La notizia, arrivata come un fulmine a ciel sereno, che ha destabilizzato il mondo Juventus e che riguarda la positività di Paul Pogba ad un test antidoping, è al centro dei riflettori mediatici e non si sgonfierà presto. Il giocatore, risultato positivo al testosterone, sostanza vietata, è attualmente sospeso in via cautelare in attesa di conoscere i risultati delle controanalisi che però difficilmente smentiranno i primi test. Il giocatore bianconero dunque si troverà a dover affrontare una pesante squalifica che dipenderà molto dalla volontarietà dietro all’assunzione del testosterone.
Sulla vicenda che ha come protagonista il centrocampista della Juventus, Paul Pogba si è espresso anche il professore Walter Della Frera, membro della Commissione Antidoping FIGC. Queste le sue parole a Radio Punto Nuovo. “Pogba rischia dai 2 ai 4 anni, va stabilita la volontarietà o meno dell’assunzione. Le controanalisi di solito confermano quanto emerso nella prima analisi. La Juventus non rischia nulla. I controlli che effettuiamo di squadra sono severi e ravvicinati”.
“Fino alla seconda prova – continua Della Frera – dobbiamo tutelare Pogba. Adesso c’è da capire il percorso delle motivazioni e tutto. Dopo questo, il Tribunal Nazionale Antidoping andrà a deliberare sulla volontarietà o involontarietà dell’assunzione della sostanza dopante. E in qualsiasi caso, andrà in corso ad una squalifica, diventando più pesante in caso di volontarietà da parte del calciatore. Un atleta dev’essere sempre cosciente e mai negligente sulle sostanze che assume. La questione Pogba mi ha sorpreso, perché il testosterone è un anabolizzante che è assolutamente vietato dalle regole antidoping. Aumenta lo sviluppo muscolare, ma è anche la sostanza più facile da scovare all’antidoping. Quindi è strano perché se c’è il dolo del doping, non è la sostanza che chi vuole infrangere le regole va ad assumere di proposito“.