La notizia che ha scosso l’ambiente Juventus continua a far discutere. La positività di Paul Pogba al testosterone lascerà lunghi strascichi e se ne parlerà per molto tempo. Tra i vari scenari possibili e previsioni più o meno avventate, si può provare a delineare quali saranno le prossime tappe da seguire per il giocatore. Innanzitutto le controanalisi, che dovrà richiedere lui stesso. E poi in caso di nuova positività si passerà al processo, nel quale il Polpo dovrà far chiarezza sui metodi di assunzione della sostanza proibita. Cosa che è già accaduta in passato.
Il caso più recente di positività a un controllo antidoping in Italia risale all’anno scorso, quando fu Luis Palomino a doversi fermare. In quel caso la sostanza era il Clostebol, simile al testosterone. Il difensore dell’Atalanta risultò positivo anche dalle controanalisi e si andò a processo. L’argentino dimostrò la sua innocenza e venne assolto, perdendo circa tre mesi di attività. Un danno certamente, ma sicuramente uno scenario auspicabile da Pogba – viste le tante assenze per infortunio per periodi molto più lunghi. Una curiosità. Gli avvocati di Palomino in quel caso furono Luigi Chiappero e Maria Turco, che hanno difeso la Juve diverse volte.
A destare scalpore fu anche il caso legato ad Andrè Onana. L’ex Inter, ai tempi dell’Ajax nel 2021, risultò positivo al Lasimac, un farmaco che il portere assunse per errore – era stato prescritto alla moglie. Il camerunense cercò di dimostrare la propria innocenza ma subì una squalifica di 12 mesi. Altri casi famosi in Italia hanno coinvolto Lucioni, Joao Pedro e Borriello, tutti squalificati.