Giovanni Cobolli Gigli fino a cinque mesi fa era il presidente della Juventus e conosce bene l’ambiente\r\n(«sono rimasto in contatto con Blanc, con cui si è instaurata una certa amicizia»), i giocatori e dunque le risorse sulle quali Madama può contare per non mancare pure l’ultimo obiettivo. «Non riesco e non voglio neanche immaginare una Juve fuori dalla prossima Champions, anche se mi rendo conto che arrivare quarti a questo punto comporta uno sforzo da parte dei giocatori, tra l’altro nei mesi che portano al Mondiale».\r\n\r\nLei che spiegazione s’è dato dei risultati di quest’anno?\r\n«A inizio stagione la Juve era in corsa per tutto. Lo dicevano i risultati, nelle prime giornate la squadra era tonica, rampante, giocava bene. Nulla lasciava presagire questo declino. Credo che la sconfitta in casa col Napoli, dopo essere stati in vantaggio per 2-0, abbia inciso sul morale della squadra, insinuando il dubbio nei giocatori. Difatti la stessa situazione si è ripetuta con il Bayern e più recentemente con il Siena e a Londra: la Juve che conosco io non avrebbe avuto alcuna difficoltà a fronteggiare il Fulham, in particolare dopo 1-0. E’ la dimostrazione che c’è stata un’involuzione psicologica».\r\n\r\nE’ stato un errore affidarsi a un allenatore esordiente come Ferrara?\r\n«A posteriori è evidente che non ha raggiunto i risultati e il primo a rendersene conto è proprio lui, come mi ha detto di recente. Qualcosa non ha funzionato. Ma se mi ritrovassi nella stessa situazione dell’anno scorso, con la disamina che ci fece Blanc, direi ancora di sì a Ferrara».\r\n\r\nA questo punto quante possibilità ha la Juve di arrivare quarta?\r\n«Voglio vedere il bicchiere mezzo pieno: a me la Juve a Marassi non è dispiaciuta, ho visto bene Del Piero, Cannavaro, Marchisio, lo stesso Chimenti ha fatto 3-4 splendide parate. Ci tengo a dirlo perché uno che non gioca da anni e viene buttato in campo mettendoci grinta e personalità gode di tutta la mia stima. Ecco, se si riesce a capitalizzare tutto questo, a ripartire da lì e a fare una bella partita a Napoli, il quarto posto è ancora abbordabile ».\r\n\r\nLa Juve su cosa può contare?\r\n«Per me è essenziale il ruolo di Del Piero. Da come l’ho visto a Marassi mi pare che abbia voglia di metterci la faccia, la testa, il cuore, le gambe. Un esempio forte e consolidato come il nostro capitano ce l’hanno poche squadre».\r\n\r\nLei è andato via, o meglio non è stato confermato, subito prima della rovina: ha nostalgia?\r\n«No. Ho un ricordo intenso di quei tre anni e mezzo e ho lasciato una squadra viva, in salute. Ora mi piacerebbe fare le cose che non ho mai fatto, viaggiare, spendere bene gli anni che restano. Poi, se mi arrivano\r\nproposte professionali che mi lasciano sufficiente libertà le prendo in esame. Ma nel mio campo, che è l’editoria, la grande distribuzione. Col calcio ho chiuso».\r\n\r\nL’intervista integrale la potete leggere sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport