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Caso Kean, fuorigioco di tacchetto: si spinge sul concetto di luce

Il caso Kean legato al fuorigioco di tacchetto ha mosso numerose polemiche in Juventus-Hellas Verona: cosa cambierebbe con il concetto di luce.

Il caso Kean, legato al fuorigioco “di tacchetto” dell’attaccante, ha mosso inevitabilmente numerose polemiche in JuventusHellas Verona, match valido per la 10ª giornata di Serie A. Durante la moviola del gol (poi annullato per fuorigioco), l’attaccante bianconero è risultato per un paio di centimetri (appunto, un tacchetto) avanti al difensore degli Scaligeri. La decisione del direttore di gara Feliciani ha fatto sì che si scatenasse una pioggia di critiche contro la terna arbitrale e la sala VAR. Lo stesso Massimiliano Allegri nel post partita ha dichiarato: “Il fuorigioco lo stanno rivedendo, ma non è una decisione dei responsabili degli arbitri, è mondiale. Bisogna tornare alla luce tra i due uomini, altrimenti per un tallone, un tacchetto o per uno che ha i capelli in più rischi che ti venga annullato un gol“.

Caso Kean, fuorigioco con la luce: cosa cambia

(Photo by Getty Images)

La concezione del fuorigioco molto tecnologica, che si muove sulla base dei millimetri, è una misura che la FIFA vorrebbe cambiare. Lo stesso Arsene Wenger, ex allenatore dell’Arsenal e oggi capo dello sviluppo del gioco, è l’uomo simbolo del progetto “fuorigioco attraverso il concetto di luce“. Per tale infrazione di gioco, bisogna considerare la figura dell’attaccante oltre quella del difendente (portiere escluso). Idea che aumenterebbe lo spettacolo e i gol realizzati durante la gara. Conseguentemente, secondo l’ex manager dei Gunners diminuirebbero anche le polemiche, causate dal fuorigioco millimetrico rilevato esclusivamente grazie alla tecnologia. Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, si è espresso in prima persona a favore di questa rivoluzione calcistica. Stessa linea di pensiero del presidente della FIGC, Gabriele Gravina. L’obiettivo primario è l’applicazione di questa nuova regola in EURO 2024 in Germania.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni