Benzina sul fuoco in attesa del tavolo della pace del prossimo 14 dicembre. E a gettarla è l’ex presidente della Figc commissariato Franco Carraro, quello che telefonando si premurava con i designatori prima di Inter-Juve che “per carità che non ci siano errori a favore della Juventus”. In una lunga intervista concessa oggi alla Gazzetta dello Sport’, l’ex dirigente sportivo, ex ministro, ed ex sindaco di Roma sciolto e commissariato per l’arresto praticamente di metà giunta e consiglio comunale, torna a parlare di Calciopoli anticipando proprio alcuni temi del famigerato tavolo:
“Sono molto contento dell’iniziativa di Petrucci e mi auguro vada a buon fine perché penso che nel calcio ci sia un gran bisogno di pacificazione. Detto questo, pensare adesso di togliere lo scudetto all’Inter per motivi disciplinari è cosa che non sta né in cielo né in terra. A Moratti dico che avrebbe fatto bene a seguire il consiglio che Candido Cannavò gli diede allora sulle pagine della Gazzetta dello Sport, di non reclamare lo scudetto 2006, la cui assegnazione fu un errore di politica sportiva, ma non di giustizia sportiva. Oggi però Moratti quello scudetto ha tutto il diritto di difenderlo. Ho letto la relazione Palazzi, francamente non l’ho capita e non la condivido. Se si trattava di una vicenda prescritta, bastava dire “è prescritta”. Aggiungo che Palazzi, ben indirizzato da Guido Rossi e da Borrelli, fu meritevolmente molto rapido nel 2006, ed eccezionalmente lento invece nella vicenda delle nuove intercettazioni telefoniche. Ho stima di Abete, ma mi sarebbe piaciuto che il Consiglio federale, pur dichiarandosi incompetente, non si limitasse a questo. Era necessario parlare ad Agnelli con chiarezza. Da subito. Quanto agli organi di giustizia, mai visto il Tas di Losanna dichiararsi incompetente. Può prendere decisioni che non mi piacciono, come quella più recente sulla riammissione ai Giochi dei dopati che hanno scontato la pena, ma decide. Penso poi che Petrucci debba porsi il problema di una giustizia sportiva macchinosa e lenta. Sono commissario della Federsci a causa di elezioni invalidate un anno e tre mesi dopo che si erano svolte. Troppo tempo”.
Poi Carraro invia una stilettata diretta alla Juventus:
“La Juventus ha conciliato con la Federcalcio la propria pena presso la Cca del Coni, al pari di Milan, Fiorentina e Lazio. Ha fatto in termini sportivi quello che nel processo penale si chiama patteggiamento. Perciò la Juventus non può, e lo dico chiaro, dire che ha vinto 29 scudetti, e mettere quel numero nel proprio stadio. La Juventus è il più grande pilastro dell’organizzazione calcistica italiana, la società che ha vinto il maggior numero di scudetti. I suoi giocatori erano i più numerosi nelle squadre che hanno dato al nostro Paese quattro campionati del mondo e un oro olimpico. La famiglia Agnelli si identifica da sempre con la Juventus. Andrea ha un grande ruolo ed una grande responsabilità, suo padre è stato presidente della Figc. Capisco le motivazioni psicologiche che portano Andrea Agnelli ad agire ma è su di lui che incombe la responsabilità di dire, ‘ci sto male, ma la chiudo lì’. Prenda atto della situazione e aspetti che il processo penale si esaurisca coi suoi tre gradi di giudizio. Se la Cassazione certificasse che ci sono state storture, se emerge una realtà diversa, allora sì che potrà impugnare tutto. Ma ora vorrei vedere Agnelli fermarsi e dire niente altro che ‘aspetto'”.