Chiellini attacca il “guardiolismo”, ecco perché

Stanno facendo molto discutere le parole di Giorgio Chiellini, difensore della Juventus che ieri ha parlato dal ritiro della nazionale italiana

Giorgio Chiellini, esperienza al servizio dell’Italia di Giampiero Ventura. Ieri, il difensore della Juventus è stato protagonista di una conferenza stampa che sta facendo molto discutere. A 33 anni, il centrale toscano ne ha vissute tante battaglie in campo e ora si sta confrontando con una nuova generazione di difensori… che non sa più difendere. Il calcio moderno, spesso riconosciuto con il “guardiolismo”, ha modificato profondamente il ruolo: i difensori ora sono molto più bravi ad impostare, a fare giro palla, ma molto meno a marcare. È anche per questo che si segnano più gol rispetto al passato sia in Italia sia all’estero?

“Il ‘guardiolismo’ ha rovinato un po’ i difensori italiani: ora tutti sanno impostare e si allargano ma non sanno marcare. Quando ero giovane io, ci si esercitava a “sentire l’uomo”, a marcare in area. Adesso – continua – sui corner i difensori italiani lasciano tutti liberi: è un peccato perché si perde l’essenza di una scuola. Ora, a noi servono i talenti là davanti, ma anche in difesa deve crescere qualcuno perché noi non potremo fare mai il tiki-taka, non fa parte del nostro dna. Comunque qualcuno che sta crescendo dietro di noi c’è: Caldara, Rugani e Romagnoli devono fare esperienza internazionale ma è normale anzi, molti di loro hanno già più partite di quante ne avessi io alla loro età”.

Chiellini e la BBC

Ovviamente, quella di Chiellini non è una crociata contro Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, ma si tratta di una presa di coscienza: non ci sono più i difensori italiani di una volta. E le vittorie dell’Italia, ma anche dei club, sono sempre state caratterizzate dall’ermeticità del reparto arretrato. Sebbene ci sia un’evoluzione inevitabile anche nel Bel Paese, per tradizione l’italianità nel calcio è rappresentata dai difensori arcigni. La BBC è al tramonto ed è inevitabile preparare un ricambio generazionale, ma lo stesso Chiellini ricorda sempre che alla fine è fondamentale il lavoro di tutta la squadra.

“Tutto sulle spalle di noi là dietro come con Conte? Guardate che noi all’Europeo eravamo lo specchietto per i giornalisti, per il titolo, ma c’era tutta una squadra che si faceva il mazzo, non solo la BBC. Poi – prosegue – dentro al gruppo siamo abituati a che si cerchi il personaggio, nel nostro caso furono i difensori perché non avevamo attaccanti di appeal. La base è l’equilibrio altrimenti gli errori li fa pure Sergio Ramos, che adesso è il migliore al mondo”.

Intanto, in vista di Svezia-Italia, primo round degli spareggi Mondiali, Ventura si affiderà alla difesa a tre che ha consentito alla Juventus di dominare a livello nazionale per 6 anni e a conquistare due finali di Champions. Anche se Bonucci ora gioca nel Milan, l’alchimia con Barzagli e Chiellini non è andata perduta. Ora conta il risultato, ma visto che due su tre sono avanti con gli anni, si deve già guardare al dopo.

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