Luciano Moggi non ha commesso alcun illecito sportivo, ma qualora l’avesse fatto, non può risponderne la società Juventus, perché “Moggi non aveva poteri di rappresentanza della società, pur essendo direttore generale”. E’ stata questa la linea difensiva dell’avvocato della società bianconera Pino Vitiello, che al processo Calciopoli di Napoli, dove la società è chiamata come responsabile civile ha parlato per quasi tre ore davanti alla giudice Casoria. Per oltre cento milioni di euro, se mai venissero accolte le richieste delle parti danneggiate. Dove la posizione lo imponeva, Vitiello ha dunque preso le distanze dall’ex dg, ma per il resto l’ha sostanzialmente difeso dalle accuse della Procura (“Dove sono le prove?”), come non era successo ai tempi del processo sportivo del 2006.\r\nTanto che già in serata, molti tifosi appiccicavano commenti soddisfatti sui blog, da dove, per anni, avevano impallinato l’atteggiamento del club. Tra citazioni di Totò, Catilina e Cicerone, il legale bianconero ha cercato di demolire le tesi della Procura, evidenziandone i punti contraddittori, a parte le nullità, di cui il procedimento rischia di essere pieno. “Molti atti sono stati acquisiti contro il rispetto delle regole – ha argomentato Vitiello – e poi dove sono le prove che portano all’associazione a delinquere?” E ancora: “Il colonnello Auricchio ha dichiarato qui in aula che la Juventus ha conquistato, con gli arbitri ritenuti “amici”, meno punti di quelli acquisiti quando c’erano altri direttori di gara. E questa è una prova certa”.\r\nMeno certe paiono altre, come quando si parla di associazione a delinquere: “Non possiamo commettere l’errore di confondere l’associazione a delinquere con il concorso di singole persone in singoli reati, quando non vi è il turbamento dell’ordine pubblico”. Altro passo cruciale sui sorteggi arbitrali di cui non c’è alcuna prova di tarocco: “Manfredi Martino (ex componente delle segreteria della commissione arbitri, ndr) ha dovuto ammettere che per truccare era necessaria la consapevolezza da parte di arbitri e giornalisti. Nessun verbale dei notai è stato impugnato, nessuna accusa di falso ai notai è stata fatta, e i notai qui in aula hanno chiarito tutte le modalità del sorteggio. Nessuna decisiva irregolarità, nessuno avanza sospetti”.\r\nL’arringa propone pure momenti di discreto teatro: “Esiste un gioco che si chiama Fantacalcio – ha continuato Vitiello, riferendosi alle scelte arbitrali per i sorteggi – io ignoravo che esistesse il Fantagriglia”. Poi cita un’intercettazione tra l’ex designatore Pairetto e il dirigente di una squadra, che non è la Juve: “Questo dimostra che non esisteva una categoria di privilegiati per questi fatti: tutti potevano, volendo, attivarsi per accedervi. Cito le parole del pm di Torino, Maddalena, che chiedeva l’archiviazione per i fatti che qui a Napoli sono andati a processo. Egli diceva che non vi era alcuna irregolarità nei sorteggi e nelle griglie. E se la Procura di Torino dice questo, come fa la Procura di Napoli a sostenere il contrario?”. In apertura di udienza, il presidente del Tribunale Teresa Casoria, aveva riformulato il calendario: prossima udienza martedì 5 luglio, e fine del procedimento slittata a dopo l’estate, il 20 settembre. Poi, la sentenza.\r\n\r\nCredits: La Stampa