Cellino attacca la Juve: “Non hanno voluto giocare a Quartu”

“Perché giochiamo a Parma? Se la Juve avesse dato la disponibilità si sarebbe giocato a Quartu. In poche ore organizzata la partita fuori. La Juventus poteva rimettere in piedi una trasferta già pronta”. Massimo Cellino scarica sulla Juventus le responsabilità della mancata disputa della gara di domani sera in terra sarda: dopo l’inagibilità dello Stadio Is Arenas sancita prima dall’amministrazione comunale e poi dal Prefetto, la gara è stata spostata dalla Lega al Tardini di Parma. Il tutto, ovviamente, per garantire la sicurezza dei tifosi poiché l’impianto è incompleto da tempo e va avanti sono con deroghe. Il calcio ha perso ancora una volta un’opportunità per dimostrare serietà e credibilità: come si può permettere l’iscrizione al campionato a club che non dispongono di un impianto come il Cagliari di Cellino? Com’è possibile che per l’Uefa lo Stadio San Paolo è fatiscente e mette a rischio l’incolumità delle persone, mentre per il calcio italiano no?\r\n\r\nCome al solito basta sparare sulla Juve e si mettono tutti d’accordo. “Sto provando un profondo senso di vergogna ed imbarazzo – continua il presidente del Cagliari a Sky Sport – , pur avendo fatto l’impossibile per dare lo stadio a questa squadra, a questa terra. C’è stata l’autorizzazione del comune, se la Juventus avesse dato la propria disponibilità si sarebbe giocato a Cagliari. È un loro diritto, legittimo, hanno dimostrato che gli fa piacere di più giocare a Parma. Abbiamo organizzato una gara a Parma in ventiquattro ore. Gli auguriamo la giustizia del calcio, se esiste. Noi pensavamo fosse un privilegio non essere coinvolti, con giocatori o allenatori, in nessun scandalo, con i bilanci a posto nonostante il fatto che non abbiamo le stelle sulla magliette. Siamo orgogliosi di avere una stella nel cuore, il difetto dei sardi è di rispettare le leggi e di non farle a nostro piacimento”.\r\n\r\nPrima di andar via, Cellino ricorda infine quanto accaduto lo scorso anno: “L’anno scorso con venti ore di preavviso abbiamo giocato a Trieste, rimborsando seimila biglietti e annullando voli charter senza battere ciglio. Ora ci sono state tre ore di differenza, la Juventus non ha dato l’ok ed è un suo diritto”.