«In quest’ultimo periodo non sto leggendo tantissimo ma basta accendere la TV per capire quello che sta accadendo. Io non ho ricevuto comunicazioni da parte della società. Quindi vado a San Siro con la stessa professionalità. Come quando ero calciatore. Poi quando mi verrà comunicato qualcosa di diverso mi comporterò di conseguenza. Io devo avere rispetto e professionalità per una società dalla quale ho ricevuto tanto e ho dato tantissimo. Questo è il mio spirito. Io leggo e ascolto ma fino a quando nessuno mi comunica niente io devo continuare a lavorare. Non ci penso nemmeno a dimettermi, la mattina quando mi guardo allo specchio sono tranquillo. Ho agito secondo coscienza, ecco perché non ho dato io le dimissioni o perché non ho preso una strada diversa. Se avessi avuto società, ambiente o giocatori contro forse ci avrei pensato, ma tutti sono dalla mia parte. Devo solo migliorare la situazione lavorando di più. Non ci sono riuscito fino ad ora ma non è una vergogna».\r\n\r\nSi dice tranquillo Ciro Ferrara e soprattutto in perfetta sintonia con la società e con i “colori” bianconeri”. «Non provate a farmi dire qualcosa contro la Juve. Neanche se la Juve deciderà di cacciarmi. Per me non sarà un problema. A me di questo non interessa nulla. Da calciatore e da dirigente sono sempre stato considerato bene. In questi 20 anni di Juve è il primo momento così difficile e lo accetto, ma non per questo me la prendo con la mia società. L’unica cosa che ha fatto la Juve è quella di non avermi fatto più bello. Non ho pensato ad altri possibili ruoli. Io non credo che il club mi abbia delegittimato di fronte alla squadra. Ho a disposizione professionisti e pur vivendo un momento difficile devono sapere che fino a quando non è finita non bisogna dire che non è finita. Tutti si comporteranno come professionisiti».\r\n\r\nLa ricetta per uscire dalla crisi? Sempre la stessa, secondo Ferrara: lavorare e lavorare tanto. Non è questione di uomini o di allenatore. Bisogna solo lavorare di più.\r\n«I motivi della crisi? Potrebbero essere tanti e ci potrebbero essere anche tanti alibi, ma non li voglio. Dobbiamo uscire da questa situazione ed è un’esperienza molto utile per il mio futuro. Gli infortunati? Ce ne sono stati tanti l’anno scorso e quest’anno ce ne sono stati altrettanti. Come sento in giro anche le altre squadre stanno subendo la stessa sorte. Gli infortunati della Juve sta diventando una barzelletta, ma noi non siamo gli unici ad infortunarsi. Dobbiamo distinguere tra infortuni muscolari e quelli che sono traumi e contusioni che sono scontri di gioco. In quel caso non possiamo parlare di preparazione. Si fa il conto solo con gli infortunati della Juventus».\r\n\r\nContro l’Inter la Juventus ha bisogno di una vera e propria impresa.\r\n«Inter-Juve? C’è bisogno della testa, dell’intelligenza tattica, del cuore, del gioco che l’Inter ti permette di fare perché un po’ ti lascia giocare perché si prende qualche rischio. Loro stanno bene, non la scopriamo certo oggi come valore. Non si discute ma a prescindere dalla sfida contro il Milan. È la squadra da battere e domani ci proveremo. Non servono molte parole, ci si carica autonomamente. Non sarà facile contro l’Inter ma noi ce la giocheremo con le nostre qualità e forze attuali cercando di fare la nostra partita. Boniperti convocato? Ormai è abituato a portare questo cognome così importante. Per lui sarà la prima volta; è venuto ad allenarsi con noi ogni tanto però è ovvio che un pizzico di emozione possa esserci. Niente Immobile, è infortunato.»\r\n\r\nI tifosi? Ciro li sente ancora vicini, dalla sua parte. \r\n«Devo essere sincero. Il tifoso ama la sua squadra e chiaramente il momento negativo influisce su tutti però io continuo a sentire il pubblico bianconero molto vicino. Tutt’ora sento il loro affetto». \r\n\r\n\r\n(Credits: Tuttosport)\r\n