Calciopoli, le intercettazioni nascoste: “L’Inter non ci interessa”

Lo scandalo di Calciopoli continua a far parlare. Dopo le rivelazioni sul contenuto della chiavetta di Moggi su migliaia di intercettazioni inedite che verranno analizzate nella trasmissione Report, spunta una dichiarazione sull’Inter che fa arrabbiare i tifosi.

La battaglia per far luce sui tanti punti oscuri dell’inchiesta Calciopoli continua. Domani sera nella trasmissione Report verranno a galla diverse intercettazioni inedite e tante tenute nascoste apposta. Quello che sta emergendo è che il piano fosse quello di colpire esclusivamente la Juventus sminuendo la posizione delle altre. Questo non vuol dire che Luciano Moggi fosse innocente. Ma che il sistema definito “cupola” in realtà fosse cosa ben diversa da ciò che è stato fatto credere.

Calciopoli, l’Inter venne coperta volutamente: “Comportamento di Facchetti illegale ma…”

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(Photo by Vincenzo Lombardo/Getty Images)

In particolare, nelle intercettazioni analizzate in anteprima da Calciomercato.com, si fa riferimento alla posizione dell’Inter nell’inchiesta Calciopoli. Famosa la dichiarazione del pm Giuseppe Narducci in cui affermò sicuro: “Piaccia o non piaccia, non ci sono mai telefonate tra Bergamo e Pairetto con il sig. Moratti”. A ciò segue anche ciò che disse il maggiore Attilio Auricchio, uno degli inquirenti, a uno dei suoi assistenti quando testimoniò sulle pressioni operate dai nerazzurri. “L’Inter non ci interessa” le parole di Auricchio – il quale venne sanzionato per aver “ritagliato” le intercettazioni in un altro processo.

In più, in riferimento ad alcune testimonianze che vennero rilasciate nel 2011 su Tuttosport e sul Corriere dello Sport si racconta come le telefonate che riguardavano altre squadre – l’Inter su tutte ma non solo – venivano ascoltate dagli investigatori e poi si decideva quali utilizzare. In questo modo molte delle telefonate fra Facchetti – ma anche Moratti – e i designatori Bergamo e Pairetto non vennero mai trasmesse ai pm. E il testimone sottolinea in maniera chiara: “Il processo è stata una cosa forzata, non abbiamo mai scoperto una partita truccata. Mancavano i presupposti per l’intera esistenza di Calciopoli”.