Collina: “fuorigioco di centimetri? Si deve proseguire”

Nell’ambito del 3° seminario di aggiornamento per giornalisti sportivi “Il calcio e chi lo racconta“, organizzato dall’Unione Stampa Sportiva Italiana con la Federazione Italiana Gioco Calcio, è intervenuto stamane a Coverciano il designatore degli arbitri Pierluigi Collina. Ecco i passi salienti del suo lungo intervento.  “Bisognerebbe che la stampa volesse più bene alla Federazione e quindi alla Can. Ogni stagione in Italia si disputano 750.000 partite, è un dato su cui riflettere perché la nostra mole di lavoro non riguarda solo le serie professionistiche”.

NOVITA’ – La più rilevante dal punto di vista regolamentare, voluta dall’International Board dopo il caso-Panucci in Italia-Olanda durante gli Europei 2008, è la regola 11 sul fuorigioco. Un giocatore che esce dal campo senza autorizzazione è da considerarsi in gioco, sulla linea del punto in cui è uscito. (Se l’uscita dal campo non è determinata da un’azione di gioco, ma si tratta di una scelta volontaria, alla prima interruzione il giocatore verrà ammonito). L’altra novità riguarda il comportamento dei componenti la panchina: a parte l’allenatore, a un solo componente lo staff è consentito di alzarsi per dare istruzioni alla squadra.

FUORIGIOCO – L’assistente deve aspettare a segnalare fino a quando il pallone non viene toccato o giocato dal giocatore che era in posizione di fuorigioco“. Collina prosegue: “E’ vero che molte norme complicano l’interpretazione dell’arbitro, ma noi non possiamo discuterle, dobbiamo solo limitarci a metterle in atto. E’ vero comunque che da almeno 15 anni, ogni variazione alle regole è concepita per favorire lo spettacolo, l’offensivismo e non il difensivismo, l’ostruzione. Non è vero che ci sono solo parrucconi a decidere: dell’International board fa parte uno come Michel Platini che qualche calcio al pallone lo ha dato?”.

30 CENTIMETRI –E’ impensabile discutere su un piede, su un’ombra, sulla luce, sui 20 o sui 30 centimetri. Lo scopo chiaro è quello di ‘far giocare’, dunque se in un’azione, in partenza, esiste una posizione di fuorigioco di quel genere, è giusto che i guardalinee facciano proseguire“.

CHIARA OCCASIONE DA RETE –Gli inglesi dicono ‘ovvia’ per avere meno dubbi. Dipende dal controllo e dalla direzione del pallone, dalla posizione dell’attaccante e dei difensori avversari, dal punto dove è stato commesso il fallo rispetto alla distanza e alla posizione della porta. Troppa confusione con i ‘falli da ultimo uomo’ che non esistono e che per definizione non comportano affatto automaticamente il cartellino rosso. Nell’ultimo derby Milan-Inter, Gattuso andava espulso per il fallo da rigore su Eto’o, palla a terra e in gioco, chiara occasione da gol per i parametri regolamentari. In Milan-Roma giusto ammonire soltanto Nesta per il fallo su Menez, palla alta, porta lontana, nessuna occasione da rete chiara”.\r\n\r\nDANNO PROCURATO E “BRACCIA LARGHE” – “E’ un falso storico il danno procurato. Non esiste a termini di regolamento. Esiste l’eccesso di foga, vigore, l’atto particolarmente violento. Ogni volta che sento dire ‘danno procurato’ mi viene da ridere. Come quando si parla di braccia larghe, di ‘aumento dal volume corporeo’?: le braccia sono alzate o abbassate, altrimenti se uno corre o cammina, le braccia sono un po’ lontane dai fianchi. Automaticamente, involontariamente”.

RISPOSTA A CAPELLO –La mia è una sfera tecnica, la sua una ‘politica’, filosofica. Posso dire che in altri sport le tecnologie funzionano e noi non abbiamo nulla in contrario che esista, come ogni cosa che possa migliorare la mia possibilità di lavoro. La telecamera sulla porta per esempio è una cosa che indubbiamente auspicabile. Il tempo effettivo? Basta mettersi d’accordo: se vogliamo giocare a pallone, giochiamo a pallone. Se no giochiamo a basket?”. Capello ha detto che gli arbitri italiani fischiano più di tutti: “Le impressioni sono impressioni, i numeri sono i numeri. Non sono omologabili i modi, gli stili di gioco inglesi con quelli italiani. Dire che fischiano molto di più dei tedeschi, degli spagnoli, dei francesi, è falso. Nei numeri, non nelle opinioni“.

IL CASO GASPERINI – Squalificato, l’allenatore del Genoa, per un insulto alla terna riferito dagli ispettori federali: “Un giornale genovese, ‘Il Secolo’, le ha definite spie, ma sono persone riconoscibilissime con dei pass grandi come le targhe delle auto. Di fronte a certi atteggiamenti corretti, non si deve far finta di niente”. Quanto all’osservazione di Gasperini, intollerante verso i troppi dirigenti e giocatori che ‘accompagnano gli arbitri negli spogliatoi’ o in campo, ha risposto il direttore generale della Federazione, Antonello Valentini: “E’ stato aperto un fascicolo, indaghiamo e per quanto riguarda Garrone che dice che la Samp dà fastidio, limitiamoci a dire che ci sono arbitri che sbagliano, come tutti, ma a nessuno dà fastidio nessuno“.

PRESSIONE – Sembra che la pressione che hanno gli arbitri sia una loro colpa. Da che mondo è mondo con meno pressione si lavora meglio. Lo dicono Ancelotti e Capello: in Inghilterra c’è meno pressione a tutti i livelli. Io dico: in Italia siamo malati di voyeurismo e ogni minimo dettaglio viene vivisezionato, come se il calcio non fosse sport di contrasto, scontro fisico, energia. Le azioni che hanno determinato i 2 gol di Lazio-Sampdoria sono state fatte rivedere cento volte per 2 contatti iniziali assolutamente trascurabili“.

IL PESO DEI “VAFFA” –Sono tignino, quando mi dicono io mi ci attacco. Totti-Rizzoli a Udine un anno fa? Rizzoli è stato mandato a giocare per molto tempo in spiaggia con le formine? In generale però ci sono molti aspetti da considerare. Un conto sono la vicinanza, la reiterazione, il tono, il momento. Un conto sono le speculazioni, le strumentalizzazioni: ho visto giornali pubblicare foto di episodi accaduti in altri momenti della partita per sostenere la tesi dei 2 pesi e delle 2 misure. Non dimenticatevi che l’arbitro ha un auricolare, sente al 50 per cento“.

ANDIAMO DAI GIOCATORI –Su richiesta, ci rechiamo nei luoghi di lavoro delle squadre a spiegare il regolamento, oltre ai raduni periodici che facciamo con i capitani“.

Credits: Sport Mediaset

Fracassi Enrico