Caso Suarez: oggi i legali della Juve a Perugia, ecco perché
I legali che hanno rappresentato la Juventus nella vicenda Suarez saranno sentiti a Perugia, poi toccherà anche a Paratici e al calciatore
Nella giornata di oggi, i legali che si sono occupati del caso Suarez per conto della Juventus saranno sentiti a Perugia come persone informate sui fatti. In Procura è atteso a breve anche Fabio Paratici, anch’egli come persona informata sui fatti. Nonostante il grandissimo clamore mediatico, non c’è alcun indagato al momento al di fuori dei membri dell’ateneo umbro. Nei prossimi giorni sarà sicuramente convocato anche Luis Suarez, poiché i magistrati vogliono trovare conferme sulla tesi d’accusa, ma fin qui non c’è stata nessuna prova di corruzione, né un corruttore.
Ieri sera è venuto fuori, intanto, che non è stato Fabio Paratici, bensì il folignate Federico Cherubini a chiedere informazioni per indirizzare Suarez all’università per Stranieri di Perugia. Il dirigente bianconero ha chiamato il rettore dell’ateneo Oliviero per chiedere: al calciatore serve un B1, dove può sostenere l’esame per l’attestato? Stop, non c’è nient’altro. La risposta del rettore Oliviero è stata semplicemente che presso il suo ateneo non era disponibile quel servizio, che invece effettua la Stranieri. Il rettore ha precisato ieri che in nessuna occasione ha subìto né operato alcuna sollecitazione da parte di terzi affinché Suarez passasse l’esame.
Caso Suarez: per la Juve solo ruolo esplorativo
“Il mio ruolo nella vicenda si è limitato a mettere in contatto il club con l’Università per stranieri di Perugia”, aggiunge Oliviero. “L’unica volta che ho parlato con Paratici – insiste – è stato per una telefonata di cortesia in cui mi ha comunicato che l’entourage del calciatore era molto soddisfatto per l’accoglienza alla Stranieri”. In queste fattispecie non c’è alcun reato dunque, ma non è tutto,. Chi parla di “passaportopoli” continua a farlo a sproposito. Suarez non ha ottenuto ancora un passaporto e non avendolo non è dunque sceso in campo con un documento falso (come avvenne allora con Recoba che ottenne un passaporto farlocco presentando una patente risultata poi rubata). Qui si parla di un attestato che sarebbe stato indispensabile, ma comunque non sufficiente da solo per ottenere la cittadinanza.
Anche ove fosse accertato un coinvolgimento diretto della Juventus nell’ottenimento dell’attestato, non ci sarebbero implicazioni su gare o campionati. Ragion per cui, non c’è alcuna ragione di creare allarmismi, visto che al massimo, il club di Agnelli potrebbe incappare in un’ammenda.