Cassano sulla Juve: “Ho detto no 4 volte. Che goduria il 4-0”

Antonio Cassano e la Juve hanno sempre avuto un rapporto conflittuale. L’ex calciatore ha parlato più volte di come sia stato vicino ai bianconeri ma che abbia sempre rifiutato. E ora se la prende sempre con Allegri.

Intervistato da Repubblica, Antonio Cassano ha parlato del big match di questa sera fra la sua ex Roma e la Juve. Cominciando dalla sfida della stagione 2003-04, quando i giallorossi vinsero 4-0 con doppietta di Fantantonio: “Una delle più belle partite della vita mia. Il problema è che quelle cose le facevo una volta ogni sei anni. Mi affascinava confrontarmi con le grandi. Mi dicevo: ora vi  faccio vedere chi è il più forte”.

Da quando è diventato opinionista, il suo rapporto con Max Allegri è precipitato: “A livello personale, mai avuto problemi. Dopo che ho espresso le mie opinioni alla Bobo tv non mi chiama più. Ma io parlo di calcio, non offendo mai l’uomo”. E sull’esperienza condivisa al Milan: “Non facevamo tattica: martedì si  correva un po’, mercoledì palestra, giovedì partitella, venerdì facoltativo, sabato battevamo due rigori, due calci d’angolo e stop. La squadra andava da sola”.

Alla Juve non è cambiato nulla: “Allegri mette sempre in campo i giocatori nel modo giusto. Ma per me devi dare qualcosa di più. La Juve ha fatto un’ottima partita nel derby. Ma scordatevi che faccia  possesso palla o domini la partita. La Juve con Allegri è un anno e mezzo che fa schifo, è rimasto a dieci anni fa. E ha la rosa più forte del campionato”.

Cassano sulla Juve: “A Torino mi avrebbero cacciato dopo tre giorni”

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(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Come ha raccontato spessissime volte, la Juve ha provato a ingaggiare Cassano: “Ho rifiutato 4 volte. Non mi ha mai affascinato la Juve, nemmeno per un secondo: non c’entrava nulla con la mia idea di calcio. Lì sarei durato tre giorni: il primo giorno mi acquistavano, il secondo presentazione, il terzo mi cacciavano via”. E chiude con un aneddoto: “Buffon mi diceva: sei un cretino, da noi potevi vincere il Pallone d’oro. Io gli rispondevo: Gigi, io non timbro il cartellino, io all’allenamento devo divertirmi”.