Calciopoli: tra poche ore la sentenza su Giraudo

E’ cominciata verso le 9.45 con un breve intervento del pm Giuseppe Narducci e si è chiusa un’ora dopo l’udienza sul caso Giraudo. E’ intenzione del giudice Edoardo De Gregorio di arrivare oggi stesso alla sentenza dopo essersi chiuso in camera di consiglio. Il verdetto è previsto fra un paio d’ore.\r\nStamattina al tribunale di Napoli, l’arbitro De Santis ha presentato la sua lista testi per la prima udienza dello stralcio del procedimento a suo carico che vedrà la prima udienza il prossimo 22 dicembre. De Santis con le sue scelte testimoniali, rivisita il campionato maledetto 2004-2005 chiamando in causa Collina, i due Paparesta, dirigenti arbitrali e colleghi ma anche molti calciatori, ai quali i suoi avvocati chiederanno conto di ammonizioni date o non date e squalifiche scattate e non scattate. Del Piero e Ledesma dovranno confermare la circostanza che per Lecce-Juve, giocata su un campo molto pesante e vinta dai bianconeri, i due capitani non avevamo mai chiesto di fermare il gioco per l’impraticabilità, come invece, sostiene l’accusa De Santis, avrebbe dovuto fare. Dovranno testimoniare anche Ibrahimovic e Appiah sulle circostanze delle ammonizioni che costarono agli allora bianconeri la supersfida scudetto Milan-Juve e, sempre in tema di squalifiche, davanti al giudice testimonieranno anche Seedorf, Rui Costa e Nesta, anche loro diffidati per la partita precedente il match successivo ma regolarmente in campo in Milan-Juventus.\r\nLa breve udienza, nella quale era presente anche l’arbitro Rocchi, si è svolta con una sorta di duello in punta di diritto fra il pm Narducci e alcuni avvocati difensori. Narducci nella sua requisitoria ha attaccato su Giraudo con un parallelismo rispetto alle motivazioni della sentenza doping-Juve. L’avvocato Massimo Krogh, difensore di Giraudo, ha smontato la tesi sostenendo che nel caso di calciopoli non esiste alcuna prova che gli arbitri abbiano agito a comando, prova necessaria per una reato come quello della frode sportiva.\r\nDura la replica dell’avvocato Cricrì, difensore di Rocchi, sulla telefonata Lotito-Mazzini e la designazione del fischietto fiorentino per Chievo-Lazio: «Riascoltatevela quella telefonata e fate le vostre considerazioni: Mazzini parla con Lotito alle 5 del pomeriggio di una designazione a Lotito ignota, ma conosciuta da tutto il mondo da mezzogiorno….».\r\nIn sei, fra i quali l’ex amministratore delegato della Juventus, devono difendersi dall’accusa di associazione per delinquere: sono l’ex presidente dell’Aia Tullio Lanese, i guardalinee Duccio Baglioni e Stefano Cassarà, gli ex arbitri Tiziano Pieri e Marco Gabriele. Frode in competizione sportiva il reato contestato agli altri cinque imputati: l’arbitro ancora in attività Gianluca Rocchi, i fischietti “in pensione” Paolo Dondarini e Domenico Messina, gli assistenti pensionati Giuseppe Foschetti e Alessandro Griselli.\r\nIl nodo più delicato da sciogliere riguarda l’accusa più grave fra quelle ipotizzate dai pm, l’associazione per delinquere, reato per il quale il protagonista principale dell’inchiesta, l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, è a giudizio con rito ordinario (martedì udienza importante: sarà sentito Carraro e Bergamo promette battaglia e domani presenta a Roma il suo libro di memorie).\r\nLa Procura ha chiesto la pena più alta, cinque anni di reclusione, nei confronti di Giraudo. Tre anni e sei mesi la richiesta per Pieri, 3 anni per Baglioni, due ciascuno per Lanese, Cassarà, Gabriele e Dondarini. All’indirizzo di Rocchi il pm ha chiesto la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione, così come per Messina. Un anno ciascuno per Foschetti e Griselli. Per l’Aia sono ore di attesa: freme l’arbitro fiorentino, ieri quarto uomo a Bergamo, e talento promettente e internazionale in carriera. Cosa faranno i vertici Aia in caso di condanna, anche lieve per un tesserato già giudicato e assolto dalla giustizia sportiva per quel maledetto Chievo-Lazio? Tutti gli imputati hanno respinto le accuse. Dinanzi al giudice De Gregorio si era già celebrata l’udienza preliminare, chiusa con il proscioglimento dell’ex presidente del Coni Franco Carraro e dell’ex segretario generale della Federcalcio Francesco Ghirelli e il rinvio a giudizio di Moggi gli altri 23 imputati per i quali è in corso il giudizio ordinario.\r\nLa questione oltremodo delicata è proprio quella che riguarda la posizione di Giraudo: la sentenza sportiva che ha devastato la Juve nell’estate del 2006 si poggiava anche sul fatto che l’ex ad e Moggi fossero sodali perfetti nell’illecito strutturale. E il fatto che proprio l’uomo con potere di firma fosse coinvolto e squalificato per cinque anni è stata un aggravante, utilizzata al contrario come attenuante per il mancato coinvolgimento diretto di Galliani nel caso Milan-Meani. Se la sentenza escludessa l’associazione per deliquere a carico di Giraudo si potrebbe già esperire la strada (impervia, perché la Figc non ci vuole sentire) della revisione del processo sportivo del 2006 (articolo 39 del codice di giustizia). «Tutte le decisioni adottate dagli organi di giustizia sportiva, inappellabili o divenute irrevocabili, posso essere impugnate per revocazione innanzi alla Corte di giustizia federale, entro trenta giorni dal fatto o dal rinvenimento dei documenti, se (comma d) è stato omesso l’esame di un fatto decisivo che non si è potuto conoscere nel precedente procedimento, oppure sono sopravvenuti, dopo che la decisione è diventata inappellabile, fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia». C’è grande attesa, ora non resta che il primo verdetto, pronunciato – però per una scelta discutibile dell’ex ad Giraudo – dallo stesso giudice che aveva deciso di far celebrare il processo di Calciopoli dopo la richiesta di rinvio a giudizio.\r\n(Di Alvaro Moretti per Tuttosport.com)\r\n\r\n\r\n

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Pubblicato da
Alberto Zamboni