Federico Chiesa raccontato in tv. Un documentario forte, interessante, a tratti commovente quello prodotto da Amazon Prime Video. Back on Track va a raccontare ogni singolo dettaglio che ha portato il numero 7 dal buco nero alla rinascita.
Ci è voluto un anno, per rivederlo in campo, ora sappiamo il perché. Tutto è spiegato e documentato in Back in Track. 80 minuti struggenti, emozionanti, che fanno entrare davvero in contatto i tifosi con Chiesa. Ha raccontato tutto, dall’inizio alla fine, compresi i particolari e gli stralci di vita personale. Un percorso lungo e difficile, ma che è servito e può servire ad altri nella sua situazione.
Tornare in campo non è stato semplice per Chicco, ci sono voluti fatica e impegno ma alla fine i suoi sforzi sono stati ripagati.
Quella partita contro la Roma è impossibile da dimenticare per gli juventini. Una vittoria che ha sorpreso tutti, un match completamente ribaltato ma, soprattutto, l’infortunio di Chiesa. Si è visto subito, anche dalla tv, che non era solo una botta. L’entrata di smallino, che non è nemmeno stata punita con un fallo per i bianconeri, ha distrutto il ginocchio dell’allora numero 22. “Ho sentito una fitta che non avevo mai sentito prima, il ginocchio era spento”, dice nel documentario. L’ha detto subito allo staff medico ma ha provato a restare in campo. Al primo cambio di direzione, però, non ce l’ha fatta più. Il giorno dopo la diagnosi: rottura del crociato anteriore. L’operazione si è svolta nel giro di una settimana ed è andata bene ma Federico era triste, non poteva più fare ciò che amava, almeno per un po’.
La prima parte è stata la più difficile: sei settimane di stampelle. Il primo obiettivo era rimuovere quelle ma per farlo bisognava riformare il muscolo, la gamba doveva essere forte. E quindi fisioterapia, esercizi, dolore e una domanda in testa: “Chi me lo fa fare?”. L’amore, per il calci in questo caso, ma anche per la fidanzata Lucia conosciuta proprio nel periodo di convalescenza. E così, non senza fatica, è tornato a camminare, un passo alla volta. E poi a correre. La prima a saperlo la madre, che nel documentario appare spesso per raccontare l’infanzia di Federico. E poi Lucia, papà Enrico e i fratelli. Tutta la sua famiglia era lì a sostenerlo, nonostante vivano in città diverse, nonostante passasse tutto il giorno con i fisioterapisti, nonostante tutto
Dopo le prime corse pian piano comincia ad aggregarsi ai compagni e dice di sentirsi felice come un bambino che gioca per la prima volta. Ritrova l’ex compagno viola Dusan Vlahovic e tutta la squadra a sostenerlo. Rimette piede in campo la prima volta il 16 maggio 2022 ma solo per omaggiare Chiellini e Dybala nel giorno dell’addio. Poi aspetta, si allena e si gode la famiglia.
E infine il rientro, il 2 novembre, contro il PSG. Gli applausi dello stadio lo travolgono come un onda e tutta la sua famiglia è lì a sostenerlo. Perché è finita, è tornato in campo, adesso va tutto bene. L’incubo è finalmente finito.