Seppur l’interesse dei media per il processo di Calciopoli negli ultimi giorni sia scemata, nei prossimi giorni ci aspettano novità e calde udienze. La pausa estiva è vicina e nelle quattro udienze programmate da martedì al 22 giugno ci sarà una forte accelerata: mancano all’appello alcuni testimoni di Pairetto, tra i quali Collina citato anche da Paolo Bergamo, ma proprio l’altro ex designatore livornese sta lavorando alla sua lista testi. E, a sorpresa, saranno i legali di Moggi ad entrare in scena con la loro lista di testimonianze. In tal modo, facendo i calcoli è ipotizzabile che la giudice Casoria riesca a centrare il suo obiettivo di andare a sentenza prima di Natale. Di certo chi telefonava ed è stato pizzicato nelle intercettazioni di Calciopoli 2 sarà chiamato a ottobre (Moratti, per esempio, ma anche quel Franco Baldini amico di Auricchio che è impegnato con l’Inghilterra in Sudafrica), ma di “vip” se ne vedranno anche a giugno.\r\nDopo il notaio Iori, quello che certificava i sorteggi avvenuti a via Tevere, sede dell’Aia, e al giornalista Pesciaroli, l’altro ex designatore chiamerà a parlare dei sorteggi di Coverciano l’altro notaio, Tavassi, ma anche altri giornalisti che hanno partecipato ai sorteggi. La strategia è chiara: sentirsi dire che nessuna taroccamento è stato commesso anche a Firenze. La parte più interessante della strategia difensiva di Bergamo è però quella evidenziata negli ultimi mesi con la pubblicazione delle telefonate coi dirigenti di altri club e non solo quelli coinvolti in Calciopoli 1. Ma non solo: la chiameremmo strategia presidenziale, e prevede la chiamata sul banco dei testimoni di uno dei protagonisti in sede sportiva di importanti dirigenti del calcio di club. A partire da Galliani: presidente di Lega e ad del Milan, sul banco per rispondere sul fatto che di griglie si parlasse tutti, che il sistema era quello perché c’era un accordo politicoeconomico tra Figc e Lega. E poi ancora il livornese Spinelli e quel Pieroni, ai tempi presidente dell’Ancona. Il concetto era «così parlavamo tutti», in attesa delle trascrizioni e di altri telefonatori. Quel che è certo è che lo sforzo sarà quello di spiegare come le griglie non fossero oggetti misteriosi («se ne parlava a Coverciano senza misteri», diceva Trentalange) e come nella prima griglia (quella di Milan, Inter e Juve) fosse riservata ai 10 internazionali (Collina arbitrò 28 match nel 2004/2005, record italiano; ma praticamente sempre in campo anche Paparesta, De Santis, Farina, Messina eTrefoloni) o a chi come i fischietti Tombolini e Racalbuto aveva almeno 100 gare in A.\r\n\r\n(Credits: Alvaro Moretti per ‘Tuttosport’)