Calciopoli, nuovo atto a Napoli: presente in aula Alex Del Piero?

A Napoli, questa mattina, il collegio giudicante presieduto da Teresa Casoria dirà se, e quante, delle 136 intercettazioni «scoperte» ancora una volta da Nicola Penta, consulente di Luciano Moggi, entreranno nel procedimento penale. Se arriverà il via libera (oggi i legali di big Luciano chiederanno ancora una volta l’acquisizione di altri colloqui), Palazzi, a breve, potrà ascoltare la telefonata fra l’ex arbitro Bertini e l’allora designatore Bergamo dove il primo definisce «imbarazzante» la visita di Facchetti nel suo spogliatoio prima di un Cagliari-Inter di Coppa Italia.\r\nA Napoli, oggi, si dovrebbe anche consumare la prima sfilata di giocatori di primissima fascia nelle vesti di testimoni convocati dai legali dell’ex fischietto Massimo De Santis (rimane in dubbio la presenza di Del Piero e Nesta). Questo mentre a Bergamo, ieri, è andato in scena un nuovo capitolo sull’indagine già denominata Premiopoli. Il nome nasce dal fatto che al centro dell’indagine c’è il cosiddetto premio di formazione. A chiederlo sono le società dilettantistiche che hanno (o avrebbero) avuto il merito di «addestrare» dai 12 ai 14 anni chi, poi, ha fatto il salto nel calcio professionistico: se il debutto è in A, alla società spettano ben 18 mila euro per ogni anno di formazione. A pagare sono i club dove il giocatore diventa grande, un riconoscimento sancito dall’ufficio Lavoro e Premi che ha il compito di esaminare la documentazione richiesta.\r\nUn percorso che, secondo gli 007 della Figc, sarebbe stato alterato da una serie di passaggi finiti sotto la lente di ingrandimento. L’inchiesta parte da una serie di rumors sulla presenza di un professionista che si sarebbe attivato per far sì che dalle richieste all’incasso del premio passassero meno dei circa due anni previsti grazie alla compiacenza di qualcuno all’interno delle strutture sportive istituzionali. Per ottenere il premio di formazione, le società dilettantistiche devono presentare il cartellino di quando il neoprofessionista aveva 12 anni e stava con loro, ma nella maggioranza dei casi si ricorre a un’autocertificazione dello stesso calciatore. Ricostruire il proprio passato può, per i tesserati, diventare un rompicapo, ma è proprio su questi passaggi che gli 007 stanno indagando. Ieri, a Bergamo, il viaggio ha avuto lo scopo di sentire il presidente dell’Atalanta Percassi e i suoi collaboratori perché i club di A, B o Lega Pro sarebbero le vittime di possibili raggiri. Fra il passato dei professionisti sotto esame c’è quello di Marchetti, portiere del Cagliari finito ai margini del gruppo. Ma anche quello di Sirigu, oggi al Palermo e in Nazionale, di Criscito o di Mario Balotelli, sbarcato al City. Per loro, come per altre decine di colleghi, c’è il rischio di una sanzione disciplinare (anche una squalifica) sebbene la buona fede, la scarsa memoria o la fretta possano costituire una via d’uscita.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico