Ciro Ferrara, l’esonerato che cammina…

Probabilmente ha ragione Josè Mourinho: “Ciro Ferrara è un eroe“. Nel senso che l’allenatore che arriva in fondo al campionato in Italia – o nel suo caso l’aver resistito fino a oggi – compie comunque un’impresa di sopravvivenza che meriterebbe una medaglia. Ma a sentirlo parlare il Dead Coach Walking della Juventus non lascia alcuna speranza sulla fine di questa storia.\r\n”Non sarà un problema se la Juventus dovesse prendere una soluzione diversa…” “Non credo che mi abbiano delegittimato di fronte alla squadra”. “Se avessi sentito la società contro, la squadra contro e l’ambiente ostile sarei andato via”. “Non voglio alibi, non ne voglio trovare”. “Questa esperienza comunque mi sarà molto utile per il futuro”. “Sei mesi di Juventus valgono come 10 anni da un’altra parte”. “Non c’è nulla da vergognarsi”. “Non mi hanno detto nulla e fino a quando non mi dicono qualcosa non mi passa per la testa di abbandonare”. “Non provate a farmi dire nulla contro la Juve“. E così via. La parola dimissioni non l’ha mai pronunciata – né al mondo né ai ai suoi stessi dirigenti a quanto pare – ma mi sembrano tutte frasi ultimative, quasi senza speranza.\r\nMi è sembrata più amara che scherzosa anche la prima frase, quando Ciro si è messo a sedere: “Bene, vedo il pubblico delle grandi occasioni…”. Beh, effettivamente è vero: in questi casi il calcio sembra un corvo appollaiato sul filo per assistere con curiosità al grande botto. Però stavolta non ci sono colpe da cercare altrove, in questa situazione è la Juventus che si è infilata: e se il suo allenatore – pur sapendo che ormai è già esonerato e si sta solo cercando il tuo sostituto – non si dimette, beh la sofferenza è veramente tanta. Anche se le domande non fatte forse farebbero ancora più male. E’ credibile che nessuno gli abbia detto nulla? E’ possibile che Ferrara si senta ancora in carica? Non esisterà forse un accordo per il futuro che non vuole compromettere? Non sarà che non si è dimesso per questo? Mentre Ferrara parla la società salta da un Gentile, a uno Zaccheroni a un traghettatore qualsiasi che la porti fino all’allenatore definitivo e alla futuribile supervisione di Lippi. E se gestirà il futuro nella stessa maniera in cui ha affrontato l’ultimo anno i guai non smetteranno di tormentarla.\r\nL’esonerato che cammina intanto passerà alla storia per andare ancora una volta in panchina contro l’Inter, contro la numero 1 degli avversari. Con il 90% di probabilità di finirne tritato e il 10% di essere salvato da un miracolo a San Siro (compreso magari la conferma, a traghettatore già ingaggiato…). E non si riesce a capire se la società sia stata semplicemente folle nel non evitare questo ennesimo, ingenuo ma anche un po’ malevolo, errore di gestione, oppure se abbia voluto concedere pietosamente al suo allenatore le ultime luci della ribalta.\r\n\r\nCredits: Fabrizio Bocca – La Repubblica\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it

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Pubblicato da
Alberto Zamboni