Cori contro Balotelli. Sissoko stigmatizza
Si sono più divertiti a insultare Mario Balotelli che non a gioire per il gol vittoria di Fabio Grosso. Gli ultrà juventini sono ricaduti nell’antico vizio razzista di colpire l’attaccante dell’Inter, italiano ma di colore. L’avevano fatto un anno fa. Il risultato fu che la partita con l’Atalanta (inizialmente avrebbe dovuto essere quella con il Lecce) venne disputata a porte chiuse. Il coro «Se saltelli muore Balotelli» è risuonato più volte nello stadio durante il posticipo contro l’Udinese: forse perché Juve-Inter incombe o forse perché il nemico numero uno della curva va sempre tenuto sotto pressione. In ogni caso neanche l’invito della Juventus ad evitare cori razzisti, appello lanciato attraverso lo speaker a metà primo tempo, è riuscito a placare la gente. Anzi, subito dopo il messaggio diffuso dagli altoparlanti, dalla curva Sud è ripartito con ancora più forza l’odioso ritornello. Ora la Juventus rischia grosso, perché il precedente della passata stagione pesa. Ieri, per di più, era la giornata contro il razzismo promossa dall’Unesco: il messaggio prima di inizio partita è stato pure fischiato. Fare finta di nulla sarà impossibile. Momo Sissoko, simbolo juventino e colosso d’ebano, è stato il primo a non capire quelle offese a Balotelli volate dagli spalti. «È assurdo insultare un giocatore che non è neanche qui», ha detto a caldo il centrocampista maliano. Con il paradosso che ad un certo punto della ripresa, quando Sissoko si è riappropriato della trincea bianconera entrando assieme a Del Piero, la curva Nord intonava cori di festa per lui e la curva Sud lanciava gli ululati razzisti nei confronti dei rivali Zapata e Asamoah: due giocatori di colore come Sissoko, ma da bollare con dei folli «buu». Ieri sera, però, il vero obiettivo degli ultrà era Balotelli. Un astio che non si è placato, anche se l’anno scorso per giustificare il proprio odio attraverso quel coro, i tifosi della curva spiegarono che l’avversione era dovuta solo al comportamento dell’interista, ritenuto antisportivo, e non al colore della pelle. Chissà cosa diranno adesso, visto che Balotelli non era all’Olimpico. La società bianconera teme sanzioni proprio per Juve-Inter, prossimo incontro casalingo. Ciro Ferrara ha provato a spiegare il proprio punto di vista: «Io sono contro ogni tipo di insulto e di discriminazione, però andiamo anche a sentire che cosa accade sugli altri campi. Prendersi del figlio di… non piace a nessuno. In tanti stadi nella mia carriera – ha concluso il tecnico bianconero – ho sentito spesso urlare ‘Vesuvio bruciali tutti’. Ed era un messaggio altrettanto razzista». L’invocazione al vulcano paradossalmente viene ripetuta dagli stessi ultrà bianconeri ogni volta che c’è Juve-Napoli, malgrado in panchina sieda il napoletano Ferrara e in squadra ci siano giocatori partenopei come Cannavaro o Molinaro. Un cortocircuito totale che ha regalato un’ombra di dispiacere in una serata perfetta, con la vittoria sull’Udinese e il ritorno in campo di Del Piero. L’attesa per l’ingresso del capitano, con cori e standing ovation, è stata sporcata dall’altra faccia del tifo che non impara dai propri errori e ora rischia di far pagare un caro prezzo alla squadra proprio nella partita dell’anno.\r\n(Credits: La Stampa)