(Di Enrico Savese) Il dopo partita di Chelsea-Juventus, per quanto un pareggio non sia il massimo delle aspettative per qualsiasi squadra, ci porta a dire che la Juventus in questa Europa dei “grandi” ci può tranquillamente stare. Si è vero, forse non se la può giocare con tutti con l’obbiettivo della vittoria finale, ma comunque se la può giocare con molte squadre che possiamo considerare, o al suo livello o alla sua portata. Un esempio tangibile lo abbiamo avuto ieri sera a Stanford Bridge, contro un Chelsea che prima della partita di ieri potevamo considerare un avversario alla portata dei Bianconeri, oggi invece, con un 2-2 in rimonta fuori casa, e con un ottima prestazione di squadra, possiamo quasi considerare al livello della Juventus.\r\n\r\nEbbene si, perché la vera differenza di ieri sera tra le due squadre, è che il Chelsea se non ci fosse stato quel ragazzino ventunenne di nome Oscar, avrebbe fatto forse cinque tiri in porta in tutta la partita, mentre la Juventus non si è affidata al singolo giocatore, ma al gruppo. Sta qui la vera forza della squadra di Conte, quella forza di gruppo, quella fame e quella cattiveria agonistica mai sazia, che ha sempre contraddistinto la Juventus dei grandi e delle grandi vittorie. Perché non è da tutti, dopo appena mezz’ora di gioco, prendersi due goal in 3 minuti, e reagire contro tutto e tutti fino a portare a casa un pareggio dallo stadio dei Campioni d’Europa in carica.\r\n\r\nE’ stata una Juventus per gran parte della partita trascinata dalla grinta e dalla classe di Vidal e Marchisio, dalle diagonali e dalle coperture difensive attente di Lichtsteiner e Asamoah e dai contrasti senza troppi complimenti di Barzagli e Chiellini che hanno di fatto neutralizzato Fernando Torres. In attacco grande prestazione di Vucinic che di fatto ha fatto reparto da solo, vista l’opaca prestazione di Giovinco. I “bocciati” di ieri sera, se cosi possiamo chiamarli, sono stati un Bonucci un po’ disattento in alcune circostanze e sfortunato sulla deviazione in rete del primo goal di Oscar, un Pirlo quasi irriconoscibile, vittima della marcatura e del costante raddoppio di marcatura che Di Matteo ha studiato apposta per lui, ed appunto un Giovinco un po’ in ombra e dalla quale tutti si aspettano molto di più.\r\n\r\nUna valutazione particolare va fatta sulla prestazione di Fabio Quagliarella, lo possiamo tranquillamente dire con molta convinzione, ci troviamo di fronte ad un grande uomo ed un grande professionista, perché non è da tutti entrate a partita in corso a Stanford Bridge, avendo a disposizione appena sedici minuti per metterti in mostra, e con la tua squadra sotto di un goal, e di fatto fare reparto da solo visto che Vucinic ormai aveva dato tutto quello che poteva. Nonostante le continue voci di mercato, e le continue critiche da parte di quasi tutta la stampa, Fabio ha dimostrato che, se forse venisse impiegato con un po’ più di continuità, potrebbe tornare ad essere quel giocatore decisivo dei primi sei mesi in bianconero. Una cosa è certa, da domani Antonio Conte si ritroverà una freccia in più nel suo attacco, una freccia molto più determinata e motivata che mai…