alla parte bassa della classifica: il Catania è in una fase di agonia permanente e la filastrocca “la squadra gioca bene ma non raccoglie” effettivamente inizia a stancare. Una società con dirigenti “battaglieri” come Lo Monaco e Pulvirenti non può pensare di arrendersi a dicembre solo perchè vuole vincere una scommessa (Atzori) evidentemente già persa. Il prossimo anno a Catania inaugureranno la cittadella dello sport ma di questo passo l’investimento milionario sarà gettato al vento con una squadra in serie B. Il Catania faccia come il Bologna: organico limitato ma con un cambio alla guida tecnica ha saputo svoltare. I siciliani trovino il loro Colomba per spiccare il volo, anche perchè se lo ha fatto il Bologna,con una società inadeguata e inesperta, non si capisce perchè non lo possa fare un club forte ed autoritario come il Catania.\r\n(Credits: Tuttojuve.com)