“Sono arrivato alla Juventus nel ‘91 da una realtà piccola come Lecce e sono riuscito a rimanere per 13 anni in maglia bianconera, a diventare capitano della squadra, ad avere la fortuna e la bravura, concedetemelo, di segnare un ciclo vincente. La Juventus mi ha insegnato a vincere ed è questo l’unico modo per acquisire la mentalità giusta e riuscire a trasmetterla. E poi, quando uno inizia a vincere, non vorrebbe smettere mai…”.\r\nAntonio Conte racconta la sua storia d’amore con la Juventus nel corso di una video chat tenutasi ieri allo Juventus Store di Area12 nello Juventus Stadium. Tantissimi i tifosi presenti che hanno voluto far sentire da vicino tanto calore al tecnico bianconero, che ha firmato autografi, concesso foto e ricevuto abbracci. \r\n“Siamo riusciti a far provare di nuovo orgoglio ai nostri tifosi e a non far gioire nessun avversario e questo è merito dei ragazzi che stanno portando avanti una stagione straordinaria e che fin dal primo giorno hanno dimostrato grande disponibilità – continua Conte in video chat –. Dopo pochi mesi, battere Milan in casa 2-0 o l’Inter a San Siro e riuscire subito a dare risposte importanti sul campo è stato straordinario, così come il fatto che siamo imbattuti. Se ne parla poco, perché forse dà un po’ fastidio, ma per noi è motivo di grandissimo orgoglio”.\r\n\r\nFin qui, uno dei più positivi è stato Arturo Vidal, strappato in estate al Bayern Monaco dopo un lungo ed estenuante duello di mercato: “L’acquisto di Arturo è stato molto importante. E’ arrivato all’ultimo, dopo aver partecipato alla Coppa America, e un conto e vedere un calciatore all’opera in cassetta, un conto è vederlo da vicino… E’ stato anche il suo acquisto a spingermi a provare nuove soluzioni, perché o cambiavamo o uno tra Marchisio Pirlo e Vidal sarebbe stato di troppo. Abbiamo allora lavorato su una diversa situazione tattica e ci siamo accorti subito della qualità e dell’intensità che Arturo riesce a darci“, ha precisato ancora il tecnico bianconero, il cui merito principale è quello di aver ridato voglia e carattere ad un ambiente con il morale sotto i piedi. “La squadra deve anche rispecchiare il carattere dell’allenatore, ma da questo punto di vista non ho mai avuto difficoltà, perché ho trovato giocatori di grande temperamento. Ecco perché è stato facile, tra virgolette, far nascere questa squadra. Lo spirito era già innato e ho solo dovuto tirarlo fuori. Questa è una squadra indomita, che mi ricorda molto la Juventus di quando giocavo, e che ha voglia di stupire. Non sono 11, sono 24 leoni, perché tutti sono importanti. E poi ci sono i tifosi che in questo stadio, standoci molto più vicini, rappresentano davvero il dodicesimo uomo in campo. Entrare in campo e sentirli cantare l’inno è entusiasmante e vederli andare via soddisfatti dopo la partita, non solo per il risultato, ma anche per la prestazione della squadra, ci riempie di orgoglio. Quando per strada la gente ti ferma e ti ringrazia per quanto stai facendo è la cosa più bella”.\r\n\r\nInfine una battuta sul settore giovanile e su un certo… Del Piero: “Da parte nostra c’è sempre stato un occhio particolare verso il settore giovanile. Spesso mi capita, a fine allenamento, di correre attorno a vinovo, per dimostrare l’avvicinando alla 1° squadra e anche ai giovani. Siamo tornati a investire molto. Abbiamo vinto il viareggio. Perso la coppa Italia. Baroni è un grande. La nostra speranza è quella di trovare un Marchisio, un De Ceglie (non cito Del Piero perché era nelle giovanili del Padova). Bisognerebbe, come in Del Piero, prendere giocatori di primavera di altre squadre e portarli da noi. Però Del Piero penso sia unico, bisognerebbe clonarlo”.