Cavallero: “Juventus, scudetto ancora possibile, ma Pirlo…”

Il giornalista Luca Cavallero, voce di Radio Bianconera e volto di Sportitalia, esprime un giudizio sull’attuale momento della Juventus

Dopo l’entusiasmante 0-4 del Tardini di Parma arriva lo scioccante 0-3 dell’Allianz Stadium contro la Fiorentina, che sancisce la prima sconfitta in Serie A della Juventus. Dunque, panettone amaro per la Vecchia Signora. Dal tuo punto di vista, qual è stato il fattore scatenante che ha causato questa clamorosa débacle?

«Credo poco al conformismo giornalistico, della serie: «Ha influito l’impatto psicologico della sentenza». La Juventus è scesa in campo troppo leziosa, certa della vittoria. Il gol di Vlahović dopo tre minuti, nel computo di una partita complessiva, ci può stare; il fallo di Cuadrado al 17’, che ne comporta la sua espulsione, no: i Bianconeri hanno perso il match lì».

Ad oggi, purtroppo, il rendimento dei Bianconeri è ancora troppo ondivago, sia sotto l’aspetto dei risultati, che sul lato delle prestazioni. Quali sono le principali cause?

«Il fatto che Pirlo stia ancora sperimentando e che non abbia ancora individuato un undici titolare tipo. Passi il modulo (ormai il calcio moderno è sempre più tatticamente ibrido), ma non le scelte degli uomini. Tutte le squadre hanno bisogno di una spina dorsale. Un altro limite, a mio giudizio, è anche la presunta ostilità di Andrea Pirlo rispetto all’ipotesi di un centrocampo a tre: Arthur, per esempio, può giocare regista. Limitandosi solamente ai due mediani (Bentancur e Rabiot o l’uruguaiano e McKennie, oppure lo statunitense e l’ex PSG) e ai due esterni non centrocampisti puri (Bernardeschi, Chiesa, Ramsey o Kulusevski), quando Bonucci non è in giornata, perdi in costruzione».

luca cavalleroAlla luce di quanto visto fino a questo momento in campionato e, soprattutto, considerando l’attuale stato di forma delle dirette concorrenti della Juve, il quoziente di difficoltà per raggiungere il decimo scudetto consecutivo, così tanto anelato, è sempre più alto?

«Se la mettiamo sul piano della varietà e della profondità dell’organico, la corsa scudetto non può non essere una lotta fra Juventus e Inter, sul lungo termine. Sono in disaccordo con chi sostiene che, con il k.o. contro i Viola, la Juve abbia dato definitivamente l’addio al tricolore. Gli undici punti in meno di differenza rispetto alla Juventus di Sarri, a questo punto della stagione, deve essere il primo dato che Pirlo e il suo staff dovranno prendere in considerazione per poter resettare e ripartire il più in fretta possibile. Con il patrimonio tecnico e tattico dei Bianconeri puoi solo sbizzarrirti».

In Champions League, invece, cinque vittorie su sei per Madama, che le hanno garantito il primato del gruppo G grazie alla sontuosa vittoria nell’ultimo turno, per 3-0, al Camp Nou contro il Barcellona. A tuo avviso, quest’anno è una Juventus dai due volti?

«No, perché sin qui, su venti partite complessive, tra campionato e Champions, la Juve ne ha perse due: una con il Barcellona all’Allianz e l’altra con la Fiorentina. Per cui, dati alla mano, i Bianconeri sono andati (al momento) k.o. in entrambe le competizioni. Per me, la teoria “dei due volti”, è un luogo comune magari anche giornalisticamente suggestivo, ma senza fondamenta reali. Identità tattica e certezze sull’undici tipo aspetteranno Pirlo al varco anche in Europa, già a partire dagli ottavi contro il Porto».

A gennaio riapriranno i battenti del mercato. Per implementare ulteriormente l’organico, ti aspetti un nuovo acquisto da parte della dirigenza bianconera?

«Storicamente, a gennaio, la Juventus non è operativa in entrata. Logico è che a questa rosa manca un centravanti di ruolo alternativo a Morata e un centrocampista, in caso si dovesse arrivare a una “risoluzione natalizia” con Khedira, proprio come avvenne lo scorso anno con Mandžukić».