Chiellini: “Ecco cosa farò quando smetterò di giocare”
Giorgio Chiellini ad ‘Undici’: “Il calcio è la mia vita, quando smetterò di giocare cercherò di rimanere nell’ambiente”, la Juventus lo accontenterà
Giorgio Chiellini è da anni una bandiera della Juventus. Immune da tutte le rivoluzioni che la rosa bianconera ha subito nella storia recente, il difensore toscano confessa che la stagione in corso si sta rivelando molto stimolante. La Juve fa praticamente la corsa su sé stessa, poiché dopo sei scudetti consecutivi si può fare di meglio solo vincendo il 7° tricolore. Quello che proietterebbe i bianconeri anche oltre la leggenda.
“È una stagione stimolante tanto quanto le altre – ha dichiarato Chiellini ad ‘Undici’ – , nel senso che sarà stimolante sempre. Da anni, e anche quest’anno, la Juventus la corsa la fa su se stessa. Un momento particolare? Non posso sceglierne uno perché le vittorie sono tutte incredibilmente belle, e non è vero che ci si annoia. È una specie di droga. Una cosa di cui hai bisogno, perché se provi una volta quelle emozioni, poi fai di tutto per tornare a provarle”.
Se l’impostazione del gioco non è propriamente il suo forte, Chiellini ha impostato la sua carriera sull’esplosività fisica e la marcatura. Di difensori vecchio stampo come lui in giro ce ne sono davvero pochi, anzi, è un peccato che le nuove leve vengano allenate in modo diverso.
“Il ruolo del difensore? Bisogna disturbare i movimenti degli attaccanti, prevenirli, lavorare su cose che li mandino in corto circuito. Io sono sempre stato così – rivela – , credo che i grandi duelli vadano vissuti anche in questo modo. Non sono di sicuro piacevole da affrontare, ma non sono mai stato scorretto. E poi ormai sono più riflessivo, meno impulsivo. Quando avevo ventidue anni ogni partita era un modo per sfogare l’agonismo, ogni partita era una guerra, una battaglia, perché a quell’età sfogavo in quel modo la tensione e l’adrenalina. Ma più che cattivo ero fastidioso. Ora sono quindici anni che ci sono abituato, ma quando sei all’inizio è tutta una scoperta, e non capisci bene dove indirizzare l’energia, la tensione. Credo che l’avvento del guardi olismo – ha proseguito – , chiamiamolo così, in Italia abbia snaturato quello che ci ha sempre portati in fondo alle grandi manifestazioni per anni, cioè l’arte di saper difendere. C’è un buco generazionale nei difensori impressionante, ed è dovuto a questa cosa. Ormai i ragazzi arrivano in Serie A che si aprono bene, che sanno passare la palla, che sanno fare un lancio di quaranta metri, ma non hanno la minima idea di come si marchi, di come fare un uno contro uno”.
Chiellini: “Allenatore? Meglio dirigente”
Insomma, se fosse un allenatore dei difensori, Giorgio Chiellini saprebbe bene su quale aspetto lavorare. Ed è probabilmente quello che farà da grande: sì, perché al termine di una già pluridecorata carriera, il difensore toscano ha intenzione di rimanere nel mondo del calcio. Il ruolo lo sceglierà assieme alla dirigenza bianconera, perché la Juventus non se lo lascerà di certo sfuggire, dopo aver già messo sotto contratto il fratello con compiti di scouting.
“Il calcio? È molto riduttivo per me chiamarlo lavoro, è la mia vita da tanto tempo. E quando smetterò voglio rimanere nell’ambiente, con una carriera più da scrivania – conclude – che da allenatore”.