“Sono contento di poter giocare nel mezzo, che è il mio ruolo. Ma alla fine quello che conta di più non è dove gioco io, ma è continuare sempre a migliorare e a crescere. Lo sto stiamo facendo in Nazionale, lo stiamo facendo nella Juventus, poi il singolo nell’ambito della squadra diventa di minore importanza”. Giorgio Chiellini, si epsrime così ai microfoni dei giornalisti che lo hanno raggiunto a Coverciano prima della partenza per la Polonia, dove l’Italia incontrerà domani in amichevole i padroni di casa.\r\nSul processo di Calciopoli, giunto a sentenza circa 48 ore fa, Chiellini conferma che in nazionale non se ne è parlato: “Sinceramente ho letto ieri, ho letto la sentenza, ho letto il comunicato stampa della società, ma non c’è stato nessun commento da parte nostra, né con gli altri della Nazionale”.\r\nSette juventini in nazionale (anche se Barzagli è tornato a casa causa infortunio), merito anche di Conte? “Io credo che comunque il progetto della Nazionale sia partito da un anno e mezzo, quindi un’identità già ce l’avevamo prima dell’arrivo di Conte e dell’inizio della nuova stagione – argomenta Chiellini -. Siamo in tanti della Juventus perché la Juventus è una delle società che ha puntato maggiormente sugli italiani. Quest’anno ne hanno di più anche Milan ed Inter perché hanno cambiato la loro politica, acquistando più italiani. E’ sicuramente un vantaggio poter giocare in sei perché ti conosci a memoria ed alcuni automatismi diciamo che sono più oliati. Però, ormai, sono tanti anni che giochiamo quasi tutti insieme e non credo ci siano grossi problemi di amalgama fra di noi”.