Caro Conte, scusa se ti do del tu…
“Pensavo fosse amore invece era un calesse”: come passare dall’amore per una bandiera al semplice rispetto per il professionista
Scusa se Ti dò direttamente del Tu, ma sai, quando sei tifoso appassionato i calciatori sembrano compagni giochi da sempre.
Ricordo quando io tifoso 15enne, tornato da scuola,guardavo i programmi sportivi che ogni giorno guarda mio padre (juventino anche lui), e di quando un giorno appresi che un giovanotto del Lecce, tale Antonio Conte, era stato appena acquistato e aggregato alla Juve del Trapattoni Bis. Alla juve di Baggio Schillaci Casiraghi, Julio Cesar, Reuter, Kohler. Lessi di un giocatore tifoso della Juve da bambino, voglioso di iniziare quella splendida avventura.
Ti presi subito in grande simpatia…il nuovo Tardelli, dicevano…anche se quell’anno non è che giocasti molto. Ma davi, già allora, tutto in campo, e questo mi bastava.
Quanto sei cresciuto, negli anni dopo. Siamo poi cresciuti insieme, sai?
Gli anni delle scuole medie superiori, e tu c’eri, nella mia squadra del cuore. eccome se c’eri…la Coppa Uefa del 1993, il mondiale del 1994, gli scudetti di Lippi .. e quella tua juventinità ruspante, verace. Scusa se ti dò del tu, ma mi viene naturale. Ricordo le polemiche del 1998 con l’Inter. Ricordo la tua posizione da juventino, le tue risposte sul campo ed i tuoi sfottò agli avversari. ricordo Antonio Conte Capitano a Perugia e ricordo Antonio Conte a Udine, il 5 maggio. e poi i tuoi ultimi anni, da capitano “anziano”, a trasmettere juventinità ai giovani. Mamma mia quanti anni, Antonio. E quanta vita.
Grazie, Antonio.
Scusa sempre se ti dò del Tu, ma mi sento quasi un tuo amico, per tutto questo tempo passato “insieme”. Poi mi ricordo la simpatia con cui Ti ho seguito, prima come secondo di De Canio al Siena e poi con la curiosità di capire il tuo 4-2-4 all’Arezzo…la breve e sfortunata parentesi con l’Atalanta e poi quella trionfale col Siena. Ogni settimana, dopo il risultato della Juve, mi informavo cosa aveva fatto il Capitano, alla guida della sua Squadra. Ricordo la Tua voglia di Juve nel 2011.
Ricordo una intervista ad una TV locale Toscana, mi sembra, nella quale parlavi della situazione – allora sfortunata – della juve di Del Neri. Trasudavi voglia di allenare la juve, di riunirti attivamente alla famiglia Juventina. E ricordo la stagione 2011/2012, lo scudetto – per quanto mi riguarda – più bello. una Squadra, una squadra vera; uno scudetto da sfavoriti conquistato giocando con entusiasmo e trascinando una tifoseria che aveva una voglia matta di rivalsa dopo Calciopoli. Come te.
Grazie, Antonio.
E poi la brutta storia del calcioscommesse, il Presidente che ti ha difeso a spada tratta, in mezzo agli insulti. Ti davano del corrotto.
Come prima Ti (e ci) avevano dato dei ladri, dei dopati. Poi, dopo altri due campionati vinti ( i 102 punti, record dei record), in un giorno di luglio qualcosa si è rotto. ma non tra Te e noi; forse, e non lo so, tra te e la società. Che giorno triste, quello: la consapevolezza che il più bravo, ma soprattutto che uno di noi, si stesse allontanando mi creava malinconia. Ma ho sempre voluto pensare si trattasse di un arrivederci. sei stato poi in Nazionale, al Chelsea. Ogni tuo successo l’ho vissuto come fosse un pò anche il mio, il nostro, di noi tifosi juventini.
Grazie, Antonio, e scusa sempre se ti dò del Tu.
Poi è arrivata la notizia del Suo passaggio all’Inter, Signor Conte. dicono sia il Professionismo, Signor Conte. Dicono che dobbiamo capire. dicono sia Normale. Se lo dicono, forse, sarà così. sempre grazie, Signor Conte, ma mi scusi se non Le dò più del Tu, non mi viene. Mi ricordo quando La (e ci) chiamavano “ladri”, “dopati”, “corrotti”. Non è un bel ricordo, sa? non sento più comunanza con Lei, mi sembra di parlare ad un estraneo…tutto d’un tratto. ora quelli sono i suoi tifosi. Ora quello è diventato il “suo ambiente”, quello in cui potrà far valere la Sua bravura, il Suo “professionismo”.
Grazie, Signor Conte.
Grazie, perchè mi ha mostrato quanto valgono 13 anni di juventinità. Valgono 12 milioni di euro all’anno: una bella cifra non c’è che dire, mica noccioline! chissà cosa avrei fatto io, al Suo posto. non saprei, davvero…e d’altro canto, mica voglio essere ipocrita…anzi, forse si…mi sarei ricordato del Chelsea, della nazionale, dell’affetto dei tifosi juventini, del record dei 102 punti, di quando La chiamavano corrotto, di quando felice come un bambino era tornato alla juve nel 2011, della gavetta ad Arezzo, Bergamo e Siena col desiderio di bianconero che scoppiava in fondo al cuore…del fango di Calciopoli, degli ultimi anni alla Juve, del 5 maggio, di Perugia… di quando Le davano del Dopato e del ladro…del 1998, della Champions League…degli Scudetti di Lippi…della Uefa del 1993, di Trapattoni e di quel ragazzotto ruspante Leccese…ed avrei pensato anche, forse, ad uno dei ragazzini di 15 anni che guardava la tua juve in tv insieme a suo padre entrambi , juventini da sempre…e forse…ma forse, e solo in assenza assoluta di alternativa, solo dopo aver ricordato tutto questo mi sarei posto nella condizione di valutare se tutto ciò poteva essere venduto, ed a che cifra. E alla fine, sapendo che Lei è uno tra i migliori allenatori del mondo, avrei risposto no proprio a chi aveva infangato 13 anni di Juve. di noi. Ma Lei è diverso.Grazie, signor Conte, lei è un vero professionista.
Ma mi scusi se non mi viene più la voglia di darle del Tu.
non era un arrivederci, quindi, l’ho capito solo ora, che sciocco.
Lei ora è solo il passato, ed il suo volto si confonde nei miei ricordi, con quello di tanti altri giocatori…le belle vittorie, l’amarezza per le sconfitte… tutto passato e scritto negli almanacchi. Quando leggerò il Suo nome nelle formazioni dell’epoca penserò che Lei è stato, solo, uno splendido professionista. Quando andrò allo Stadium e vedrò la sua stella, mi ricorderò di che Professionista è stato. Ora ho 30 anni, resto sempre incollato alla tv a guardare la juventus con mio padre’, entrambi siamo sempre juventini fino al midollo, certe cose non cambiano e non passano.
Buona Vita, signor Antonio Conte
Di Roberto pontillo