Calciopoli: Narducci ricusa di nuovo la Casoria. Mazzei parla a Palazzi delle telefonate con Facchetti
La ribalta di uno dei D Day della vicenda Calciopoli, ieri, se la dovevano prendere il presidente federale Giancarlo Abete, che aveva appena approvato la norma per un processo bis per la radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini (che spettacolo, in arrivo, entro luglio); oppure Gennaro Mazzei, ascoltato ieri da Stefano Palazzi, il vice Ricciardi e un sostituto a Roma per tre ore nel pomeriggio sulle telefonate assai scottanti con Facchetti. E invece no: sul proscenio sale ancora il pm napoletano Giuseppe Narducci e il suo collega Stefano Capuano. Come? Con una clamorosa seconda richiesta di ricusazione alla Corte d’Appello di Napoli della corte al femminile, presieduta dalla dottoressa Teresa Casoria. \r\nDa quanto emerge dalle prime e frammentarie notizie, i pm non vedrebbero garantita la serenità di giudizio delle magistrate Casoria, Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi. L’ulteriore mossa della pubblica accusa, dopo la richiesta di nuove audizioni testimoniali in zona Cesarini della fase dibattimentale, rischia di far allungare ancora i tempi del processo di primo grado (e occhio al processo breve che cancellerebbe tutto). Nell’ottobre 2009 Narducci provò a scalzare la Casoria dal ruolo di presidente per la battuta fatta nei confronti di un teste, quando disse che c’erano procedimenti più seri di Calciopoli da celebrare: il via libera e la ripartenza venne firmata dalla Corte d’Appello due mesi dopo. Ora un nuovo stop-and-go che non dovrebbe far saltare, tuttavia, l’udienza del 15 marzo quando sarà sentito Nucini (che ieri, stando alle voci, non avrebbe accettato l’invito a deporre di Palazzi), unitamente a Gianfelice Facchetti e Zamparini.\r\n\r\nIn ogni caso ieri il consiglio Figc ha approvato la norma ad hoc per la celebrazione di un doppio grado di giudizio (Disciplinare e Corte Federale, poi eventuale ricorso all’Alta Corte Coni) per i 42 tesserati che dal 2006 al 2007 avevano subito la condanna a cinque anni di stop e richiesta di radiazione. Tra loro, ovviamente, Moggi, Giraudo e l’ex vicepresidente federale Mazzini. La norma prevede due gradi di giudizio e contraddittorio “sulla base delle sentenze rese”. Ma le corti dovranno, dopo il deferimento ad hoc di Palazzi, valutare in giudizio anche i fatti nuovi emersi dal 2006 ad oggi. Anche se fa resistenza l’avvocato Figc, Gentile: “Si dovrà valutare per la prima volta se i fatti giudicati nel 2006 sono così gravi da meritare questa pena accessoria. Non è una revocazione del processo del 2006, i cinque anni restano: per quello c’è il ricorso all’articolo 39 del codice”.\r\n\r\nAlcuni problemi di fondo: può essere rideferito chi nel 2008, come Moggi, venne ritenuto dalla Corte Figc fuori dall’ordinamento? Può essere ricusabile per un pregiudizio di fatto, la Corte Figc che deve decidere in appello, visto che gli stessi giudici hanno dichiarato “automatica” (salvo smentita dell’Alta Corte Coni) la radiazione del 2006? Può essere sanzionato con una pena più pesante (la radiazione, dopo quasi cinque anni di squalifica scontata) chi a Napoli si scopre non aver chiuso Paparesta nello spogliatoio, non essere stato l’esclusivista dei rapporti telefonici e conviviali coi designatori (Facchetti, Sacchi, Meani, Cellino etc. etc. agivano analogamente), non essere stato quello che aveva i vantaggi di ammonizioni mirate? Insomma: la gravità del giudizio dato nel 2006 può essere la stessa dopo la rivoluzione di Calciopoli 2? In ogni caso Palazzi dovrà deferire e mandare a giudizio in fretta almeno i tre squalificati di Calciopoli (e Giraudo prepara una difesa “europea”: avrà dalla sua l’avvocato di Bosman, Dupont) perché non si potrà certo andare oltre la scadenza della sanzione (25 luglio 2011).\r\n\r\nMentre Abete e i suoi vergavano la legge sulla radiabilità, a pochi passi la procura federale procedeva con l’audizione di Gennaro Mazzei, l’ex vice designatore che aveva frequenti colloqui telefonici con Giacinto Facchetti (e Meani). Nelle tre ore di audizione a Roma, Palazzi e i suoi uomini hanno prima girato a largo per tratteggiare i compiti di Mazzei, per poi affondare il colpo sulle telefonate con Facchetti (si indaga sull’esposto Juve contro lo scudetto dato all’Inter nel 2006, in fondo) in particolare su quella del 25 novembre 2004, allorquando Facchetti si fa anticipare i nomi dei due assistenti proposti (”ma all’80 per cento Bergamo e Pairetto li cambiavano”) per Inter-Juve, nella stessa chiamata Facchetti chiederà di aggiustare le preclusioni del sorteggio in modo da far capitare Collina a San Siro. “Io gli risposi che serviva almeno il 50 per cento di casualità nel sorteggio in quella telefonata”, ha spiegato a Palazzi. Mazzei, come Pairetto e Bergamo, ha anche raccontato come i contatti tra i vertici Can e i club non fossero vietati, anzi incentivati dalla Figc che voleva evitare polemiche. Una testimonianza chiave, quella dell’ex vice designatore, sui rapporti dell’allora presidente dell’Inter con arbitri ( De Santis, Nucini) e vertici Can.\r\n\r\n(Credits: ‘Tuttosport’)