Calciopoli: il Tar emetterà la sentenza tra 45 giorni. L’udienza odierna è durata circa mezzora: l’avvocato della Juventus ha parlato di disparità di trattamento, con l’Inter agevolata dalla prescrizione nonostante una richiesta di illecito. “L’Inter non c’entra niente” ha detto il legale dei nerazzurri.
Calciopoli – Potrebbe essere una giornata storica quella che si vivrà oggi presso le aule del Tar del Lazio. Si esaminerà, infatti, il ricorso presentato dalla Juventus il 7 novembre del 2011 con tanto di richiesta danni da 443.725.200 di euro alla Figc. Si tratta dei danni calcolati dai legali del club bianconeri in seguito al processo sportivo di Calciopoli.Un processo che si tenne in pochi giorni e che consentì poco spazio alle difese, ma soprattutto ebbe come oggetto solo una parte delle intercettazioni. Difficilmente la questione si chiuderà oggi, a meno che le parti non giungano ad un accordo, che non è all’orizzonte. La Federcalcio non è mai andata incontro ai bianconeri, anzi, il presidente Tavecchio ha più volte dichiarato di pensare ad una “lite temeraria”. Quella di oggi, dunque, sarà solo la prima di una serie di udienze che dovranno fare finalmente chiarezza su quanto avvenne nel processo sportivo del 2006.
La Juve chiede al Tar di «condannare la Federazione Italiana Giuoco Calcio, F.I.G.C., al risarcimento del danno ingiusto subito dalla Juventus Football Club s.p.a. derivante dall’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa e dal mancato esercizio di quella obbligatoria, in forma specifica mediante la “non assegnazione” “ora per allora” del titolo di Campione d’Italia per il Campionato di calcio per gli anni 2005-2006, con conseguente rimodulazione della class ca di campionato» e inoltre di «condannare la Federazione Italiana Giuoco Calcio, F.I.G.C., al pagamento dei danni subiti e subendi dalla Juventus Football Club s.p.a. come sopra quantificati, in euro 443.725.200,00 oltre interessi legali dalla domanda al saldo».
Alla nuova dirigenza bianconera, non andò giù il fatto che le telefonate della Juventus furono giudicate nel giro di pochi giorni, mentre quando vennero fuori altre intercettazioni, il procuratore Stefano Palazzi impiegò un anno e mezzo prima di muoversi, lasciando sostanzialmente che la cosa cadesse in prescrizione, nonostante la richiesta di illecito sportivo e conseguente retrocessione in serie B proprio del club che si fregiò dello scudetto a tavolino.