Conte “Allenatore per vocazione”

Lo scudetto numero 30 per la Juventus è ormai storia. Il primo artefice di questo miracolo, dopo due settimi posti consecutivi, è senza dubbio Antonio Conte, che a mente fredda ha dichiarato a ‘Sette’: “Non ho mai pensato di essere un grandissimo giocatore mentre ho sempre saputo che sarei diventato un allenatore. Già da Lecce quando giocavo nella primavera e allenavo la squadra di mio fratello. Era una vocazione. Sono portato a dare un indirizzo. Un metodo. Indicare una squadra. Prendere le decisioni. Ringrazio Trapattoni, un padre”. In questa stagione, tra le altre cose, Conte ha dovuto subire diverse cattiverie per la sua capigliatura, ma in passato c’è anche stato chi ha fatto circolare notizie fasulle su la sua morte: “C’e’ cattiveria. Io sono stato capitano della Juventus. In più’, sette anni fa, ci fu lo scandalo del doping. Ne dissero tante su Vialli, Torricelli. Non era un attacco personale. Ma, come al solito, alla squadra. L’anno di pausa, quando ho smesso, e’ stato il periodo più brutto della mia vita”, dichiara ancora il tecnico bianconero, che ultimamente è stato tirato in ballo anche per Scommessopoli.\r\n\r\n“Cattiverie gratuite. Io voglio che i miei giocatori diano il massimo. In un gioco pilotato questo non sarebbe avvenuto. Anche a Siena. Abbiamo avuto un’annata trionfale chiudendo con cinque giornate in anticipo. Nulla può inficiare il bellissimo rapporto che ho avuto con i giocatori e con Siena città. Non devo difendermi. Sono tranquillo ed è giusto che chi sta indagando faccia le proprie indagini”.