C’è un nuovo caso Moratti: ACCUSA GRAVISSIMA di passaporti falsi | C’entrano sempre loro
Un episodio fa tornare indietro al caso Moratti, l’accusa di passaporti falsi sta per sconvolgere di nuovo il mondo del calcio
Correva l’anno 2001 e il calcio italiano fu colpito dal caso Passaportopoli, uno scandalo relativo ai passaporti falsi che riguardò la naturalizzazione illecita di alcuni calciatori a opera delle società calcistiche di Serie A, per consentire loro di tesserare giocatori comunitari che in realtà non erano cittadini dell’Unione Europea.
In quel momento ogni squadra poteva schierare negli incontri ufficiali in ambito nazionale solamente tre dei calciatori extracomunitari presenti in rosa. La violazione di questa legge poteva essere punito con un ventaglio di sanzioni tra cui penalizzazioni in classifica e retrocessioni a tavolino.
L’iter si concluse nell’estate del 2001, seppure lo scandalo ebbe una coda di indagini nell’autunno successivo che riguardò anche club e calciatori non precedentemente coinvolti e il presidente maggiormente oggetto di gogna mediatica fu Massimo Moratti, allora patron dell’Inter.
Il giudice sportivo decise di squalificare per un anno Alvaro Recoba, di inibire per lo stesso lasso di tempo il dirigente nerazzurro Gabriele Oriali e di stabilire un’ammenda al club del valore di due miliardi di lire.
Ha quattro anni in più, il documento non è regolare
A distanza di anni sta per presentarsi un caso analogo che riguarda Youssoufa Moukoko che potrebbe essere più vecchio di quanto dichiara, stando a una recente rivelazione da parte del padre che avrebbe ottenuto un certificato di nascita falso in Camerun: “In realtà è nato il 19 luglio 2000. Lo abbiamo ringiovanito di quattro anni. Ora risulta essere nato il 20 novembre 2004“.
La punta è di proprietà del Borussia Dortmund ma in prestito al Nizza in Ligue 1. Avrebbe esordito a 16 anni in Bundesliga, diventando il più giovane di tutti a farlo ma la punta sarebbe nato quattro anni prima.
Il club fa sapere che le accuse non sussistono, cosa può succedere adesso
Il Borussia Dortmund si è difeso e Sascha Fligge, direttore della comunicazione dei gialloneri, ha spiegato: “Nel caso di Youssoufa Moukoko, i genitori biologici sono identificati da documenti ufficiali e certificati di nascita rilasciati da un’autorità tedesca. Questi documenti sono validi fino ad oggi e costituiscono la base per le autorizzazioni e le licenze di gioco per i club e per le squadre nazionali”.
Se tutto questo dovesse essere confermato, significherebbe che il campionato vinto con l’Under 17 del Dortmund e l’Europeo Under 21 con la Germania sono trofei conquistati con l’inganno.