Mentre la Figc si ingegna per trovare il modo di radiare Luciano Moggi, il procuratore federale Stefano Palazzi si prepara a rimettersi al lavoro e sentire altri protagonisti di Calciopoli alla luce delle nuove telefonate, due strade che hanno buone possibilità di convergere sulla fatidica e, per molti aspetti inevitabile, revisione dei processi del 2006. Quella che la Juventus si è riservata di chiedere (ex articolo 39) quando ha presentato l’ormai famigerato esposto alla Figc nove mesi orsono.\r\n\r\nGiovedì il presidente federale Abete è stato, a suo modo, chiaro: per prendere una decisione sulla radiazione di Moggi verrà tappata una falla normativa. Di fatto, verrà creata una norma specifica che prenderà in esame il caso dell’ex dg bianconero e degli altri 41 personaggi sui quali pende la radiazione, senza che nessuno abbia voglia di prendersi la responsabilità di sancirla. Si tratterà di un procedimento specifico sulla radiazione con primo grado 2-1 (Disciplinare) e appello (Corte di giustizia, che ha già sentenziato su Moggi tre volte ed è quindi a rischio ricusazione), salvo poi approdo arbitrale e di Alta Corte come ultima istanza, prima della giustizia amministrativa. Ora, al di là del fatto che non è affatto detto che Luciano Moggi aderisca al processo (ma questa è un’altra, non meno interessante, storia), resta il nodo del processo stesso che, quando e se verrà celebrato, non può non tenere in considerazione le prove (per lo più intercettazioni telefoniche, ma anche sentenze di vari tribunali e deposizioni nelle aule della giustizia ordinaria) che hanno, nel corso degli ultimi quattro anni, rivoluzionato lo scenario del 2006, quando le condanne furono sancite sulla base di poche e selezionatissime intercettazioni, brogliacci e informative dei Carabinieri. Risultato: il tutto sfocerebbe inevitabilmente in un riesame dei fatti in modo più complessivo.\r\n\r\nDall’altra parte, la procura federale ha già sostanzialmente iniziato un iter di approfondimento, innescato dall’esposto della Juventus. Palazzi ha risentito i due designatori arbitrali di allora, Bergamo e Pairetto, e continuerà nella settimana che inizia domani dopo un mese di sosta tecnica. Nella sua agenda ci sono l’ex arbitro Nucini, Massimo Moratti e forse pure l’ex vicepresidente federale Mazzini e l’ex addetto agli arbitri del Milan Meani. A cosa porterà il lavoro di Palazzi è presto per dirlo: si va dalla relanzioncina utile al Consiglio Federale per prendere una decisione sull’eventuale revoca dello scudetto 2006 fino all’applicazione da parte sua dell’articolo 39 con revisione del processo incorporata. E, in realtà, nel processo sulla radiazione lui che incarnerà il ruolo dell’accusa non potrà non aprire il ventaglio su quanto emerso. Tutto da decidere entro maggio/giugno, secondo quanto ordinato da Abete, anche perché la fine della stagione segnerà quasi sicuramente l’addio di Palazzi alla procura federale. E in Figc iniziano a circolare i nomi dei sostituti, particolarmente prestigioso quello di Vittorio Martusciello, numero due del Csm che sarebbe la prima scelta per far ripartire con un altro passo la giustizia sportiva.\r\n\r\nSu tutto, in ogni caso, incombe la sentenza del processo di Napoli che, per quanto dovrebbe giuridicamente viaggiare lontano e parallelo alle vicende sportive, inevitabilmente influisce e peserà fortemente sulle decisioni dei vari personaggi, a partire dalla Figc. Decisioni che, non a caso, vengono rinviate di continuo: a questo punto, infatti, tutti aspettano la fine del processo penale che segnerà l’inizio del secondo tempo di questa storica partita in cui si è trasformato lo scandalo di Calciopoli. Perché se alla revisione di quei processi si può arrivare secondo le due strade illustrate prima, la terza – e per certi aspetti anche la più logica – è che sia la Juventus stessa a chiedere l’applicazione dell’articolo 39 e riaprire quei faldoni per arricchirli con tutto ciò che si è scoperto dopo.\r\n\r\n(Di Guido Vaciago e Alvaro Moretti per ‘Tuttosport’)