Coronavirus, Burioni: “Ecco cosa è successo a Rugani”

Il virologo Roberto Burioni ha parlato alla Gazzetta dello Sport del contagio da coronavirus di Daniele Rugani, ma non solo

Il virologo Roberto Burioni ha rilasciato oggi una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale ha parlato delle ripercussioni che sta avendo l’emergenza coronavirus nel calcio. “Le due positività in Serie A? Un passo in più nella consapevolezza – risponde l’esperto – Molti hanno vissuto nell’illusione che atleti iper-allenati e iper-controllati potessero, non si sa come, resistere. Ma questo virus contagia tutti. E dico tutti. Giovani, bambini, anziani e pure giocatori di calcio nel pieno della carriera e delle forze. Chiaramente, poi, le conseguenze negli anziani o in chi è debilitato possono essere diverse: io spero che Rugani e Gabbiadini guariscano ed è lecito pensare che sarà così. Il problema, semmai, è che possono aver contagiato altri. Dopo il contatto ci può essere un periodo di incubazione che va dai 5 agli 8 giorni, ma che arriva a volte fino ai 14, durante il quale la persona può ammalarsi e a sua volta trasmettere la malattia. Chi si contagia oggi non si ammala domani, ma tra un po’, ed è per questo che tutta la Juve è in quarantena”.

Burioni sul caso Rugani

Insomma, mentre in Inghilterra alcune squadre hanno isolato solo i calciatori contagiati continuando a lavorare, l’approccio della Juventus e degli altri club italiani è quello più “sano”. Quanto al caso specifico di Rugani, poi, Burioni aggiunge: “Se era totalmente asintomatico perché gli hanno fatto il tampone? Se aveva 37.4, qualche sintomo lo aveva… Diciamola in questo modo: questo virus può dare dei quadri molto lievi e questo è pericoloso perché una persona con sintomi leggerissimi, come evidentemente Rugani, ha il potere nefasto di infettare gli altri. E se fosse andato ad allenarsi così – ammonisce – avrebbe potuto contagiare compagni, tecnico, staff, singoli inservienti. Andiamo per ordine: Rugani si è infettato da poco e, come detto, serve tempo. Ma tutti, da Agnelli a Dybala devono stare rigorosamente isolati. Devono controllare se hanno la febbre un paio di volte al giorno. Devono verificare se hanno anche il più minimo sintomo, sopratutto respiratorio”.

Si tornerà a giocare?

Chi pensa che il calcio possa riprendere presto non ha capito molto di questa emergenza: al termine bisognerà pur riprendere gli allenamenti e per ora non si può farlo se non da soli. “Non è certo proibito allenarsi – sottolinea Burioni – basta farlo da soli. Anche nel campetto sotto casa, l’importante è che non ci sia nessuno. Che siano nella palestra della propria abitazione o in un ambiente esterno, conta solo l’isolamento. Immagino che tutti, in questo strano periodo, dovranno mantenere tono muscolare e condizione fisica”. I campionati riprenderanno? Molto probabilmente no: “Spero proprio che il 2020-21 sia una stagione bella dall’inizio, ma non escludo che in qualche modo si completi anche questa: non possiamo fare previsioni, sappiamo troppo poco di questo virus. Ogni decisione – conclude – passa solo dagli sviluppi della pandemia nel mondo. Mi concentro su quella, non sul calcio giocato che può attendere”.