Calciopoli: tra colpi di tosse mai uditi e scuse non richieste

\r\n\r\nMoggi-Processo-Napoli\r\n\r\nCominciava Venerdì  a Napoli un simbolico “girone di ritorno”, dopo le partite giocate (e vinte) in casa dell’accusa, e bisogna dire che c’era attesa per le deposizioni di molti personaggi illustri, alcuni dei quali non si sono presentati in aula.\r\n\r\nDa ribaltare, a parte qualche ipotesi balzana su colpi di tosse in fase di sorteggio, non c’era molto prima dell’udienza di ieri, e ce n’è ancora meno da oggi, dopo che abbiamo sentito reiterare per l’ennesima volta concetti semplici, che purtroppo i giornali italiani in questi mesi hanno  relegato a pagina 17, tra il volley e l’hockey su prato, se non direttamente omesso di raccontare.  Noi continuiamo ad andare avanti per la nostra strada e  a raccontare quello che emerge dal processo.\r\n\r\nVale la pena di ripercorrere la giornata processuale dall’inizio alla fine, perché si è detto molto, pur continuando, in ultima analisi, a ripetere quello che sapevamo tutti già dall’esame dei testimoni dell’accusa, il che è tutto dire.\r\n\r\nPrima di analizzare le testimonianze  è doveroso segnalare come il perito incaricato dal tribunale di ascoltare le intercettazioni ammesse solo recentemente a processo, ha indicato come a pronunciare il nome Collina nell’ormai famosa telefonata Bergamo Facchetti sia stato proprio Facchetti. Sinceramente non era importante per chi le  “nuove” intercettazioni le aveva sentite tutte. Non lo era prima , quando i giornali sportivi italiani cavalcavano questo dubbio per screditare la linea difensiva degli avvocati del Direttore, e non lo è adesso che abbiamo scoperto (e c’è voluto un perito super partes) di non essere poi così barboni e taroccatori, in fondo. Per quello che mi riguarda è una polemica che si chiude qui, dato che poco aggiunge alla sostanza delle telefonate tra l’allora presidente dell’Inter e il mondo arbitrale. Si voleva bypassare il sorteggio chiedendo di inserire in griglia arbitri preclusi assieme al “numero 1” e tanto basta perché i lettori si fossero già fatti un’opinione in merito.\r\n\r\nTornando alle tematiche della giornata processuale, abbiamo innanzitutto avuto conferma già dall’interrogatorio del presidente Abete  di come la famosa cupola non sia mai esistita:\r\n\r\nAvv. Prioreschi: Giudice, Lei sa che nell’accusa alla cosiddetta cupola c’è che Abete venne fatto fuori dalla stessa cupola, quindi Presidente, se Le dico che la sua elezione fu condivisa da tutte le componenti della Federazione che mi dice?\r\nAbete: Che è andata così, fu un accordo preso per evitare l’ennesima mortificazione della Federazione con un nuovo commissariamento.\r\n\r\nDurante questa deposizione è emerso ( ma c’era da scommetterci), che il vicepresidente della federazione non ha mai avuto conoscenza della provenienza delle intercettazioni, portando alla paradossale dichiarazione dell’avvocato di Bertini, Messeri, che si riserverà di portare al banco dei testimoni il procuratore Palazzi, l’unico, a quanto sembra, a poter fare chiarezza su questo punto:\r\n\r\nAvv. Messeri: Le intercettazioni da chi le avete riceute?\r\nAbete: L’iter che ha seguito la Procura non lo conosco, ricordo che ebbi una telefonata da Carraro, all’inizio di maggio, in cui mi diceva che si sarebbe dimesso, e si decise di chiedere al CONI il commissariamento per gestire la situazione che all’inizio sembrava gestibile, ma che poi era precipitata.\r\nAvv. Messeri: Dal momento che esiste una legge dello Stato che consente alle Procure di trasmettere gli atti di indagine, volevo sapere da quale Procura li avevate ricevuti?\r\nAbete: All’inizio arrivarono gli atti da Torino, poi all’inizio di maggio fu più rilevante l’evento penale.\r\nAvv. Messeri: Ma la Federazione ha ricevuto gli atti da chi?\r\nPresidente Casoria: Ha risposto, da Torino.\r\nAvv. Messeri: Io sto parlando del processo sportivo del 2006, quelle intercettazioni chi le ha mandate?\r\nAbete: Non posso saperlo chieda al Procuratore.\r\nAvv. Messeri: Chi era?\r\nAbete: Palazzi.\r\nAvv. Messeri: Mi riservo di chiedere l’audizione del procuratore Palazzi.\r\n\r\nAbbiamo avuto poi conferma in almeno quattro occasioni che il sorteggio era regolarissimo, da parte dell’allora capo ufficio stampa della federazione Valentini e da ben tre  giornalisti che parteciparono e assistettero ai sorteggi.\r\n\r\nAvv. di Bergamo: Lei ha mai avuto modio di avere dubbi sulla genuinità dei sorteggi?\r\nValentini: No, mai.\r\n\r\nAvv. Prioreschi: Il sorteggio di Racalbuto è stato casuale?\r\nFulvio Bianchi: Sì, del tutto casuale.\r\nAvv. Prioreschi: Mi sento ridicolo a farLe questa domanda: Nessuno Le ha detto di pescare Racalbuto?\r\nFulvio Bianchi: Lo avrei denunciato, o lo avrei fatto notare al notaio e mettere a verbale.\r\nAvv. Prioreschi: Non c’era nessuna diversità nelle palline?\r\nFulvio Bianchi: Assolutamente no, non c’era nessuna diversità, ripeto, almeno io ho preso la prima pallina che mi è venuta in mano, non c’era diversità, non erano rigate, non erano fredde, assolutamente. Pescai il peggiore arbitro che era stato messo in griglia, che poi fu sospeso, fece un disastro in quella partita, con l’assistente, e fu sospeso 7-8 giornate dai designatori, se ricordo bene. Arbitrò male la partita ma questo è del tutto un caso avvocato, succede anche adesso che un arbitro…\r\nAvv. Prioreschi: Ma io sono d’accordo con Lei. Grazie, io non ho altre domande.\r\n\r\nAvv. Morescanti: Quindi può escludere qualunque pilotaggio del sorteggio?\r\nNozzoli: A quelli a cui ho assistito io sì.\r\n\r\nDifesa Pairetto: Qualcuno Le suggerì di muovere la mano a seconda di colpi di tosse?\r\nBianchi: No.\r\nDifesa Pairetto: Pairetto e Bergamo la indirizzarono in qualche modo?\r\nBianchi: No, se così fosse stato il giorno dopo avrei fatto lo scoop della vita e sarei diventato famoso.\r\nDifesa Pairetto: Quindi si può dire che il sorteggio era regolarissimo?\r\nBianchi: Assolutamente si!\r\n\r\nBasterebbero queste poche ma importanti dichiarazioni a sbrogliare la matassa del sorteggio  e a dare dignità di prova risolutiva al  fatto che, a meno che gli arbitri non fossero tutti “cupolari” al soldo della perfida Juventus, inclusi quelli che ancora oggi sono in serie A  e  incluso l’attuale designatore , se il sorteggio non era truccato allora non potevano esserlo neanche le partite, ovviamente. Attendere che qualche giornale a tiratura nazionale  faccia un titolo tipo “ Così non truccavano i sorteggi” appartiene purtroppo  al mondo dei sogni, in cui vivono ormai al confino le persone intellettualmente oneste. Ne faremo a meno, anche perché l’udienza di oggi ha  smontato ben altri aspetti che l’accusa ha sempre tentato di cavalcare, e non vorremmo che la cronaca della verità togliesse spazio alle simpatiche fotografie di Eto’o o a qualche importante dichiarazione di Mourinho in Spagna.\r\n\r\nInfatti è emerso ancora una volta che all’interno dell’aula in cui si svolgeva il sorteggio c’erano moltissime persone, che non c’era il minimo controllo sull’identità dei presenti e che era un prassi consolidata che si telefonasse in diretta per comunicare i nomi degli arbitri in anticipo rispetto al comunicato ufficiale. Moggi è stato massacrato per aver detto al telefonico di conoscere i sorteggi nella stessa giornata degli stessi ma prima della pubblicazione, e nonostante non esistano telefonate come quelle di Facchetti in cui le designazioni dei guardalinee gli vengono comunicate prima ancora che si svolga la riunione per deciderle, sono valse a lui e alla Juventus delle accuse di frode sportiva.\r\n\r\nDifesa Lotito: Lei ha assistito ad altri sorteggi? Per assistere cosa faceva? Ci voleva l’accredito, o andava ed entrava?\r\nFulvio Bianchi: nessun accredito\r\nDifesa Lotito: Quindi tutti potevano entrare?\r\nFulvio Bianchi: Sì, c’erano altri colleghi, soprattutto delle agenzie di stampa, che erano subito pronti per il lancio della notizia.\r\n\r\nAvv. Morescanti: Nel pubblico, c’era anche il giornalista dell’Ansa?\r\nBianchi: Sì era pubblico, io portai un mio amico che assistette.\r\n\r\nAvv. Morescanti: Come spettatore oltre a lei chi era presente in sala?\r\nNozzoli: Almeno 7-10 gionalisti\r\nAvv. Morescanti: Ha mai fatto caso se qualcuno telefonava per comunicare il sorteggio?\r\nNozzoli: Certo, lo facevano in diretta durante lo svolgimento.\r\n\r\nHanno poi sfilato Papi,Tombolini e Collina, rappresentanti del mondo arbitrale dell’epoca, i quali hanno  confermato l’assoluta imparzialità dei designatori. Ancora una volta abbiamo avuto conferma di come i diffidati non fossero noti alla terna arbitrale.\r\n\r\nDifesa Pairetto: Rispetto a Pairetto ebbe mai a suggerirle comportamenti diretti a favorire una squadra o un’altra?\r\nPapi: No.\r\n\r\nAvv. Gallinelli: Lei sapeva se un dato giocatore era diffidato o no?\r\nPapi: No, non era un elemento che ci riguardava.\r\n\r\nDifesa Pairetto: E venne mai suggerito da Pairetto di assumere atteggiamenti per favorire una o un’altra squadra?\r\nCollina: No.\r\n\r\nDifesa Pairetto: Ha mai visto Pairetto dire cose del genere nei confronti di suoi colleghi?\r\nCollina: No.\r\n\r\nDifesa Della Valle: Lei ha ricordato la gara Fiorentina – Brescia. Prima della gara ha ricevuto richiesta da Bergamo e Pairetto di favorire la Fiorentina e sfavorire il Brescia?\r\nCollina: Non ho mai ricevuto richieste da Bergamo e Pairetto di indirizzare i risultati.\r\nDifesa Della Valle: Ha ricevuto richieste analoghe da altre persone?\r\nCollina: No.\r\n\r\nAvv. Morescanti: Lei ha mai ricevuto pressioni da Bergamo perché arbitrasse in un certo modo?\r\nTombolini: No.\r\n\r\nDifesa Pairetto: Pairetto le chiese mai di arbitrare in maniera di favorire o sfavorire una squadra?\r\nTombolini: No, mai.\r\nDifesa Pairetto: Lo sentì dire a qualche suo collega?\r\nTombolini: No.\r\n\r\nInsomma, se l’accusa ci aveva regalato nei suoi  interrogatori una serie di impressioni, supposizioni, sensazioni,( oltre ai dubbi sul campionato 2001 sul quale risultano esserci state forti pressioni sul guardalinee Coppola da parte dell’Inter) , la difesa ha portato la testimonianza di chi sorteggiava, di chi veniva sorteggiato, di chi arbitrava, bene o male, le partite di campionati invece assolutamente regolari, ma inspiegabilmente tolti a chi li aveva vinti sul campo.\r\n\r\nUn capitolo a parte merita il teste più atteso dagli Juventini: L’ex dirigente della Roma Baldini. E Baldini non ha deluso di certo le attese di chi  certe domande le voleva porre  da anni, anzi, è perfino riuscito a superare ogni aspettativa, con una testimonianza che, se non ci fosse da piangere, sarebbe addirittura da farci una risata sopra,  per come il teste abbia fatto ricorso a tutti i “non ricordo” e tutti i dietrofront possibili, messo alle strette dagli avvocati di Moggi che hanno  evidenziato tutte le incongruenze legate al suo ruolo durante le indagini che portarono alla farsa del 2006.\r\n\r\nQuesta deposizione merita di essere letta quasi integralmente.\r\n\r\nAvv. Prioreschi: Lei conosce un maggiore dei carabinieri che si chiama Attilio Auricchio?\r\nBaldini: Certo.\r\nAvv. Prioreschi: Ah lo conosce… che rapporti di conoscenza ha avuto ed ha e quando lo ha conosciuto e come lo ha conosciuto?\r\nBaldini: Ho conosciuto il maggiore Auricchio nell’estate del 2003, quando i carabinieri di via In Selci indagavano sull’iscrizione del campionato della Roma e di altre squadre, dove si paventava l’iscrizione al campionato attraverso false fideiussioni e i carabinieri stavano indagando e io, come consulente sportivo non avevo molta cognizione di causa di quello che stessimo parlando quando fu scoperta… per la Roma si paventava il rischio di fideiussioni false, però, non essendoci il direttore generale perché era stato da poco esautorato, e il presidente Sensi aveva già problemi di salute, la società ritenne di tenere una conferenza stampa a Trigoria per illustrare le ragioni della Roma. Io parlai di tutte le cose che la Roma aveva ritenuto di dover palesare e, in quella conferenza stampa, erano presenti i carabinieri di via In Selci. Dopo la conferenza stampa, sono venuti a chiedermi spiegazioni e io ho fatto la conoscenza, in quel momento, del maggiore Auricchio e nel pomeriggio, come rappresentante della Roma, sono andato a fare una denuncia contro ignoti proprio nella caserma di via In Selci.\r\nAvv. Prioreschi: Successivamente all’agosto 2003 che rapporti ha avuto?\r\nBaldini: Dopo il 2003 è successo che nel marzo del 2005, quando ormai il mio rapporto con la Roma era logorato, avevo dato la prima volta le dimissioni a novembre ed erano state respinte, le ho date una seconda volta, però prima di dare quelle dimissioni, avendo come ultima chance di dire la mia su quello che pensavo, che avevo visto in quegli anni, pensando di poterlo fare da persona ancora in carica, e quindi con una voce che si potesse ancora sentire, piuttosto che dopo ed essere scambiato per uno dei tanti perdenti che si lamenta, ho cercato di lamentarmi un attimo prima, non un grande atto di coraggio a dir la verità, sapendo che sarebbe finita da lì a poco, tanto è vero che il martedì successivo alle mie dichiarazioni, che ho fatto in una trasmissione televisiva dove ho criticato il mondo del calcio, ma questo credo che sia agli atti, ho dato le dimissioni e qualche tempo dopo il maggiore Auricchio mi ha chiamato.\r\nAvv. Prioreschi: Quando dice qualche tempo dopo mi ha chiamato in riferimento alla covocazione ufficiale, quando è stato interrogato…\r\nBaldini: No, non sono stato interrogato ufficialmente, sono stato contattato una prima volta, da lui, dicendo, chiedendomi se avessi avuto la voglia di riferire, di mettere per iscritto e di denunciare circostanziatamente quelle accuse velate che, perché di prove circostanziate non ne avevo più delle cose che poi ho denunciato e, quindi, se volessi metterle per iscritto. Io ho detto che non avevo grandi cose da riferire, se non qualche minaccia personale, tra l’altro nel tempo avevo pensato che mi sarei abituato, ma non ci si abitua mai, e quindi ho detto “Non ho molto da dire”, non so su che cosa potermi basare per fare una deposizione, e lì è finita. Qualche tempo dopo lui mi ha richiesto ancora questa cosa ed io ho accettato, anche perché per me il mondo del calcio era, per me era qualcosa che non si sarebbe più rappresentato.\r\nAvv. Prioreschi: Quindi il contatto con Auricchio sarebbe d’iniziativa dell’allora maggiore, adesso colonnello. E’ Auricchio che la cerca?\r\nBaldini: Sì.\r\nAvv. Prioreschi: E la colloca dopo le sue dimissioni?\r\nBaldini: Lo colloco una settimana, due, tre, quattro, non lo so, dopo quella trasmissione. La trasmissione, se non sbaglio, perché credo che sia uno dei pochi ricordi, dovrebbe essere del 24 di marzo ed io il 26 marzo 2005 mi sono dimesso.\r\nAvv. Prioreschi: E quindi subito dopo viene contattato?\r\nBaldini: Come ripeto, qualche settimana dopo sono stato contattato.\r\nAvv. Prioreschi: Quindi, se io Le chiedo tra l’agosto 2004 e marzo 2005 quante volte, e se ha visto Auricchio, la sua risposta quale è?\r\nBaldini: Credo di averlo rivisto quando mi riferiva delle indagini sulle false fideiussioni, credo di averlo rivisto una o due volte in quel periodo.\r\nAvv. Prioreschi: Allora, io vorrei mettere un po’ di ordine. Lei ricorderà che io l’ho interrogata già a Roma nel processo, e a queste domande se conosceva Auricchio.\r\nPM Narducci: Presidente c’è opposizione!\r\nAvv. Prioreschi: I verbali li ho depositati.\r\nPM Narducci: E allora utilizzi i verbali per fare le contestazioni…\r\nPresidente Casoria: Faccia la domanda diretta.\r\nAvv. Prioreschi: La domanda diretta è perché quando io l’ho interrogato nel processo Gea ha negato di conoscere Auricchio?\r\nPM Narducci: (con tono irritato e imperioso) Presidente c’è opposizone! Deve utilizzare i verbali, non affidarsi ai ricordi.\r\nUn legale non identificato: Chiederei alla Procura della Repubblica di spiegare, magari con minor veemenza perché c’è opposizione.\r\nPM Narducci: C’è una contestazione che va fatta ritualmente, secondo il codice di procedura italiano, utilizzando verbali di dichiarazioni precedentemente rese. Su questo non ci sono opposizioni. Non affidati a ricordo dell’interrogato.\r\nL’avvocato Trofino consegna i verbali GEA al Presidente Casoria.\r\nRigettata l’opposizione del PM.\r\nL’Avv. Prioreschi: Allora, 31 marzo 2008 Tribunale di Roma sezione decima penale, io faccio una prima domanda: “Il maggiore Auricchio lo conosceva”, Baldini risponde “No, non lo conoscevo, l’estate prima l’avevo visto…”,  e poi spiega la storia. Poi io domando “Dopo quella volta dell’agosto 2003, per caso, lo ha reincontrato, ha avuto modo di parlarci?”, Baldini risponde “No, sono stato chiamato l’anno dopo dal maggiore per fare  quelle dichiarazioni”, domando ancora “Tra l’agosto del 2004 e marzo 2005 l’ha più visto?”, risponde “No”.\r\nBaldini: Quando Lei mi faceva delle domande relative al processo della Gea io ero, sinceramente, focalizzato su quella che era l’attività che Auricchio aveva raccolto, stavo pensando a quell’oggetto lì, non…\r\nAvv. Prioreschi: L’oggetto era sempre questo.\r\nBaldini: No, no ho detto adesso che, probabilmente, una o due volte l’avevo visto…  io mi stavo ancora riferendo sullo sviluppo delle indagini sulle fideiussioni, per questo quando Lei mi ha fatto la domanda io ho detto “No”, perché non ci ho pensato alle fideiussioni, pensavo a questo nuovo sviluppo e basta, a questo nuovo caso. Comunque confermo che se quello che ho detto è questo, probabilmente, ho completamente dimenticato la vicenda delle fideiussioni, per cui la realtà è che io l’ho incontrato. Parlato ed incontrato.\r\nAvv. Prioreschi: A me delle fideiussioni non me ne frega niente. Io sto dicendo, Lei lo vede, lo conosce, nell’agosto del 2003, va in via In Selci e presenta una denuncia. Dopo l’agosto 2003 quante volte, e in quali circostanze formali ed informali, ha incontrato il maggiore Auricchio? Periodo agosto 2003, marzo 2005.\r\nBaldini: Come ho detto poco fa, tra l’agosto 2003 e marzo 2005, quando poi sono stato contattato da lui, ho visto in relazione a quelle indagini, o sentito il maggiore Auricchio una o due volte.\r\nAvv. Prioreschi: Sia al processo Gea, che in questo, il colonnello Auricchio ha detto, è un dato dibattimentale, che tra l’agosto del 2004 e il marzo 2005, Lei ed il maggiore vi siete incontrati tre o quattro volte prima del suo interrogatorio, a prendere un caffè, e tre o quattro volte dopo. Volevo capire, rispetto a questa dichiarazione di Auricchio, se la ricorda male il colonnello , se la ricorda male Lei? Se fa uno sforzo di memoria sia sul numero degli incontri e sia sulle date perché poi, magari, facciamo un approfondimento.\r\nBaldini: Confermo quello che ho detto, ripeto, fino a quando non ho dato le dimissioni io ho incontrato il maggiore Auricchio una o due volte per faccende rilevanti le fideiussioni, dopo  quella trasmissione e le mie dimissioni ho incontrato Auricchio varie volte.\r\nAvv. Prioreschi: Quindi modifica…\r\nBaldini: No, non modifico, ho detto dopo… dopo le dimissioni… sempre per le fideiussioni.\r\n\r\nBaldini insomma ha scordato di conoscere Auricchio quando gli è stato chiesto al processo GEA, perché era troppo concentrato, inoltre minimizza il numero delle sue frequentazioni con Auricchio, anche di fronte a testimonianze di tenore opposto rese dal suo “conoscente”. Noi osservatori Juventini, invece, non possiamo che chiederci cosa pensare di una testimonianza come questa. Forse anche Prioreschi che all’ennesima risposta evasiva chiede l’ammonizione del teste per reticenza .\r\n\r\nAvv. Prioreschi: Come definisce i rapporti con Auricchio? Di conoscenza, informali, formali?\r\nBaldini: Di conoscenza prima, di collaborazione dopo.\r\nAvv. Prioreschi: Per collaborazione che cosa intende?\r\nBaldini: Intendo che poiché avevo deciso che quel poco che avevo da dichiarare lo avrei fatto comunque, però mi rendevo conto che la mia posizione poteva essere soltanto debole, mi sono prestato a collaborare con lui, cosa di cui non ho assolutamente a dolermi, anzi è una di quelle cose di cui vado fiero nella vita, ed ho indicato a indicare a lui tutte quelle persone, previo sentirle prima, perché non volevo mettere in mezzo nessuno, tutte quelle persone che nel tempo si erano rivolte a me sapendo bene come la pensassi, quindi si sentivano comodi con me, per denunciare le minacce e i soprusi, comunque i maltrattamenti da parte di Luciano Moggi.\r\nAvv. Prioreschi: In concreto la sua collaborazione, che cosa ha detto ad Auricchio? Fuori verbale, perché poi il verbale…\r\nBaldini: Ci sono delle persone che vengono a confessarsi con me sui soprusi che hanno subito che, secondo me, hanno più di una ragione per denunciare i fatti subiti. Ho detto ci sono dei nomi, poi sono andato da queste persone, questa è la mia collaborazione,  a parlare  e ben sapendo che molti di loro avrebbero detto di no, si sarebbero tirati indietro, o che addirittura sarebbero andate a dire al Suo cliente “Guarda che c’è Baldini, eccetera, eccetera…”, però, comunque, cercavo che, in qualche modo, tutte quelle persone potessero denunciare.\r\nAvv. Prioreschi: Questo quando è avvenuto?\r\nBaldini: Dopo le dimissioni.\r\nAvv. Prioreschi: E’ sicuro di questo?\r\nBaldini: Sono sicuro.\r\nAvv. Prioreschi: Le persone che Lei ha contattato possiamo fare qualche nome?\r\nBaldini: Lo lica Lei.\r\nPresidente Casoria: No, no, no, deve rispondere, deve dire chi sono queste persone…\r\nBaldini: Senta, io non ho fatto quei nomi neanche al maggiore Auricchio, allora, perché volevo sentire da loro se fossero disponibili, perché non mi andava di mettere in mezzo persone se poi, dopo, sarebbero andate lì a non dire niente.\r\nAvv. Prioreschi: Quindi Lei non ha fatto nessun nome ad Auricchio? Presidente, prima ha detto che ad Auricchio ha detto i nomi delle persone che erano maltrattate da Moggi, adesso…\r\nBaldini: L’avvocato ha ragione in questo caso, io ho fatto dei nomi, però prima ho contattato, prima, perché questa era la mia collaborazione con lui, se fossero disponibili a…\r\nAvv. Prioreschi: Possiamo dire quali sono i nomi?\r\nBaldini: Non ho problemi a farli, mi spiace tirar fuori dei nomi, però lo faccia Lei…\r\nPresidente Casoria: No, no, no, Baldini, Baldini, Lei deve rispondere, questi nomi, ha detto che ha fatto questi nomi, sentiamo.\r\nBaldini: Persone che avevano denunciato i loro maltrattamenti, che si erano confidate con me erano, per esempio Nelson Ricci, per esempio Dario Canovi, per esempio Stefano Antonelli. Basta, non ne ho da dire più.\r\nL’avvocato Prioreschi ed il Presidente Casoria chiedono a Baldini le qualifiche delle persone citate. Baldini soddisfa la richiesta e poi aggiunge che le cose che aveva da dire le ha messe per iscritto.\r\nPresidente Casoria: Lei ora le deve dire oralmente, non basta dirle per iscritto, qua si fa il processo, quindi Lei le deve dire ora.\r\nAvv. Prioreschi: Quindi Lei ha contattato queste persone per vedere se erano disponibili a rendere delle dichiarazioni all’Autorità Giudiziaria?  E queste persone Le hanno dato la disponibilità a rendere dichiarazioni?\r\nBaldini: Sì, mi hanno dato disponibilità ad incontrare il maggiore Auricchio.\r\nAvv. Prioreschi: Poi Lei ha riferito al maggiore Auricchio la disponibilità di queste persone. Questa è stata la sua collaborazione, si è limitata a questa attività?\r\nBaldini: Sì.\r\nAvv. Prioreschi: Non ha fatto altra attività di collaborazione?\r\nBaldini: No.\r\nAvv. Prioreschi: Poi vedremo… dovremmo collocare meglio questa sua attività Baldini, perché vede che La aiuto. Sempre nel processo GEA, l’1 aprile 2008, è stato sentito  anche Stefani Antonelli che ha riferito questa circostanza che Lei ha finalmente ammesso in questa sede, perché l’aveva sempre negata…\r\nPM Narducci: Presidente c’è opposizione! Io ho ribadito…  Vanno fatte le domande, e si possono far rilevare le divergenze tra le dichiarazioni, ma non possono essere utilizzate, peraltro sotto forma di racconto, dichiarazioni di altre persone al fine di fare emergere discordanze fra la possibile dichiarazione del teste che è qui seduto e quelle di altri, peraltro in altro procedimento. Presidente! Non può essere data lettura di verbali, ecco.\r\nPresidente Casoria: Mica diamo lettura, fa le domande al testimone. Avvocato Lei non deve dare lettura.\r\nAvv. Prioreschi: Io non dò lettura di niente. Siccome devo verificare l’attendibiltà di questo teste e noi abbiamo, perché lo abbiamo prodotto, è un verbale di dibattimento, dal quale risulta che questa interlocuzione…\r\nPM Narducci: Presidente il problema è l’ammissibilità di domande al teste, non i verbali che sono lì, d’accordo…\r\nPresidente Casoria: Dal mio punto di vista le può fare. Vada avanti. Decide il Presidente, andiamo avanti, faccia queste domande, però non divaghi avvocato.\r\nAvv. Prioreschi: Io non divago Presidente, sono stato interrotto. In quel verbale Antonelli riferisce che la interlocuzione con Lei, Antonelli dice “Mi ha chiamato Baldini e mi ha detto che se avevo da dire delle cose potevo andare dal maggiore Auricchio dei carabinieri”, la colloca nell’ottobre-novembre 2004, non dopo le sue dimissioni.\r\nBaldini: Lui non può collocare ottobre-novembre 2004, forse parlava delle difficoltà che stava subendo, non il fatto di essere invitato ad andare a parlare col maggiore Auricchio.\r\nAvv. Prioreschi: C’è un altro dato che contrasta con quello che dice Lei: Stefano Antonelli in questo procedimento è stato interrogato il 1° febbraio 2005, dicendo “Siccome mi aveva contattato… poi io sono andato…” e, quindi, è impossibile che Lei ha parlato con Antonelli a marzo dopo le sue dimissioni.\r\nPresidente Casoria: Dobbiamo sempre confrontare, verificare chi dice il falso, avanti.\r\nAvv. Prioreschi: Antonelli è teste, verificheremo. La domanda è se insiste a dire che…\r\nBaldini: Senta, questo è l’esatto ricordo che ho, basta. Secondo me sono successive alle mie dimissioni.\r\nAvv. Prioreschi: E come si spiega che Antonelli viene sentito a febbraio 2005?\r\nIl Presidente Casoria dice che non lo deve spiegare il testimone e che hanno annotato questa discrepanza che poi sarà valutata.\r\nAvv. Prioreschi: Quindi Lei dice di non avere fatto altro se non fare quei nomi. Non ha fatto altra attività di collaborazione col maggiore Auricchio?\r\nBaldini: La mai colaborazione è questa.\r\nAvv. Prioreschi: Lei conosce la giornalista di Milano Finanza Catia Augelli?\r\nBaldini: Sì.\r\nAvv. Prioreschi: Come l’ha conosciuta, quando l’ha incontrata?\r\nBaldini: Diverso tempo prima di questi fatti, il giorno esattamente non me lo ricordo, ma neanche l’anno mi ricordo. Sono frequentazioni, anni di frequentazioni a Roma, come posso fare a collocare di persone che ho conosciuto…\r\nAvv. Prioreschi: Allora, Lei si ricorda se l’ha incontrata con il maggiore Auricchio?\r\nBaldini: Sì, sì, mi ricordo.\r\nAvv. Prioreschi: E quando io Le avevo chiesto se c’era stata altra collaborazione perchè non le è venuta in mente?\r\nPM: Opposizione. Incontrare le persone ora è forma di collaborazione? (con tono polemico).\r\nBaldini: Visto che ogni cinque secondi tira fuori la deposizione…\r\nPresidente Casoria: Un momento, Lei ci spiegi, l’avvocato dice “Questa giornalista come si inserisce…”, vada avanti.\r\nBaldini: Adesso Le dico. Nell’interogatorio che Lui mi ha fatto per la Gea, che io ho detto che non potevo dire agli inquirenti molto di più delle minacce dirette ricevute… e gli ho spiegato anche che il mio rapporto con il maggiore Auricchio era quello di spiegargli come, secondo me, funzionavano un po’ le cose. Però io glielo ho detto, da deposizione, che io ho cercato di spiegare al maggiore Auricchio come andavano alcune cose nel calcio e l’incontro con Catia Augelli è servito anche a questo, perché mi poteva aiutare a spiegare dal punto di vista economico come funzionavano le società di calcio. Tutto lì, era parte di questa collaborazione.\r\nAvv. Prioreschi: Come mai, quando prima Le ho chiesto se c’era altra attività di collaborazione, Lei mi ha detto di no? Non risulta da nessun verbale che Lei ha parlato di Catia Augelli.\r\nBaldini: Collaborando con Auricchio, oltre a dargli i nomi, per fargli capire come funzionava il sistema calcio, avevo bisogno di qualcuno che potesse illustrargli dal punto di vista economico come funzionavano le società.\r\nAvv. Prioreschi: Insomma, quando e dove vi siete incontrati?\r\nBaldini: Non lo so. Non me lo ricordo.\r\nAvv. Prioreschi: Rispetto alle sue dimissioni. Prima o dopo?\r\nBaldini: Non lo so. Non me lo ricordo, non posso farci niente.\r\nAvv. Prioreschi: Ricorda se avete parlato di Capitalia, o Geronzi?\r\nBaldini: Perché Le sembra che Capitalia, Geronzi…\r\nAvv. Prioreschi: No, qui le domande le faccio io. Non ha capito che le domande le faccio io.\r\nBaldini: Si è parlato di Capitalia e Geronzi perché, evidentemente, fanno parte del sistema calcio.\r\nAvv. Prioreschi: E di chi altri ha parlato del sistema calcio con la Augelli? O soltanto di Geronzi e Capitalia?\r\nBaldini: Non posso ricordarmi di una conversazione avvenuta anni fa.\r\nAvv. Prioreschi: Presidente Le chiedo di ammonire il teste perché mi pare reticente.\r\nBaldini: Allora inventerò qualcosa, perché non mi ricordo…\r\nPresidente Casoria: Oltre la mancanza di ricordo non si può andare, va bene andiamo avanti  Però io la ho gia ammonita all’inizio, ché Lei come testimone deve dire la verità, deve essere vero che Lei non ricorda.\r\nAvv. Prioreschi: E che ha detto la signora Augelli ad Auricchio?\r\nBaldini: Senta, parlavamo di quello che è il sistema calcio, di come le società fossero indebitate nei confronti delle varie banche. Era lo stato dell’arte a quell’ora, erano discussioni tecniche, non posso ricordare, perché non ero in grado di affrontare e ho fatto affrontare a Lei (la Augelli, ndr).\r\nAvv. Prioreschi: Comunque è stata una sua iniziativa di dire ad Auricchio “andiamo a parlare con  Augelli”, se lo ricorda almeno questo?\r\nBaldini: Verosimilmente sì.\r\nAvv. Prioreschi: Lei sa il maggiore Auricchio, queste notizie apprese dalla Augelli, quando le ha riferite all’autorità giudiziara, in quale informativa?\r\nBaldini: Non lo so.\r\n\r\nSi è poi passati alla telefonata che anticipava lo scandalo di un’ anno e mezzo, clou dello spettacolo di ieri.\r\n\r\nAvv. Prioreschi: Se Le dico novembre 2004? C’è una intercettazione tra lei e Mazzini in cui Lei dice: “Ascolta tra un po’ quando farò il ribaltone e butto tutti di sotto io ti salverò”. Era il 4 aprile 2005 che voleva dire?\r\nBaldini: Se oltre a riferire la telefonata si potesse sentire anche l’audio, si capirebbe che non si sa chi dei due scherza di più. Non c’è niente di serio, solo una speranza.\r\nAvv. Prioreschi: E quando dice che non lo ha nominato, ma ha parlato solo di Moggi, Giraudo e Carraro, scherza anche?\r\nBaldini: Certo, non è una telefonata di cui posso andare fiero, ma era un tono scherzoso.\r\nAvv. Prioreschi: Ma ha veramente parlato di Moggi, Giraudo e Carraro?\r\nBaldini: Posso anche aver fatto i nomi, ero già stato contattato dal maggiore Auricchio.\r\nAvv. Prioreschi: Quindi non c’erano solo Antonelli e gli altri, abbiamo scoperto anche che c’era la giornalista, adesso Moggi, Carraro e Giraudo. Quando raccomanda Castagnini, scherzava?\r\nBaldini: E’ l’unico punto serio, ma non era una raccomandazione, perché Castagnini aveva già avuto un colloquio con l’Arezzo e il senso era che Castagnini non c’entrava niente con Baldini, ad un certo punto dico “Dì a Moggi che io e Castagnini abbiamo litigato da bambini”.\r\nAvv. Prioreschi: E quando parla di Veltroni era serio?\r\nBaldini: In quella parte dico che potevo parlare anche con Veltroni, ma il senso era quello.\r\nAvv. Prioreschi: Ma poi questi nomi all’autorità giudiziaria li ha fatti, o no?\r\nPresidente Casoria: Che intende come autorità gudiziaria?\r\nAvv. Prioreschi (rivolto al presidente): Baldini ha avuto l’onore di essere interrogato da solo da Auricchio. Li ha fatti ‘sti nomi?\r\nBaldini: Penso di sì, una cosa è il colloquio, una cosa la deposizione. Non ricordo cosa è stato detto in una, e cosa nell’altra.\r\n\r\nAh, ecco, adesso la nebbia che mi ha offuscato il cervello si schiarisce di colpo, mi sento perfino meno squadrista e barbone. Lo ero fino a che ho pensato che le millanterie di Moggi su arbitri chiusi nello spogliatoio e punizioni terribili per Paparesta fossero un tantino esagerate dato che sono state smentite dai fatti. Adesso invece sono guarito, sono a posto, per fortuna, perché ho capito che invece la telefonata al vicepresidente federale che anticipa calciopoli, fatta da  uno che ha dovuto ammettere, dopo averlo negato a processo, di essere amico di Auricchio e di averlo aiutato a capire il mondo del calcio, era tutto uno scherzo. Scherzava, Baldini, siamo noi stronzi a non aver colto il tono della chiamata. Adesso si che torna tutto, anche perché lui non ha fatto  nessun altro nome, o forse si, ma non sa quando, o meglio non se ne ricorda.\r\n\r\nIn compenso c’è stato il tempo per provocare Moggi e per non saper rispondere alla domanda chiave, e cioè come avrebbe poi fatto il direttore a influire sul suo posto di lavoro.\r\n\r\nPM Narducci: Lei ha parlato di minacce e di soprusi, mi fa capire un attimo, esattamente, che significa, a quali minacce e a quali soprusi si riferiva?\r\nAvv. Prioreschi: Opposizione Presidente, perché non è oggetto di questo processo, è stato oggetto del processo Gea…\r\nPresidente Casoria: Vabbè, vediamo di cosa si tratta. Vuole sapere il Pubblico Ministero di che si è trattato. Rigettata l’opposizione. Lei deve dire di che minacce, in concreto…\r\nBaldini: Chiedo sacusa, Lei parla di quelle personali, o di quelle che mi sono state raccontate?\r\nPM Narducci: Tutte.\r\nOpposizione: Quelle “de relato” no, le Sue, quelle “de relato” ci deve dire nomi e cognomi.\r\nPresidente Casoria: Il contenuto, incominciamo con il contenuto delle minacce che hanno fatto a Lei.\r\nBaldini: Le minacce che ho ricevuto io, ed è fatta personalmente dal cliente dell’avvocato Prioreschi…\r\nPresidente Casoria: Deve dire Moggi Luciano…\r\nBaldini: Moggi Luciano, è riferita nella deposizione che ho fatto ai carabinieri, in occasione di una cena di Natale, Lui mi si è avvicinato e mi ha detto “Ma perché ci sono tutte queste difficoltà per mio figlio per avere i giocatori della Roma giovanile per le procure… non dovrebbero esserci, sai dobbiamo darci una mano, perché questo è un lavoro strano, un anno si lavora da una parte, un altro si lavora da un’altra, un anno non si lavora”. Era una cena di Natale che posso collocare nel 2001 o nel 2002. (la data è stata richiesta da Prioreschi che ha aggiunto “Questa è la Sua versione”).\r\nPM Narducci: E quelle che Lei ha ricevuto per confidenza?\r\nBaldini: Giocatori costretti a firmare con uno piuttosto che con un altro perché se no il contratto non veniva rinnovato, o procure che dovevano essere assegnate al figlio di Luciano Moggi… che non poteva vendere un giocatore come è successo a me nel caso del giocatore Taddei… questo tipo di minacce e soprusi. Sono qualcosa che sta al di sopra un po’ di tutto, la paura di perdere il posto di lavoro.\r\nPM Narducci: Ha mai più ricevuto nella sua vita minacce da Luciano Moggi?\r\nBaldini: Ce ne è stata una clamorosa, addirittura in tribunale, dove si è avvicinato con le dita  ad un centimetro dal naso e mi ha detto “Stai attento pezzo di merda che finisci male”, prima di un’udienza Gea. Nello stesso processo, in un’altra udienza, durante la mia deposizione, si alzava dal suo posto minacciandomi con la mano mentre io stavo facendo deposizione, ma ogni settimana c’erano dichiarazioni, diffamazioni.\r\n\r\nAvv. Trofino: Signor Baldini, mi scusi, Lei prima riferendo in che cosa erano consistite queste minacce ha riferito che nel corso di quella cena di Natale Moggi le avrebbe detto “Trovo difficoltà eccetera…” (riferito alla difficoltà di Alessandro con la Roma, ndr), Lei che ha risposto?\r\nBaldini: Io ho risposto che era sfortunato, anche se non ho usato proprio questo termine.\r\nAvv. Trofino: Poi Lei ha aggiunto che aveva paura di perdere il posto. Lei all’epoca era dipendente della Roma, perché aveva paura di perdere il posto?\r\nBaldini: Perché è una paura che hanno tutti quelli che fanno calcio, in un sistema dove il Suo cliente…\r\nAvv. Trofino: Non riferita all’attività di Moggi…\r\nBaldini: Riferita, assolutamente riferita… eh no, possiamo parlare di cosa è questo signore… questo è un uomo senza qualità, di nessuna qualità, che…\r\n\r\nMoggi si alza e cerca di intervenire, stoppato da Trofino.\r\n\r\nPresidente Casoria: L’avvocato voleva sapere per quale motivo, essendo un dipendente della Roma, pensava che Moggi poteva incidere sulla Roma per farla licenziare, in che modo Moggi poteva influire sul suo posto alla Roma?\r\nBaldini: La minaccia alla fonte del calcio, che nulla si muovesse, si spostasse senza che Moggi volesse. Questo era il sistema.\r\nAvv. Trofino: Ma Sensi era un avversario politico di Moggi e Giraudo? Ed allora quale era… \r\nBaldini: E fin che è stato in salute lo è stato anche fiero.\r\nAvv. Trofino: Perché all’epoca non era in salute?\r\nBaldini: Certo che era in salute. Io non avevo paura della minaccia, chi la proferiva aveva quella intenzione. Abbia pazienza avvocato, è il Suo cliente…\r\nPresidente Casoria: L’avvocato dice, Lei aveva paura di perdere il posto, come poteva influire Moggi per farLe perdere il posto?\r\nBaldini: Signora chiedo scusa, mi è stata chiesta l’efficacia che questa minaccia ha avuto, o se io questa minaccia l’ho ricevuta? Se la domanda è la prima l’efficacia non c’è, se la domanda è l”a minaccia l’ha ricevuta?”, la risposta è sì\r\n\r\nChe dire poi delle accuse pesantissime formulate proprio da Baldini nei confronti del Messina, che a suo dire pagava i favori arbitrali supervalutando giocatori della Juventus in sede d’acquisto? Questa è forse la parte più assurda di tutto l’interrogatorio, che senza dubbio assegna a Baldini il titolo mondiale di arrampicata sugli specchi ( ma c’è da credere che avrà molti concorrenti/aspiranti recordmen tra i giornalisti sportivi nei prossimi mesi).\r\n\r\nAvv. Trofino: Lei sa di alcuni giocatori ceduti dalla Juventus al Messina Calcio?\r\nBaldini: Sì.\r\nAvv. Trofino: E a proposito di questo giocatori Lei come si è espresso?\r\nBaldini: Mi sono espresso in maniera dubitativa.\r\nAvv. Trofino: Quali sono state le Sue considerazioni che ha fatto in merito a queste cessioni quando è stato sentito da Auricchio?\r\nBaldini: Ho probabilmente riferito il fatto che a parer mio erano delle cessioni forzate  in quanto, credo si trattasse delle comproprietà, secondo me non erano valori congrui al mercato e, evidentemente, c’era un accordo tra Messina e Juventus, in quel caso Moggi, per giustificare certi squilibri di bilancio. Sono cose che non tornavano, secondo me, tutto lì.\r\nAvv. Trofino: Io procedo ad una contestazione. A questa domanda Baldini rispondeva “In merito a giocatori di calcio rappresentati dalla Gea, econtestualmente di proprietà della Juventus, mi viene chiesto di riferire quanto a mia conoscenza inmerito alle modalità di trasferimento presso la squadra di calcio del Messina. non ho una cognizione diretta al riguardo però posso dire che quando società tipo il Messina, due anni fa, paga cifre elevate  per quattrom cinque giocatori, ad esempio Aronica, Lavecchia e Guzman della Juventus, giocatori che detta società difficilmente avrebbe piazzato anche in prestito gratuto,  è verosimile ritenere  che lo faccia per ottenee un diverso tipo di rientro, anche, ad esempio, a livello arbitrale”. Lei ha parlato di favori arbitrali ed ha detto anche che Aronica, Lavecchia e Guzman  non li avrebbero presi neanche in prestito. Come fa a dire che erano sopravvalutati se non sapeva nemmeno quale era il valore di questi giocatori?\r\nBaldini: Era il mio mesiere avvocato. Il valore lo sapevo, era su tutti i giornali. Erano giocatori che, se a mio parere, erano stati valutati incongruamente, ho ipotizzato che dietro a questo il Messina cercasse di accattivarsi, vista la relazione con il Direttore Generale della Juventus, cercasse di ingraziarsi anche un certo sistema arbitrale che Lui, a parer mio, in qualche modo controllava.\r\nAvv. Trofino: Guardi signor Baldini mi sembra molto strano che Lei ipotizza questo, sa perché? I giocatori erano stati dati in prestito!\r\nPM Capuano: Presidente! Ma cosa è questa? Una domanda?\r\nL’avvocato Trofino si lamenta delle ripetute interruzioni da parte del Pm Capuano e ribadisce che Lui sta facendo delle domande legittime visto che il teste aveva parlato di valore dei giocatori letto sui giornali ed, invece, i giocatori erano stati dati in prestito gratuito. Trofino polemizza ricordando che Baldini è uno dei principali testi dell’accusa e non è stato convocato dall’accusa perché, evidentemente, ha ritenuto “debole” il teste.\r\nBaldini: Avvocato, se i giocatori sono stati dati in prestito, e se questo prestito, se il trasferimento confermato nel tempo, e non era un prestito con diritto di riscatto obbligato della metà… se il trasferimento era in mero e puro prestito ed è rimasto tale anche l’anno successivo non ho altro da dire se non che mi sono sbagliato.\r\n\r\nChe sfortuna saperlo solo oggi che Baldini si è sbagliato. Peccato, sarà per un altro processo sportivo ! Oramai questo è andato e l’articolo 39 esiste solo nelle menti malate di noi squadristi.\r\n\r\nL’udienza è tolta, e ci si rivedrà il 12 Ottobre. Che dire? Forse questa udienza, come tutte le altre non avrebbe avuto bisogne di essere “tolta”, anzi, forse non avrebbe neanche dovuto esistere dopo l’archiviazione della procura di Torino che aveva giustamente considerato poco più che millanterie le varie telefonate intercettate in quegli anni. Paradossalmente, invece, non resta che questo unico serio processo penale a chi cerca da anni la verità sullo scandalo che ha cancellato nel 2006 una delle squadre più forti degli ultimi trent’anni.\r\n\r\nAttendiamo di ascoltare chi altro non ricorda come, quando, perché, mentre si sbagliava.\r\n\r\n(Di Aula 216 per Juvemania.it)\r\n\r\n