“Non si sono nemmeno presi la briga di leggere il fascicolo presentato insieme al ricorso, nel quale la vicenda era ampiamente ricostruita. Direi che è stata scelta la soluzione più comoda (che, casualmente, è anche la più gradita ai poteri forti dello Sport): quella di… non decidere sulla questione sollevata: quella della esistenza di una giurisdizione capace di tutelare i malcapitati dagli eccessi delle giurisdizioni domestiche. Per il resto, non voglio apparirle reticente, ma ho l’abitudine di esporre le mie critiche nelle sedi competenti e non attraverso interviste ai giornali: mi pare d’altronde che in questi giorni gli operatori di giustizia abbiano preso l’abitudine di parlar troppo fuori delle sedi istituzionali e io non posso, per un verso, censurare quelle abitudini e per altro verso accodarmi a chi preferisce usare i mezzi di comunicazione di massa, rispetto alle Corti di giustizia”.
\r\nPoi Tedeschini anticipa cosa scriverà nel ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo:\r\n
“Nel ricorso scriverò, innanzitutto, che le decisioni adottate nei confronti di Moggi – prima dal giudice sportivo e poi dal giudice amministrativo – sono viziate da numerose violazioni dell’articolo 6 della Convenzione: quello che riguarda il diritto ad un processo equo. Ma ricorderò pure che l’unica condizione paragonabile a quella in cui Moggi è stato posto rispetto agli appartenenti all’ordinamento sportivo consiste in quella del prete apostata che – secondo il Concordato fra Stato e Chiesa del 1929 – non poteva avere contatti con il pubblico. Quella norma fu superata, con l’accordo delle Parti, nel 1984 perché giudicata incostituzionale, oltreché contraria ai principi del Concilio Vaticano II. Moggi è invece tuttora in attesa di attenzione verso i propri diritti di libertà, almeno per poter tornare a parlare con chi pratica sport agonistici. Mi sembra però che quanto ora accaduto in Cassazione faccia bene il paio con la condanna a suo tempo irrogatagli, in sede penale, dal Tribunale di Napoli: lì – non riuscendo a condannare Moggi per una determinata fattispecie di reato – è stata… cambiata la fattispecie in corso di causa! È certo però che, se Strasburgo mi darà ragione, andrà a segnare non solo la sorte della giustizia sportiva, ma anche di un certo modo di fare giustizia”.
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