Sul caso Juve che ha portato al processo al club bianconero, è intervenuto anche l’ex giornalista della RAI Riccardo Cucchi. Come sempre si conferma uno dei più lucidi e corretti nei commenti, in attesa del lavoro che faranno magistrati e giudici nei tribunali.
Per la Juve sta per cominciare un mese bollente. Fra campo, con tutte e tre le competizioni ancora alla portata, e vicende giudiziarie, con i processi ordinari e sportivi al via. Tra le varie accuse preventive e processi sommari su Twitter di chi ha la verità sempre in tasca, si distingue il commento di un giornalista sempre corretto come Riccardo Cucchi.
Sulle vicende giudiziarie che hanno travolto la Juve è intervenuto anche Riccardo Cucchi. Sempre lucido ed imparziale, l’ex giornalista RAI analizza la situazione a Radio Bianconera: “Bisogna fare una distinzione tra le carte accumulate dalla Procura di Torino che non tutti siamo stati in grado di leggere, la giustizia sportiva, il ricorso della Juventus. Guai a a ragionare con la sciarpa del tifoso al collo, anche se è difficile. Quando si parla di questioni legate alle squadre si innestano una serie di ragionamenti spesso accompagnati dal pregiudizio che non rispecchiano la realtà dei fatti”.
Cucchi lancia anche un messaggio forte: “Credo sia necessario attendere lo sviluppo dei processi, tra l’altro la Juve e i 12 imputati ancora non sono stati rinviati a giudizio, questo dovrà stabilirlo il Gup il prossimo 10 maggio. La difesa ovviamente cercherà di smontare le tesi dell’accusa. Un cosa è certa: il club bianconero è stato travolto da questa vicenda giudiziaria perché ha indagato la Procura di Torino. Altre non l’hanno fatto“.