Chiarenza: “Marchisio, Criscito e C. Vi racconto i miei gioielli”

Nei giorni scorsi Vincenzo Chiarenza, ex tecnico della Juventus primavera è stato molto duro nei confronti della nuova società bianconera. Ieri, raggiunto da Luciano Zanardini per ilsussidiario.net, ha voluto dire la sua sull’attuale momento della Vecchia Signora e sui giovani che lui stesso ha lanciato. \r\n\r\nSfogliando l’album dei ricordi di Vincenzo Chiarenza escono molti giovani giocatori che oggi militano in Juventus e Genoa, quali sono le sue sensazioni?\r\nHo avuto la fortuna di allenare giocatori con grosse qualità tecniche, fisiche e tattiche. Il mio compito è stato, oltre a quello tattico-tecnico, di insegnare loro il modo di comportarsi in campo, di trasmettere una cultura sportiva.\r\n\r\nIl rapporto con questi giocatori prosegue anche oggi?\r\nSì, ci sentiamo tramite sms o in occasione delle feste\r\n\r\nAlcuni, si pensi a Giovinco o allo stesso Paolucci, non sono ancora esplosi del tutto, è d’accordo?\r\nSono tutti giovani del 1986 o del 1987 e hanno ampi margini di crescita. Non bisogna dimenticare, e anche il passato l’ha dimostrato, che nel calcio si migliora fino a trent’anni. I giovani devono crescere sotto l’aspetto caratteriale per saper gestire anche le situazioni esterne, cioè l’ambiente, i media o i tifosi.\r\n\r\nProviamo a dare un giudizio tecnico su questi giocatori. Partiamo da Palladino\r\nStraordinario. Può giocare anche da prima punta perché tiene palla e sa far salire la squadra. Fa partecipare gli altri giocatori alla manovra e ha un grosso dribbling. Assomiglia un po’ a Ronaldo del Real.\r\n\r\nCriscito in bianconero è stato bocciato\r\nPuò giocare centrale in una difesa a tre o, come al Genoa, esterno alto a sinistra. Ha qualità tecniche, ma deve migliorare sotto l’aspetto fisico. Con me giocava nella difesa a tre e nella difesa a quattro.\r\n\r\nMarchisio\r\nSta dimostrando le sue grandi qualità tecniche e caratteriali come del resto aveva già fatto con la Primavera. E’ un leader nella Juve e, speriamo, possa diventarlo anche in Nazionale.\r\n\r\nL’ultimo ritorno, criticato dai tifosi, è quello di Paolucci\r\nUna prima punta che vede molto bene la porta: è un attaccante completo che calcia di destro e di sinistro. Deve migliorare la qualità di testa.\r\n\r\nIn molti si aspettavano qualcosa in più da De Ceglie\r\nForse volevano vederlo giocare di più. E’ il tipico giocatore di fascia (esterno alto) con il cambio di passo e la resistenza. Ha qualità nel cross e si esprime al meglio con il passare dei minuti.\r\n\r\nSi può scommettere sulla formica atomica Giovinco?\r\nUna classica mezzapunta che può partire sia da destra che da sinistra. Quando è stato chiamato in causa ha reso, forse, di più di Diego. Uno contro uno dà il massimo.\r\n\r\nNon c’è che dire, evidentemente avete lavorato bene…\r\nC’è stata una programmazione incominciata ancora con Leopardi e poi proseguita con De Nicola. Fino al 2002 alla guida della Primavera c’è stato Gasperini e, quindi, il merito è anche suo. Dal 2003 al 2008 ho avuto l’opportunità di allenare la Primavera, di vincere (fra gli altri due Tornei di Viareggio, nda) e di far esordire nella squadra maggiore diversi giovani. Merito della programmazione e degli allenatori, molti di questi, ad esempio Storgato, avevano fatto la trafila nel settore giovanile.\r\n\r\nE oggi quali sono le prospettive di Chiarenza?\r\nAvrei voluto restare a vita alla Juventus, ma purtroppo i programmi di Blanc e di Ferrara non convergevano con i miei. Ad Ascoli ho fatto, nonostante tutto, un’esperienza positiva: sono arrivato in un momento di contestazione.\r\n\r\nSarebbe pronto a rientrare alla casa madre?\r\nSì, mi piacerebbe avere un ruolo di responsabilità nel settore giovanile: posso dire che, dopo 15 anni, è questa la specificità del mio lavoro.\r\n\r\nCi tolga una curiosità. In questi due anni la Juve ha dovuto fare i conti con molti infortuni, qualcuno, anche piuttosto autorevole, ha individuato il problema nei campi di Vinovo. Conferma questa tesi?\r\nE’ una grande balla. I campi di Vinovo sono uno più bello dell’altro. Ci sono sei terreni in erba e i giocatori possono di volta in volta scegliere tra quello più morbido o quello più duro.\r\n\r\nE allora cosa sta succedendo?\r\nI tanti infortuni possono voler dire due cose: una grande sfortuna o qualcosa che va rivisto nella preparazione atletica.\r\n\r\nCome sta vivendo da tifoso questa stagione?\r\nGiusto precisare che, dopo 10 anni da giocatore e 15 da dirigente, sono il primo tifoso di questa squadra. Ad oggi la Juve non ha avuto una sua identità di gioco.\r\n\r\nPuò cambiare qualcosa con Zaccheroni?\r\nMe lo auguro. E’ un uomo di calcio, esperto, con il suo staff preparato. Si esprime bene e soprattutto parla solo lui in campo.\r\n\r\nMentre prima non succedeva?\r\nMi sembra di aver capito che anche gli altri membri dello staff dicevano la loro. Il giocatore deve avere un unico punto di riferimento nel tecnico. Con Zaccheroni ci sono i presupposti per fare bene.