Camoranesi: “Alla Juve servono campioni. Mi sarebbe piaciuto giocare con Pirlo”

Mauro German Camoranesi, attualmente in forza al Lanus, è stato per tanti anni uno dei beniamini del popolo juventino, con cui ha condiviso tantissime gioie e, purtroppo, anche la farsa di Calciopoli. Raggiunto da ‘Calcio Gp’, il fantasista esterno argentino indica alla Juventus la ricetta per tornare grandi: “Per ritornare ad essere competitiva la Juve ha bisogno di campioni. Non c’è bisogno di fare nomi, sono pochi quelli in grado di fare la differenza”. Ecco l’intervista integrale pubblicata sul settimanale diretto da Giancarlo Padovan.\r\n\r\nMauro, sei passato in poco tempo da una squadra di provincia come il Verona ad assoluto protagonista in Champions League. Qual è stato il segreto del tuo successo?\r\n“Secondo me puoi avere tecnica e qualità umane fuori dal comune, ma è determinante avere la fiducia dell’allenatore. Sono arrivato in seguito all’infortunio di Zambrotta e ho percepito subito grande considerazione nei miei confronti. Se hai quella poi viene tutto più facile. E’ importante, ti dà maggiore consapevolezza nei tuoi mezzi”.\r\n\r\nSei stato allenato da due dei più grandi tecnici del calcio mondiale, Lippi e Capello. Che differenze hai notato tra loro?\r\n“Stiamo parlando di allenatori vincenti. Sapevano scegliere bene, con il giusto approccio. Lippi aveva un modo di fare un po’ diverso, cercava un dialogo continuo con i giocatori. Ma differenze sostanziali non ne vedo, la mentalità è la stessa. Quello che hanno fatto è sotto gli occhi di tutti”.\r\n\r\nHai vinto tanto alla Juve. I momenti più belli e il rimpianto più grande.\r\n“L’unico rimpianto è la mancata conquista della Champions League nella finale di Manchester. Dopo una grande cavalcata perdere alla fine di un percorso ti lascia sempre l’amaro in bocca. Per il resto ho solo ricordi positivi. Sembrerà banale dirlo, ma l’aver fatto parte della Juve mi ha dato la possibilità di conoscere e giocare insieme a campioni di livello mondiale. Questi sono stati i momenti più belli”.\r\n\r\nInsieme a Del Piero, Buffon, Nedved e Trezeguet sei rimasto a Torino anche dopo la retrocessione a tavolino in Serie B. Mettendo un attimo da parte eventuali motivazioni tecniche, ti aspettavi magari un po’ più di considerazione da parte della società, un trattamento diverso al momento del tuo addio?\r\n“Per questa società avrò solo parole di ringraziamento. Era arrivato il momento di separarci, tutto qui. Le storie prima o poi finiscono, non durano in eterno. E’ stata un’esperienza bellissima che porterò sempre nel cuore. Ci siamo lasciati in armonia, senza alcun tipo di rancore”.\r\n\r\nNelle ultime due stagioni la “tua” Signora ha disputato campionati disastrosi. Quest’anno è rimasta perfino fuori dall’Europa. Secondo te ci sono analogie tra la sciagurata gestione Ferrara e l’ultima di Delneri?\r\n“Dall’esterno è difficile giudicare cosa sia accaduto realmente nell’ultima stagione. Se non la vivi dentro non puoi esprimere una giusta opinione. Bisognerebbe stare a contatto giornalmente con l’ambiente, con lo spogliatoio, per capire i reali motivi. Fa male vedere la squadra così in basso, ma ripeto da fuori non è facile e non mi sembra corretto dare giudizi”.\r\n\r\nHanno ceduto Trezeguet per poi prendere Toni a gennaio. Non pensi che uno come David avrebbe fatto ancora comodo a questa squadra, data la sua incredibile vena realizzativa?\r\n“Da ex compagno di David dico che uno come lui fa sempre la differenza. Avrebbe fatto comodo. Non finisce mai di segnare, le statistiche lo dimostrano. Però è un mio pensiero, non deve essere per forza condiviso. La società ha fatto le sue valutazioni e ha agito diversamente, bisognerebbe chiederlo a loro”.\r\n\r\nSono arrivati Pirlo, Ziegler e Pazienza. L’approdo in bianconero dell’ex milanista non è stato considerato all’unanimità come il classico colpo di mercato, probabilmente perché è stato preso a parametro zero. Tu che ci hai giocato in Nazionale, ritieni che Andrea sia destinato a diventare uno dei perni fondamentali della Juve del futuro?\r\n“Sono felicissimo che sia arrivato alla Juve. Pirlo è un giocatore speciale, di grandissima qualità, con una classe immensa. L’averci giocato accanto in Nazionale mi ha permesso di apprezzarne maggiormente certe doti. Mi dispiace tanto non poter essere un suo compagno alla Juve, mi sarebbe piaciuto molto. Andrea è un punto di riferimento importante, indispensabile per lo sviluppo del gioco. Sarà uno dei pilastri della Juve del futuro, non ho dubbi”.\r\n\r\nLa corsa al tanto agognato top player si fa sempre più serrata. Negli ultimi giorni i nomi accostati con maggiore insistenza alla causa juventina dai vari addetti ai lavori sono quelli di Aguero, Higuain e Rossi. Chi consiglieresti?\r\n“Si possono fare tanti nomi, ma quelli che fanno la differenza sono i soliti noti. Se vuoi allestire una squadra competitiva per ritornare a primeggiare servono i campioni. Al momento ne sono arrivati davvero pochi, spero che si cominci ad alzare il livello. Non serve dare consigli, tutti sanno quelli sono in grado di aumentare il tasso qualitativo fornendo quel qualcosa in più a un team che punta in alto”.\r\n\r\nLuciano Moggi ha dichiarato recentemente che nella sua Juventus uno come Krasic avrebbe fatto la riserva a Camoranesi. Cosa ha rappresentato per te il Direttore?\r\n“Era nella piramide della società insieme a Giraudo e Bettega e prendeva le decisioni che contavano. Un punto di riferimento, il suo valore non si discute. Pretendeva e dava molto. Potevi contare in qualsiasi momento su di lui, prestava particolare attenzione alla condotta dei giocatori. Dopo quello che è successo ho sentito solo cose negative sulla sua persona dal mondo del calcio, non capisco come ci si possa dimenticare all’improvviso dei suoi aspetti positivi, che sono tanti”.\r\n\r\nIl ritorno di un Agnelli alla presidenza fa sempre un certo effetto per la gente bianconera. Riuscirà a ripetere i successi dello zio e del papà?\r\n“L’ho conosciuto quando veniva ai nostri allenamenti e negli spogliatoi. Nella veste di presidente non lo conosco, mi auguro riporti la Juventus ai vertici, nei posti che le competono. I tifosi hanno sofferto tanto in questi ultimi anni e non vedono l’ora di togliersi grandi soddisfazioni”.\r\n\r\nSulla panchina del club più blasonato d’Italia si siederà un tuo ex compagno, Antonio Conte. Tutti dicono che fosse già un allenatore in campo, puoi confermarcelo?\r\n“Sono molto contento per Antonio. E’ un vero esempio, per noi era formidabile. Un fenomeno. Dava l’anima in campo e contagiava tutto il gruppo. E’ un uomo di questa società, incarna la juventinità. Ha tanta fame di successi. Ha acquisito ulteriore esperienza dopo le avventure di Bari e Siena. Merita questa grande chanche, è sempre stato il suo sogno. Riporterà quella mentalità vincente che è mancata negli ultimi anni. Sono fiducioso, è l’ideale per guidare la Juve. Scelta azzeccata”.\r\n\r\nAl momento giochi nel Lanus. Che progetti hai per il tuo futuro, una volta terminata la carriera, vorresti continuare a lavorare sul campo o dietro ad una scrivania?\r\n“Ho ancora un anno e mezzo di contratto con il Lanus. Sono felice perché faccio quello che mi piace, giocare a calcio e divertirmi. In futuro poi si vedrà, sono decisioni che prenderò più avanti”.\r\n\r\nVorresti dire qualcosa in particolare ai tifosi juventini?\r\n“Non li dimenticherò mai, la Juventus è stata una parte della mia carriera, della mia vita. Nutro tanto affetto nei loro confronti, questi colori me li porterò sempre dentro”.