Incredibile Campedelli: “Juve salvata e il mio Chievo ammazzato”

L’ex presidente del Chievo Campedelli commenta la notizia del patteggiamento della Juve. E paragona il caso del club bianconero con il suo, terminato con il fallimento dei clivensi. In realtà due casi ben diversi.

Dopo il patteggiamento della Juve, molti hanno tirato in ballo il caso del Chievo, che venne coinvolto in diversi casi giudiziari fra il 2018 ed il 2021, culminati con il fallimento della società. E ne ha parlato anche il presidente del club in quegli anni, ossia Luca Campedelli. In una intervista al Foglio, l’ex dirigente ha dichiarato: “La Juve se l’è cavata con una multa risibile in confronto ai ricavi. Gravina ha detto che bisogna tutelare il brand Juve, un tifoso su tre è bianconero. Così si giustifica stringere accordi al di fuori del vincolo federale”. Chiudendo con: “Il mio Chievo me l’hanno ammazzato“. Ma in realtà la situazione è un pochino diversa.

Juve-Chievo, due casi completamente diversi: il paragone di Campedelli non calza per niente

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(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Il Chievo è stato oggetto di indagine per le stagioni 15-16, 16-17 e 17-18 per aver contabilizzato plusvalenze fittizie con il fine di far risultare il patrimonio netto ben superiore al reale e ottenere così l’iscrizione al campionato. Che altrimenti non avrebbe ottenuto – prima differenza con la Juve. Famoso il caso che ha coinvolto anche il Cesena, con diversi giocatori della Primavera scambiati fra le società con valori di svariati milioni di euro. I calciatori tante volte non sapevano nemmeno di essere stati ceduti, come hanno dimostrato le inchieste di calciomercato.com e Striscia la Notizia che intervistarono i suddetti giocatori – per poi fare il percorso inverso pochi giorni dopo. Quindi senza una effettiva trattativa – seconda differenza con la Juve.

Per quel caso il Chievo subì una penalizzazione di tre punti – rimanendo in Serie A – e un’ammenda di 200mila euro nel settembre 2018 – contro i 10 comminati alla Juve. I clivensi retrocessero poi sul campo in quella stagione. E disputarono altri due campionati di Serie B, prima dell’esclusione dell’estate 2021 dovuta al fatto che la società di Campedelli aveva accumulato un debito con l’erario di oltre 20 milioni di euro. Da ciò scaturì anche il fallimento della Paluani – di proprietà di Campedelli -, che controllava oltre l’80% dei clivensi – prima venne commissionata e poi dichiarata fallita definitivamente il 25 maggio scorso. Il Chievo fece ricorso contro la FIGC, perdendo 27 volte su 27. E venne dichiarato definitivamente fallito nel giugno 2022. Situazione decisamente differente.